L’insediamento della P.T.E., cioè del centro polifunzionale a servizio del distretto nautico e tecnologico del nord-est Sardegna, su un tratto di costa a nord del Golfo di Olbia, obbliga a pensare progettualmente su quale rapporto sia possibile instaurare tra l’architettura e l’ambiente circostante, fortemente connotato urbanisticamente e paesaggisticamente. L’estensione dell’area produttiva denota i tratti marcati dell’antropizzazione del territorio intensiva, in uno degli angoli più belli e suggestivi del Golfo. L’indefinizione del tratto di costa, unico ad essere rimasto inedificato nella zona, evoca ancora da quale paesaggio naturalistico originario si proviene. La geometria, rigorosa ed elementare, dell’insediamento industriale che attornia l’area, detta le regole dispositive dei vari edifici, in perfetta assonanza, come una sua emanazione inevitabile. Le costruzioni derivano dalla stessa logica “scatolare” dell’intorno produttivo, fatto di tanti capannoni, ma di questa impronta volumetrica conservano in fondo solo una parziale integrità di partenza ed una logica costruttiva di fondo. La disposizione degli edifici progettati è infatti anche condizionata dalla forma irregolare e frastagliata costiera e dalla volontà di assumere un’esplicita funzione di schermo visivo, nei confronti dei fabbricati produttivi e del depuratore soprattutto, attorno a cui si avvolge il nuovo complesso. A marcare l’unicità ed eccezionalità dell’intervento, un segno caratterizzante coinvolge tutte le architetture: una grande tettoia azzurra, sospesa nel cielo, appoggiata in bilico sulle costruzioni, salda in un gesto unitario il tutto, altrimenti frammentato. E’ allo stesso tempo linea di demarcazione e soglia, dà evidenza allo spazio di transizione tra la città industriale ed il parco fieristico-tecnologico, tra l’architettura della città e la natura del mare, tra l’ombra e la luce. E’ il percorso che collega tutto e tutti, in maniera inconfondibile, da un estremo all’altro, dove si trovano i due ingressi. E’ un episodio introduttivo, in quanto soglia, e conclusivo, perché discende a terra alle estremità, a sottolineare la “parentesi”, l’eccezionalità di questo insediamento, la “finestra”, da cui poter guardare dentro, vedere fuori, a seconda dei punti di vista.

Parentesi, linee sul bordo dell'acqua / Claudio Zanirato. - In: TRIA. - ISSN 2281-4574. - STAMPA. - 7:(2014), pp. 73-88. [10.6092/2281-4574/2054]

Parentesi, linee sul bordo dell'acqua

ZANIRATO, CLAUDIO
2014

Abstract

L’insediamento della P.T.E., cioè del centro polifunzionale a servizio del distretto nautico e tecnologico del nord-est Sardegna, su un tratto di costa a nord del Golfo di Olbia, obbliga a pensare progettualmente su quale rapporto sia possibile instaurare tra l’architettura e l’ambiente circostante, fortemente connotato urbanisticamente e paesaggisticamente. L’estensione dell’area produttiva denota i tratti marcati dell’antropizzazione del territorio intensiva, in uno degli angoli più belli e suggestivi del Golfo. L’indefinizione del tratto di costa, unico ad essere rimasto inedificato nella zona, evoca ancora da quale paesaggio naturalistico originario si proviene. La geometria, rigorosa ed elementare, dell’insediamento industriale che attornia l’area, detta le regole dispositive dei vari edifici, in perfetta assonanza, come una sua emanazione inevitabile. Le costruzioni derivano dalla stessa logica “scatolare” dell’intorno produttivo, fatto di tanti capannoni, ma di questa impronta volumetrica conservano in fondo solo una parziale integrità di partenza ed una logica costruttiva di fondo. La disposizione degli edifici progettati è infatti anche condizionata dalla forma irregolare e frastagliata costiera e dalla volontà di assumere un’esplicita funzione di schermo visivo, nei confronti dei fabbricati produttivi e del depuratore soprattutto, attorno a cui si avvolge il nuovo complesso. A marcare l’unicità ed eccezionalità dell’intervento, un segno caratterizzante coinvolge tutte le architetture: una grande tettoia azzurra, sospesa nel cielo, appoggiata in bilico sulle costruzioni, salda in un gesto unitario il tutto, altrimenti frammentato. E’ allo stesso tempo linea di demarcazione e soglia, dà evidenza allo spazio di transizione tra la città industriale ed il parco fieristico-tecnologico, tra l’architettura della città e la natura del mare, tra l’ombra e la luce. E’ il percorso che collega tutto e tutti, in maniera inconfondibile, da un estremo all’altro, dove si trovano i due ingressi. E’ un episodio introduttivo, in quanto soglia, e conclusivo, perché discende a terra alle estremità, a sottolineare la “parentesi”, l’eccezionalità di questo insediamento, la “finestra”, da cui poter guardare dentro, vedere fuori, a seconda dei punti di vista.
2014
7
73
88
Claudio Zanirato
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