Lo studio si pone l’obiettivo di aggiornare e approfondire le ricerche inerenti i gruppi quotati italiani, attraverso una metodologia che integra le informazioni derivanti dalle principali banche dati, con l’analisi della struttura finanziaria ricavabile direttamente dai bilanci consolidati. Dalla ricerca effettuata si hanno delle conferme. Ad esempio, rileviamo che su 207 gruppi esaminati in oltre la metà dei casi la capogruppo quotata è controllata da un solo azionista, quota che arriva ad oltre l’85% considerando i primi dieci azionisti. Rileviamo però anche altri significativi aspetti. La struttura di gruppo sembra costituire una potente leva, non tanto per raccogliere capitale dalle minoranze, ma soprattutto per ottenere finanziamenti esterni e limitare la possibilità che il relativo rischio si trasferisca sulle holding e i loro azionisti. Infatti, i gruppi esaminati presentano mediamente una leva tra capitale investito dalle minoranze e capitale della maggioranza di appena 0,2; mentre il rapporto tra indebitamento e capitale della maggioranza è pari a 2,5. Se teniamo presente che il rapporto di indebitamento calcolato in testa alla sola holding è di solo 1,25, ciò che colpisce è l’effetto della leva finanziaria sulla leva azionaria. In sintesi, infatti, nel passaggio dalla struttura finanziaria della holding a quella del gruppo, un apporto di capitale delle minoranze di appena 0,2 porta ad un incremento delle risorse di terzi di 1,25, con una leva di ben 6,25.

La leva multidimensionale nei gruppi quotati italiani / Massimo Cecchi. - In: FINANZA MARKETING E PRODUZIONE. - ISSN 1593-2230. - STAMPA. - (2013), pp. 267-292.

La leva multidimensionale nei gruppi quotati italiani

CECCHI, MASSIMO
2013

Abstract

Lo studio si pone l’obiettivo di aggiornare e approfondire le ricerche inerenti i gruppi quotati italiani, attraverso una metodologia che integra le informazioni derivanti dalle principali banche dati, con l’analisi della struttura finanziaria ricavabile direttamente dai bilanci consolidati. Dalla ricerca effettuata si hanno delle conferme. Ad esempio, rileviamo che su 207 gruppi esaminati in oltre la metà dei casi la capogruppo quotata è controllata da un solo azionista, quota che arriva ad oltre l’85% considerando i primi dieci azionisti. Rileviamo però anche altri significativi aspetti. La struttura di gruppo sembra costituire una potente leva, non tanto per raccogliere capitale dalle minoranze, ma soprattutto per ottenere finanziamenti esterni e limitare la possibilità che il relativo rischio si trasferisca sulle holding e i loro azionisti. Infatti, i gruppi esaminati presentano mediamente una leva tra capitale investito dalle minoranze e capitale della maggioranza di appena 0,2; mentre il rapporto tra indebitamento e capitale della maggioranza è pari a 2,5. Se teniamo presente che il rapporto di indebitamento calcolato in testa alla sola holding è di solo 1,25, ciò che colpisce è l’effetto della leva finanziaria sulla leva azionaria. In sintesi, infatti, nel passaggio dalla struttura finanziaria della holding a quella del gruppo, un apporto di capitale delle minoranze di appena 0,2 porta ad un incremento delle risorse di terzi di 1,25, con una leva di ben 6,25.
2013
267
292
Massimo Cecchi
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