È necessario inquadrare, come già avvenuto nelle ricerche di matrice socio-economica, gli insediamenti dispersi nei loro processi storici di formazione, se si vuole mettere in atto una programmazione che faccia leva sulle potenzialità già esistenti. Ciò serve anche a rendere più concreta la riformulazione, comunque necessaria, di alcuni temi fondamentali, tra cui in primis quello del ruolo e delle caratteristiche degli spazi pubblici in questo tipo di realtà insediative. In Italia le prime ricerche che hanno avuto per oggetto la dispersione insediativa non sono di stampo urbanistico, bensì economico e sociologico. Esse hanno indagato le dinamiche sociali che hanno portato alla formazione dei sistemi di piccola e media impresa in alcune regioni (p. es Becattini 1975, Bagnasco 1977, Bagnasco 1988), ponendo in risalto il ruolo dei sistemi insediativi storici di tipo diffuso sui quali i successivi processi di sviluppo si sono innestati. Ciò ha permesso di inquadrare detto sviluppo in un lungo e ininterrotto percorso storico (De Rita 2000). Gli urbanisti si sono interessati solo successivamente a questi fenomeni (p.es. AA.VV. 1990) e hanno considerato per lo più gli insediamenti dispersi come un problema da risolvere, anziché come una realtà da gestire e migliorare. Alcuni li hanno anche descritti facendo riferimento al termine sprawl (Gibelli e Salzano 2007), che è usato in senso ormai esclusivamente dispregiativo in riferimento allo sviluppo suburbano di alcune parti degli Stati Uniti. E’ evidente come gli insediamenti dispersi in Italia siano in gran parte l’esito di complesse stratificazioni storiche e poco abbiano a che vedere con lo sprawl di tipo nord-americano (Viganò 2008). Tuttavia questa persistente impostazione ha impedito che si sviluppasse fino a poco fa una progettualità specifica per queste realtà. Nei territori caratterizzati da dipersione insediativa il concetto di spazio pubblico deve essere riadattato alla specificità delle situazioni, facendo leva tra l’altro sulla riprogettazione degli spazi aggregativi esistenti di matrice storica, su una diversa forulazione di alcuni servizi pubblici comunque essenziali, su un più ampio ruolo dell’agricoltura, e su un maggiore controllo progettuale delle c.d. “cattedrali del consumo” (Ritzer 2000). Questi sono anche i temi di alcune esplorazioni progettuali per la periferia di Firenze che saranno presentate alla conferenza.

Spazi pubblici e dispersione insediativa / Giulio Giovannoni. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - ELETTRONICO. - vol. No. 27, Vol. 2/2013:(2013), pp. 1-4. (Intervento presentato al convegno XVI Conferenza della Società Italiana degli Urbanisti tenutosi a Napoli nel 9-10 maggio 2013).

Spazi pubblici e dispersione insediativa

GIOVANNONI, GIULIO
2013

Abstract

È necessario inquadrare, come già avvenuto nelle ricerche di matrice socio-economica, gli insediamenti dispersi nei loro processi storici di formazione, se si vuole mettere in atto una programmazione che faccia leva sulle potenzialità già esistenti. Ciò serve anche a rendere più concreta la riformulazione, comunque necessaria, di alcuni temi fondamentali, tra cui in primis quello del ruolo e delle caratteristiche degli spazi pubblici in questo tipo di realtà insediative. In Italia le prime ricerche che hanno avuto per oggetto la dispersione insediativa non sono di stampo urbanistico, bensì economico e sociologico. Esse hanno indagato le dinamiche sociali che hanno portato alla formazione dei sistemi di piccola e media impresa in alcune regioni (p. es Becattini 1975, Bagnasco 1977, Bagnasco 1988), ponendo in risalto il ruolo dei sistemi insediativi storici di tipo diffuso sui quali i successivi processi di sviluppo si sono innestati. Ciò ha permesso di inquadrare detto sviluppo in un lungo e ininterrotto percorso storico (De Rita 2000). Gli urbanisti si sono interessati solo successivamente a questi fenomeni (p.es. AA.VV. 1990) e hanno considerato per lo più gli insediamenti dispersi come un problema da risolvere, anziché come una realtà da gestire e migliorare. Alcuni li hanno anche descritti facendo riferimento al termine sprawl (Gibelli e Salzano 2007), che è usato in senso ormai esclusivamente dispregiativo in riferimento allo sviluppo suburbano di alcune parti degli Stati Uniti. E’ evidente come gli insediamenti dispersi in Italia siano in gran parte l’esito di complesse stratificazioni storiche e poco abbiano a che vedere con lo sprawl di tipo nord-americano (Viganò 2008). Tuttavia questa persistente impostazione ha impedito che si sviluppasse fino a poco fa una progettualità specifica per queste realtà. Nei territori caratterizzati da dipersione insediativa il concetto di spazio pubblico deve essere riadattato alla specificità delle situazioni, facendo leva tra l’altro sulla riprogettazione degli spazi aggregativi esistenti di matrice storica, su una diversa forulazione di alcuni servizi pubblici comunque essenziali, su un più ampio ruolo dell’agricoltura, e su un maggiore controllo progettuale delle c.d. “cattedrali del consumo” (Ritzer 2000). Questi sono anche i temi di alcune esplorazioni progettuali per la periferia di Firenze che saranno presentate alla conferenza.
2013
Atti della XVI Conferenza della Società Italiana degli Urbanisti
XVI Conferenza della Società Italiana degli Urbanisti
Napoli
9-10 maggio 2013
Giulio Giovannoni
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