La cisticercosi in Europa non è coperta da un sistema di notifica per cui la rilevanza epidemiologica e clinica di questa patologia è poco conosciuta e probabilmente sottostimata. Il numero dei casi autoctoni si è molto ridotto negli ultimi decenni grazie all'educazione dei consumatori, al miglioramento delle tecniche di allevamento dei suini e all'appropriata sanificazione delle acque reflue (Pozio 2008). Tuttavia negli ultimi dieci anni, la cisticercosi si sta ripresentando come patologia di importazione a causa dell'aumento dei viaggi internazionali e dell'immigrazione da paesi endemici (Esquivel 2005). Stimare la rilevanza epidemiologica e clinica della cisticercosi umana in Europa. E' stata condotta una review sistematica della letteratura pubblicata dal 1990 al 2011 includendo le pubblicazioni contenenti informazioni epidemiologiche, case reports e casistiche riguardanti la cisticercosi in Europa, sia autoctona che importata.Sono state trovate solo tre pubblicazioni che riportavano dati epidemiologici sulla cisticercosi in Europa. In uno studio prospettico condotto in Extremadura, Spagna, viene riportato che il 6.3% dei casi di epilessia insorti in età adulta (5 su 80) sono dovuti a neurocisticercosi (Jiménez-Jiménez 1990). Due studi su bambini adottati condotti a Firenze e Negrar mostrano una sieroprevalenza di rispettivamente 1% e 1.6% con enzyme-linked immunoelectrotransfer blot (EITB) (Zammarchi 2011 e Zavarise&Indino, comunicazione personale 2011). I restanti studi inclusi sono case reports o casistiche. Tra questi sono stati identificati 496 casi autoctoni di cisticercosi dei quali la grande maggioranza (n=348; 70.2%) sono stati diagnosticati in Portogallo tra il 1983 e 1992 (Monteiro 1995). I casi importati identificati sono stati 292 dei quali 227 (81.2%) diagnosticati in migranti e 49 (16.8%) in viaggiatori Europei. Il numero di pubblicazioni riguardo casi importati è costantemente aumentato da 19 tra il 1990 al 1996 a 45 tra il 2005 e il 2011. La maggior parte dei soggetti con cisticercosi importata si sono infettati in America Latina, ovvero 157 migranti (69.8%) e 11 viaggiatori (44%). Lo studio mostra che la cisticercosi importata è una patologia emergente in Europa, mentre i casi autoctoni stanno lentamente scomparendo. I casi autoctoni sono diagnosticati soprattutto nell'area mediterranea (Penisola Iberica, Italia e Balcani) e nell'Europa dell'Est. Il numero di casi importati sta crescendo in conseguenza dell'aumento di viaggi internazionali e dell'immigrazione. Il continente latino Americano è la sorgente di infezione nella maggioranza dei casi importati. I clinici europei devono essere consapevoli di questa rara ma riemergente patologia soprattutto di fronte a pazienti migranti con epilessia o altri sintomi neurologici o in presenza di immagini radiologiche suggestive. Questo lavoro è stato supportato dalla Commissione Europea all'interno del progetto COHEMI, grant agreement No. FP7-GA-261495.

Cisticercosi in Europa, una revisione sistematica / Zammarchi L; Strohmeyer M; Pozio E; Bisoffi Z; Garcia H; Nicoletti A; Munoz J; Bartoloni A. - ELETTRONICO. - Abstract 89. ID 28409. Poster session.:(2012), pp. 274-274. (Intervento presentato al convegno 11° Congresso Nazionale Società Italiana Malattie Infettive. 17-20 Ottobre 2012. Pescara. 2012.).

Cisticercosi in Europa, una revisione sistematica

ZAMMARCHI, LORENZO;STROHMEYER, MARIANNE;BARTOLONI, ALESSANDRO
2012

Abstract

La cisticercosi in Europa non è coperta da un sistema di notifica per cui la rilevanza epidemiologica e clinica di questa patologia è poco conosciuta e probabilmente sottostimata. Il numero dei casi autoctoni si è molto ridotto negli ultimi decenni grazie all'educazione dei consumatori, al miglioramento delle tecniche di allevamento dei suini e all'appropriata sanificazione delle acque reflue (Pozio 2008). Tuttavia negli ultimi dieci anni, la cisticercosi si sta ripresentando come patologia di importazione a causa dell'aumento dei viaggi internazionali e dell'immigrazione da paesi endemici (Esquivel 2005). Stimare la rilevanza epidemiologica e clinica della cisticercosi umana in Europa. E' stata condotta una review sistematica della letteratura pubblicata dal 1990 al 2011 includendo le pubblicazioni contenenti informazioni epidemiologiche, case reports e casistiche riguardanti la cisticercosi in Europa, sia autoctona che importata.Sono state trovate solo tre pubblicazioni che riportavano dati epidemiologici sulla cisticercosi in Europa. In uno studio prospettico condotto in Extremadura, Spagna, viene riportato che il 6.3% dei casi di epilessia insorti in età adulta (5 su 80) sono dovuti a neurocisticercosi (Jiménez-Jiménez 1990). Due studi su bambini adottati condotti a Firenze e Negrar mostrano una sieroprevalenza di rispettivamente 1% e 1.6% con enzyme-linked immunoelectrotransfer blot (EITB) (Zammarchi 2011 e Zavarise&Indino, comunicazione personale 2011). I restanti studi inclusi sono case reports o casistiche. Tra questi sono stati identificati 496 casi autoctoni di cisticercosi dei quali la grande maggioranza (n=348; 70.2%) sono stati diagnosticati in Portogallo tra il 1983 e 1992 (Monteiro 1995). I casi importati identificati sono stati 292 dei quali 227 (81.2%) diagnosticati in migranti e 49 (16.8%) in viaggiatori Europei. Il numero di pubblicazioni riguardo casi importati è costantemente aumentato da 19 tra il 1990 al 1996 a 45 tra il 2005 e il 2011. La maggior parte dei soggetti con cisticercosi importata si sono infettati in America Latina, ovvero 157 migranti (69.8%) e 11 viaggiatori (44%). Lo studio mostra che la cisticercosi importata è una patologia emergente in Europa, mentre i casi autoctoni stanno lentamente scomparendo. I casi autoctoni sono diagnosticati soprattutto nell'area mediterranea (Penisola Iberica, Italia e Balcani) e nell'Europa dell'Est. Il numero di casi importati sta crescendo in conseguenza dell'aumento di viaggi internazionali e dell'immigrazione. Il continente latino Americano è la sorgente di infezione nella maggioranza dei casi importati. I clinici europei devono essere consapevoli di questa rara ma riemergente patologia soprattutto di fronte a pazienti migranti con epilessia o altri sintomi neurologici o in presenza di immagini radiologiche suggestive. Questo lavoro è stato supportato dalla Commissione Europea all'interno del progetto COHEMI, grant agreement No. FP7-GA-261495.
2012
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11° Congresso Nazionale Società Italiana Malattie Infettive. 17-20 Ottobre 2012. Pescara. 2012.
Zammarchi L; Strohmeyer M; Pozio E; Bisoffi Z; Garcia H; Nicoletti A; Munoz J; Bartoloni A
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