Recenti pratiche sociali mettono in luce diverse attitudini di relazione col contesto territoriale. Da un lato emerge una socialità insorgente poco incline a un inquadramento nelle norme e regole del piano; dall'altro prende forma un'attitudine progettante incline alla definizione di spazi "terzi", spazi in comune, che chiedono di essere formalmente riconosciuti. Entrambi i casi mettono in crisi l'idea di una democrazia fondata sulla rappresentanza, che per lungo tempo ha guidato la forma del piano regolatore. L'insorgere del paradigma del paesaggio, grazie ai suoi caratteri sistemici, percettivi e qualitativi, ha trainato i processi di governo del territorio verso istanze sempre più inclusive e partecipative in cui si è passati da una dimensione di rappresentanza a un progetto costruito da una polifonia di linguaggi. Il piano è diventato così, in alcuni contesti, uno strumento attraverso cui poter sperimentare forme di governance che elevassero nella popolazione la coscienza di luogo, costruendo le basi per una democrazia partecipativa.

Democrazia e pianificazione del paesaggio: governance, saperi contestuali e partecipazione per elevare la coscienza di luogo / POLI D.. - In: RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA. - ISSN 0035-6697. - STAMPA. - 4:(2013), pp. 255-273.

Democrazia e pianificazione del paesaggio: governance, saperi contestuali e partecipazione per elevare la coscienza di luogo

POLI, DANIELA
2013

Abstract

Recenti pratiche sociali mettono in luce diverse attitudini di relazione col contesto territoriale. Da un lato emerge una socialità insorgente poco incline a un inquadramento nelle norme e regole del piano; dall'altro prende forma un'attitudine progettante incline alla definizione di spazi "terzi", spazi in comune, che chiedono di essere formalmente riconosciuti. Entrambi i casi mettono in crisi l'idea di una democrazia fondata sulla rappresentanza, che per lungo tempo ha guidato la forma del piano regolatore. L'insorgere del paradigma del paesaggio, grazie ai suoi caratteri sistemici, percettivi e qualitativi, ha trainato i processi di governo del territorio verso istanze sempre più inclusive e partecipative in cui si è passati da una dimensione di rappresentanza a un progetto costruito da una polifonia di linguaggi. Il piano è diventato così, in alcuni contesti, uno strumento attraverso cui poter sperimentare forme di governance che elevassero nella popolazione la coscienza di luogo, costruendo le basi per una democrazia partecipativa.
2013
4
255
273
POLI D.
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