Dove possiamo oggi ritrovare quelle «apparizioni uniche di una lontananza» decantate da Benjamin? Dove è possibile oggi riconoscere quell’inscindibile legame tra l’opera e il suo scenario d’origine? Un legame, tuttavia, che giustifichi il senso della stessa opera d’arte, una connessione con il proprio spazio che le garantisca un significato, insomma un luogo che la significhi, che suggerisca all’osservatore quei segnali senza i quali essa risulterebbe difficilmente accessibile, e dunque incompleta. Una possibile risposta è rintracciabile nella site-specific art dalla fine degli anni Sessanta sino a oggi, a cui è dedicato in Toscana il progetto del “Castello di Ama per l’Arte Contemporanea". Il contributo descrive le opere della collezione Pallanti, realizzate appunto nel castello di Gaiole in Chianti, cercando di cogliervi la trasformazione di un ambiente naturale e culturale in uno strumento creatore di un’opera, una scenografia in grado di allestire uno spettacolo essendone non più lo sfondo, ma la protagonista.

Il Castello di Ama: l’arte creata dalla sua scena / Caterina Toschi. - In: SENZA CORNICE. - ISSN 2281-3330. - ELETTRONICO. - 3:(2012), pp. 1-6.

Il Castello di Ama: l’arte creata dalla sua scena

TOSCHI, CATERINA
2012

Abstract

Dove possiamo oggi ritrovare quelle «apparizioni uniche di una lontananza» decantate da Benjamin? Dove è possibile oggi riconoscere quell’inscindibile legame tra l’opera e il suo scenario d’origine? Un legame, tuttavia, che giustifichi il senso della stessa opera d’arte, una connessione con il proprio spazio che le garantisca un significato, insomma un luogo che la significhi, che suggerisca all’osservatore quei segnali senza i quali essa risulterebbe difficilmente accessibile, e dunque incompleta. Una possibile risposta è rintracciabile nella site-specific art dalla fine degli anni Sessanta sino a oggi, a cui è dedicato in Toscana il progetto del “Castello di Ama per l’Arte Contemporanea". Il contributo descrive le opere della collezione Pallanti, realizzate appunto nel castello di Gaiole in Chianti, cercando di cogliervi la trasformazione di un ambiente naturale e culturale in uno strumento creatore di un’opera, una scenografia in grado di allestire uno spettacolo essendone non più lo sfondo, ma la protagonista.
2012
3
1
6
Caterina Toschi
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