Nell’anomala situazione storico-linguistica italiana, in cui una norma filologico-estetica si è estesa alla comunicazione extraletteraria, burocratica e istituzionale , il caso siciliano costituisce un’ulteriore anomalia in quanto, a differenza di altri ambiti geoculturali, l’isola non presenta un’autonoma elaborazione grammaticale postbembesca atta a trasmettere il canone linguistico-letterario tosco-italiano. Obiettivo del presente studio è rintracciare origine e percorsi della tradizione normativa e grammaticale in un’area solo geograficamente marginale, dove in realtà, seppur con modalità particolari, la penetrazione del toscano, come è stato accertato, è stata precoce e diffusa in tutti i livelli di scrittura. Un esponente rappresentativo di simile coscienza normativa può riconoscersi in Vincenzo Auria (1625-1710), erudito impegnato nella ricerca di regole non controverse tanto sul piano teorico quanto sul piano pratico, anche al fine di garantire a sé e ai contemporanei la possibilità di scelte comunicative praticabili nella scrittura colta di stampo accademico e professionale. In queste pagine si cercherà di descrivere e analizzare la breve grammatica intitolata dall’Auria "Memoria degli errori che sogliono malatamente usarsi nelle voci e nella scrittura della lingua italiana, estratta dal libro quinto de’ Commentarij … di Girolamo Ruscelli". Gli appunti grammaticali dell’Auria sono innanzitutto osservazioni d’uso che denotano uno strenuo sforzo di apprendimento, non fine a sé stesso, ma indirizzato a costruirsi una competenza normativa da mettere a frutto nella propria scrittura di poligrafo e accademico, indipendentemente dai generi testuali praticati (storiografia, memorialistica, lessicografia, epistolografia). In tale prospettiva lo stile della "Memoria" risulta emblematico di una competenza espressiva e comunicativa stabile e matura perché basata su fonti normative di sicura attendibilità, ma anche dinamica e aperta perché fondata sui testi coevi di più indiscusso prestigio.

La norma "estratta": la Memoria degli errori di Vincenzo Auria e i Commentarii della lingua italiana di Girolamo Ruscelli / Stefania Iannizzotto. - In: BOLLETTINO - CENTRO DI STUDI FILOLOGICI E LINGUISTICI SICILIANI. - ISSN 0577-277X. - STAMPA. - 21:(2007), pp. 323-364.

La norma "estratta": la Memoria degli errori di Vincenzo Auria e i Commentarii della lingua italiana di Girolamo Ruscelli

IANNIZZOTTO, STEFANIA
2007

Abstract

Nell’anomala situazione storico-linguistica italiana, in cui una norma filologico-estetica si è estesa alla comunicazione extraletteraria, burocratica e istituzionale , il caso siciliano costituisce un’ulteriore anomalia in quanto, a differenza di altri ambiti geoculturali, l’isola non presenta un’autonoma elaborazione grammaticale postbembesca atta a trasmettere il canone linguistico-letterario tosco-italiano. Obiettivo del presente studio è rintracciare origine e percorsi della tradizione normativa e grammaticale in un’area solo geograficamente marginale, dove in realtà, seppur con modalità particolari, la penetrazione del toscano, come è stato accertato, è stata precoce e diffusa in tutti i livelli di scrittura. Un esponente rappresentativo di simile coscienza normativa può riconoscersi in Vincenzo Auria (1625-1710), erudito impegnato nella ricerca di regole non controverse tanto sul piano teorico quanto sul piano pratico, anche al fine di garantire a sé e ai contemporanei la possibilità di scelte comunicative praticabili nella scrittura colta di stampo accademico e professionale. In queste pagine si cercherà di descrivere e analizzare la breve grammatica intitolata dall’Auria "Memoria degli errori che sogliono malatamente usarsi nelle voci e nella scrittura della lingua italiana, estratta dal libro quinto de’ Commentarij … di Girolamo Ruscelli". Gli appunti grammaticali dell’Auria sono innanzitutto osservazioni d’uso che denotano uno strenuo sforzo di apprendimento, non fine a sé stesso, ma indirizzato a costruirsi una competenza normativa da mettere a frutto nella propria scrittura di poligrafo e accademico, indipendentemente dai generi testuali praticati (storiografia, memorialistica, lessicografia, epistolografia). In tale prospettiva lo stile della "Memoria" risulta emblematico di una competenza espressiva e comunicativa stabile e matura perché basata su fonti normative di sicura attendibilità, ma anche dinamica e aperta perché fondata sui testi coevi di più indiscusso prestigio.
2007
21
323
364
Stefania Iannizzotto
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