Nel corso del Cinquecento e del Seicento la toscanizzazione linguistica ha comportato un rinnovamento nell’assetto delle diverse aree geolinguistiche e sociocomunicative italiane, con la penetrazione del tosco-fiorentino nei domini comunicativi prima occupati dai volgari o dal latino. In Sicilia, la varietà di soluzioni espressive adottate dagli scriventi riflette la pluralità degli stimoli culturali che proveniva dal complesso contesto storico-politico. Al nucleo d’influenza spagnolo sentito come estraneo anche se prestigioso si opponeva infatti l’ideale consonanza di aspirazioni culturali con gli altri centri italiani, insieme a un ancora vigoroso orgoglio sicilianista. Il toscano risulta – con diverse modalità di diffusione e di pregnanza a seconda delle diverse tipologie espressive considerate – il vero obiettivo nelle intenzioni comunicative se non dei parlanti almeno degli scriventi del tempo, tuttavia lo spagnolo gioca un ruolo molto più complesso di quello finora messo in evidenza, come rivelano alcune persistenze in ambito morfosintattico. L’intervento si propone di caratterizzare la specificità di questa situazione di plurilinguismo “asimmetrico” che dà vita a una scrittura “mistilingue”, composta da siciliano, toscano e interferenze più o meno consistenti di castigliano e latino. Per indagare le dinamiche di contatto linguistico all’interno dello spazio comunicativo in questione, si analizzeranno testi editi e inediti (complicazioni metaliguistiche, trattati etico-comportamentali, carteggi ecc.) accertandone le interferenze attraverso la caratterizzazione dei livelli fonografemico e morfosintattico (con attenzione ai fenomeni del parlato), lessicale e fraseologico.

Il plurilinguismo “asimmetrico” della Sicilia del XVI e del XVII secolo / Stefania Iannizzotto. - STAMPA. - (2015), pp. 399-415. (Intervento presentato al convegno Congresso Internazionale SLI 2012 Plurilinguismo/Sintassi tenutosi a Siena nel 27 – 29 settembre 2012).

Il plurilinguismo “asimmetrico” della Sicilia del XVI e del XVII secolo

IANNIZZOTTO, STEFANIA
2015

Abstract

Nel corso del Cinquecento e del Seicento la toscanizzazione linguistica ha comportato un rinnovamento nell’assetto delle diverse aree geolinguistiche e sociocomunicative italiane, con la penetrazione del tosco-fiorentino nei domini comunicativi prima occupati dai volgari o dal latino. In Sicilia, la varietà di soluzioni espressive adottate dagli scriventi riflette la pluralità degli stimoli culturali che proveniva dal complesso contesto storico-politico. Al nucleo d’influenza spagnolo sentito come estraneo anche se prestigioso si opponeva infatti l’ideale consonanza di aspirazioni culturali con gli altri centri italiani, insieme a un ancora vigoroso orgoglio sicilianista. Il toscano risulta – con diverse modalità di diffusione e di pregnanza a seconda delle diverse tipologie espressive considerate – il vero obiettivo nelle intenzioni comunicative se non dei parlanti almeno degli scriventi del tempo, tuttavia lo spagnolo gioca un ruolo molto più complesso di quello finora messo in evidenza, come rivelano alcune persistenze in ambito morfosintattico. L’intervento si propone di caratterizzare la specificità di questa situazione di plurilinguismo “asimmetrico” che dà vita a una scrittura “mistilingue”, composta da siciliano, toscano e interferenze più o meno consistenti di castigliano e latino. Per indagare le dinamiche di contatto linguistico all’interno dello spazio comunicativo in questione, si analizzeranno testi editi e inediti (complicazioni metaliguistiche, trattati etico-comportamentali, carteggi ecc.) accertandone le interferenze attraverso la caratterizzazione dei livelli fonografemico e morfosintattico (con attenzione ai fenomeni del parlato), lessicale e fraseologico.
2015
Plurilinguismo/Sintassi
Congresso Internazionale SLI 2012 Plurilinguismo/Sintassi
Siena
27 – 29 settembre 2012
Stefania Iannizzotto
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