La rivista «Quadrante» fu fondata a Milano nel maggio del 1933 e le sue pubblicazioni terminarono nel 1936 con l’edizione del numero doppio totalmente dedicato alla Casa del Fascio di Como di Giuseppe Terragni. Diretta dal critico d’arte Pier Maria Bardi e dallo scrittore Massimo Bontempelli, la rivista si trasformò in poco tempo in un riferimento imprescindibile per la cultura architettonica italiana degli anni Trenta, costituendo una valida alternativa a riviste più celebri e specializzate come «Casabella» di Persico e Pagano, «Domus», fondata e diretta da Giò Ponti, e «Architettura» di Marcello Piacentini, La rivista era molto flessibile e aperta ai «fragili destini dell’arte» con dibattiti nel campo della letteratura, della musica, della scultura e della pittura. Essendo pubblicata dalla Galleria Il Milione di Milano, ruotavano intorno ad essa i principali artisti e intellettuali italiani del momento: Mario Sironi, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana e il gruppo degli Astrattisti (Mario Soldati, Manlio Rho, Mario Radice e Virginio Ghiringhelli). Tra le sue pagine si incrociarono le vicissitudini del Realismo Magico, dell’Astrattismo Milanese e Comasco e quelle del Razionalismo Italiano, sapientemente riunite da Bardi e Bontempelli nell’intento di utilizzare la rivista come catalizzatore per condurre la ricerca architettonica e artistica fuori dal panorama nazionale, evidenziare i cambiamenti in atto, captare le innovazioni e indicare strategie. L’articolo analizza la vicenda di «Quadrante» in maniera sistematica e obiettiva, cercando di comprendere la fermezza e la coerenza delle scelte e la specificità del suo contributo al dibattito non solo architettonico ma anche artistico e culturale di quegli anni. Una particolare attenzione è stata data al duplice tema dell’astrazione e del realismo, quasi una doppia anima della rivista: da un lato l’invito di Bontempelli inventare nuovi miti e nuove favole a partire da un mondo reale e dai contorni precisi, intorno al quale creare un’atmosfera di magia capace di generare un’inquietudine intensa e, dall’altro, le teorizzazioni di Belli intorno all’astrazione e la sua teorizzazione di un’arte totalmente separata dal mondo ‘reale’; ma anche alle prime riflessioni degli architetti del Gruppo 7 intorno alle questioni della nascente architettura moderna italiana. Proprio per questo lo scritto termina con un’analisi della Casa del Fascio di Como, sintesi esemplare dei temi esposti e comparsi nel breve volgere di soli tre anni tra le pagine della rivista.

Quadrante 1933-1936. Entre realismo y abstracción / Alberto Pireddu. - STAMPA. - (2012), pp. 255-260. (Intervento presentato al convegno Las revistas de arquitectura (1900-1975): crónicas, manifiestos, propaganda tenutosi a Pamplona nel 3-4 maggio 2012).

Quadrante 1933-1936. Entre realismo y abstracción

PIREDDU, ALBERTO
2012

Abstract

La rivista «Quadrante» fu fondata a Milano nel maggio del 1933 e le sue pubblicazioni terminarono nel 1936 con l’edizione del numero doppio totalmente dedicato alla Casa del Fascio di Como di Giuseppe Terragni. Diretta dal critico d’arte Pier Maria Bardi e dallo scrittore Massimo Bontempelli, la rivista si trasformò in poco tempo in un riferimento imprescindibile per la cultura architettonica italiana degli anni Trenta, costituendo una valida alternativa a riviste più celebri e specializzate come «Casabella» di Persico e Pagano, «Domus», fondata e diretta da Giò Ponti, e «Architettura» di Marcello Piacentini, La rivista era molto flessibile e aperta ai «fragili destini dell’arte» con dibattiti nel campo della letteratura, della musica, della scultura e della pittura. Essendo pubblicata dalla Galleria Il Milione di Milano, ruotavano intorno ad essa i principali artisti e intellettuali italiani del momento: Mario Sironi, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana e il gruppo degli Astrattisti (Mario Soldati, Manlio Rho, Mario Radice e Virginio Ghiringhelli). Tra le sue pagine si incrociarono le vicissitudini del Realismo Magico, dell’Astrattismo Milanese e Comasco e quelle del Razionalismo Italiano, sapientemente riunite da Bardi e Bontempelli nell’intento di utilizzare la rivista come catalizzatore per condurre la ricerca architettonica e artistica fuori dal panorama nazionale, evidenziare i cambiamenti in atto, captare le innovazioni e indicare strategie. L’articolo analizza la vicenda di «Quadrante» in maniera sistematica e obiettiva, cercando di comprendere la fermezza e la coerenza delle scelte e la specificità del suo contributo al dibattito non solo architettonico ma anche artistico e culturale di quegli anni. Una particolare attenzione è stata data al duplice tema dell’astrazione e del realismo, quasi una doppia anima della rivista: da un lato l’invito di Bontempelli inventare nuovi miti e nuove favole a partire da un mondo reale e dai contorni precisi, intorno al quale creare un’atmosfera di magia capace di generare un’inquietudine intensa e, dall’altro, le teorizzazioni di Belli intorno all’astrazione e la sua teorizzazione di un’arte totalmente separata dal mondo ‘reale’; ma anche alle prime riflessioni degli architetti del Gruppo 7 intorno alle questioni della nascente architettura moderna italiana. Proprio per questo lo scritto termina con un’analisi della Casa del Fascio di Como, sintesi esemplare dei temi esposti e comparsi nel breve volgere di soli tre anni tra le pagine della rivista.
2012
Las revistas de arquitectura (1900-1975): crónicas, manifiestos, propaganda
Las revistas de arquitectura (1900-1975): crónicas, manifiestos, propaganda
Pamplona
3-4 maggio 2012
Alberto Pireddu
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