Il volume illustra i risultati di una collaborazione di ricerca tra il Dipartimento di Architettura (Università di Firenze) e la Provincia di Firenze, prodotti attraverso uno studio di tesi di laurea e successive analisi e verifiche diagnostiche per la fattibilità del recupero del complesso monumentale, da anni al centro del dibattito pubblico fiorentino. Generazioni di architetti si sono confrontati con lo “spinoso tema” del restauro architettonico prima e del recupero funzionale poi, di quello che in origine fu il monastero di Sant’Orsola. Un tema quello del riuso di Sant’Orsola che ha direttamente coinvolto in vari ambiti disciplinari, dal restauro alla progettazione, dal rilievo all’urbanistica, le attività di ricerca svolte nell’ambito della Facoltà di Architettura, già a partire dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso. /…/ La concessione della proprietà alla Provincia di Firenze, avvenuta nell’agosto del 2007, e l’approvazione del progetto preliminare del 2009, hanno in definitiva riaperto una partita decennale per il recupero del complesso architettonico dopo anni di manomissioni e di oblio. Si deve dare atto alla Provincia del coraggioso investimento fatto, poco ancora si sarebbe potuto pensare di salvare senza la paziente e amorevole cura che, con passione e competenze, è stata intrapresa dagli attuali artefici della ricerca e del progetto /…/ L’accordo di collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Ateneo di Firenze e la Provincia di Firenze ha permesso di non disperdere il lavoro di tesi di Pierangela Marzullo e di finalizzarlo in un’azione tanto efficace, quanto produttiva, di analisi preventiva e diagnostica per il restauro, da far riconfluire nel progetto di riabilitazione funzionale, dimostrando che è sempre possibile intervenire in un’ottica di conservazione, anche quando sembra mancare il tessuto connettivo principale e i pezzi del manufatto da salvaguardare si presentano in modo frammentario, dispersi e deoggettivati da macroscopici rifacimenti, per poter essere ricondotti organicamente nell’alveo del progetto architettonico.
Sant'Orsola. Percorsi di ricerca per la valorizzazione / G.A. Centauro; D. Chiesi; V. Gravina; P. Marzullo. - STAMPA. - (2014), pp. 3-69.
Sant'Orsola. Percorsi di ricerca per la valorizzazione
CENTAURO, GIUSEPPE ALBERTO;CHIESI, DANIELA;
2014
Abstract
Il volume illustra i risultati di una collaborazione di ricerca tra il Dipartimento di Architettura (Università di Firenze) e la Provincia di Firenze, prodotti attraverso uno studio di tesi di laurea e successive analisi e verifiche diagnostiche per la fattibilità del recupero del complesso monumentale, da anni al centro del dibattito pubblico fiorentino. Generazioni di architetti si sono confrontati con lo “spinoso tema” del restauro architettonico prima e del recupero funzionale poi, di quello che in origine fu il monastero di Sant’Orsola. Un tema quello del riuso di Sant’Orsola che ha direttamente coinvolto in vari ambiti disciplinari, dal restauro alla progettazione, dal rilievo all’urbanistica, le attività di ricerca svolte nell’ambito della Facoltà di Architettura, già a partire dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso. /…/ La concessione della proprietà alla Provincia di Firenze, avvenuta nell’agosto del 2007, e l’approvazione del progetto preliminare del 2009, hanno in definitiva riaperto una partita decennale per il recupero del complesso architettonico dopo anni di manomissioni e di oblio. Si deve dare atto alla Provincia del coraggioso investimento fatto, poco ancora si sarebbe potuto pensare di salvare senza la paziente e amorevole cura che, con passione e competenze, è stata intrapresa dagli attuali artefici della ricerca e del progetto /…/ L’accordo di collaborazione tra il Dipartimento di Architettura dell’Ateneo di Firenze e la Provincia di Firenze ha permesso di non disperdere il lavoro di tesi di Pierangela Marzullo e di finalizzarlo in un’azione tanto efficace, quanto produttiva, di analisi preventiva e diagnostica per il restauro, da far riconfluire nel progetto di riabilitazione funzionale, dimostrando che è sempre possibile intervenire in un’ottica di conservazione, anche quando sembra mancare il tessuto connettivo principale e i pezzi del manufatto da salvaguardare si presentano in modo frammentario, dispersi e deoggettivati da macroscopici rifacimenti, per poter essere ricondotti organicamente nell’alveo del progetto architettonico.File | Dimensione | Formato | |
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