Il contributo ripercorre criticamente la storia del Piano strutturale coordinato “La città del Tufo” interessante i comuni di Castell’Azzara, Pitigliano e Sorano, in provincia di Grosseto. Strumento urbanistico di ambito approvato all'unanimità dai tre Consigli comunali tra il 2008 e il 2011. L'unanimità sembrava essere la premessa per una azione comune di ambito, sia politico che tecnico, per avviarsi verso un progetto di gestione condiviso. Così non è stato, nel volgere di pochi mesi, il passaggio alla pianificazione operativa – cioè al Regolamento Urbanistico Comunale, così come previsto dalla normativa della Regione Toscana – è stato fatto singolarmente da ogni singolo comune, senza nessun coordinamento, né tecnico, né politico. Un peccato, ma anche una constatazione: solo quando l’idea di unione viene dal basso e si radica nella cultura politica e sociale può avere qualche ragionevole successo di partenza e di tenuta; quando questa è in qualche modo organizzata all’esterno dei territori diventa un successo se assistita e controllata direttamente dall’alto, ma appena si lascia tutto ritorna indietro. La spinta dall’alto si tramuta in insuccesso e in consumo di risorse umane e finanziarie.
Piano Strutturale Coordinato "La Città del Tufo": un successo insuccesso / G. De Luca. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - STAMPA. - 255:(2014), pp. 20-21.
Piano Strutturale Coordinato "La Città del Tufo": un successo insuccesso
DE LUCA, GIUSEPPE
2014
Abstract
Il contributo ripercorre criticamente la storia del Piano strutturale coordinato “La città del Tufo” interessante i comuni di Castell’Azzara, Pitigliano e Sorano, in provincia di Grosseto. Strumento urbanistico di ambito approvato all'unanimità dai tre Consigli comunali tra il 2008 e il 2011. L'unanimità sembrava essere la premessa per una azione comune di ambito, sia politico che tecnico, per avviarsi verso un progetto di gestione condiviso. Così non è stato, nel volgere di pochi mesi, il passaggio alla pianificazione operativa – cioè al Regolamento Urbanistico Comunale, così come previsto dalla normativa della Regione Toscana – è stato fatto singolarmente da ogni singolo comune, senza nessun coordinamento, né tecnico, né politico. Un peccato, ma anche una constatazione: solo quando l’idea di unione viene dal basso e si radica nella cultura politica e sociale può avere qualche ragionevole successo di partenza e di tenuta; quando questa è in qualche modo organizzata all’esterno dei territori diventa un successo se assistita e controllata direttamente dall’alto, ma appena si lascia tutto ritorna indietro. La spinta dall’alto si tramuta in insuccesso e in consumo di risorse umane e finanziarie.File | Dimensione | Formato | |
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