La presente ricerca, nell'ambito della pedagogia del lavoro e della formazione in ambito aziendale, studia i processi di ricontestualizzazione che permettono di tradurre i bisogni materiali di un'organizzazione in pratiche formative indirizzate verso i singoli individui. Abbiamo analizzato come nel “mercato della formazione” domanda e offerta formativa si incontrino e quali siano i dispositivi che rendono possibile questa relazione. La tesi che sosteniamo e che sostanzia l'intero lavoro rimanda alle possibilità che attraverso il linguaggio si possano trovare spazi di coincidenza tra le esigenze delle organizzazioni e le pratiche formative indirizzate verso i singoli. Il linguaggio, in questa ottica, esprime e, in qualche maniera, si riferisce, sebbene in forma sfaccettata e non meccanica, alle dinamiche societarie e ai rapporti di potere (Bernstein & Foucault). Pertanto, questo studio si propone di rintracciare i dispositivi pedagogici che operano nella mediazione tra le esigenze proprie dell'organizzazione e quelle del singolo individuo. La tesi si articola in quattro parti che possono essere divise in due distinte sezioni interrelate tra di loro. I primi due capitoli trattano le questioni eminentemente teoriche che fungono da “motore profondo” delle restanti riflessioni. Nello specifico, il primo capitolo affronta le tematiche relative al ruolo del lavoro nella formazione dell'individuo. Tale approccio si basa principalmente sul paradigma teorico di sfondo delle teorie dell'attività (Leont'ev, Engeström e i successivi sviluppi) e su alcune riflessioni circa l'ambiente lavorativo come spazio cognitivo, capace di generare apprendimento (Billet, Eraut, Rossi e Vicari tra gli altri). Le riflessioni svolte in questa parte servono a definire una serie di punti teorici che vengono utilizzati come riferimenti permanenti nei capitoli successivi e fissano una molteplicità di dimensioni proprie dell'agire all'interno di un'organizzazione. Il secondo capitolo, partendo da questi principi teorici, fornisce elementi di analisi principalmente indirizzati verso i dispositivi di ricontestualizzazione e sul ruolo svolto dal Dispositivo Pedagogico (Bernstein). La seconda parte del capitolo rappresenta una “traduzione” per l'ambito aziendale delle riflessioni proprie della prima parte. In particolar modo, appoggiandoci sul concetto di Dispositivo Formativo Aziendale con il quale Federighi traduce, per il caso specifico dell'azienda, il concetto proprio di Bernstein di Dispositivo Pedagogico, si analizzano quali siano le dimensioni della formazione all'interno delle organizzazioni produttive, declinandole per un settore specifico della popolazione lavorativa, ovvero quello dei talenti. Il terzo capitolo, che apre la seconda parte di questa ricerca, può essere sezionato in due parti distinte. Nella prima viene affrontato il ruolo del linguaggio inteso come attività produttiva direttamente relata in maniera omologica con l'attività di tipo lavorativo (Rossi - Landi). Invece, nella seconda parte si affrontano nello specifico le scelte metodologiche e di analisi utilizzate nella parte finale di questo studio quali, ad esempio, le tecniche proprie dell'analisi del discorso e della conversazione. Si tratta di un capitolo in cui elementi teorici, metodologici e primi riscontri empirici si fondono e danno consistenza ai principi generali esposti nella parte iniziale della tesi. Infine, l'ultimo capitolo presenta il caso di studio empirico. In esso vengono analizzati, secondo le tecniche proprie dell'analisi della conversazione asimmetrica, una serie di colloqui svolti in differenti aziende di distinte tipologie produttive. Tali colloqui, condotti da un gruppo di analisti delle pratiche formative, sono finalizzati all'immissione in formazione degli individui attraverso l'emersione e la ricontestualizzazione dei loro bisogni in attività pedagogiche. L'intero studio propone una metodologia di analisi indirizzata a mostrare come i differenti attori, che sono i protagonisti della formazione, pur nella asimmetricità dei loro rispettivi ruoli, si interrelino tra di loro per arrivare a definire macroaree condivise di intervento formativo. Tali macroaree, che abbiamo denominato in questo studio tag formativi, rappresentano prime comunanze logiche su cui far convergere l'azione formativa che poi dovrà essere specificata secondo contenuti puntuali e declinata attraverso gli assi del tempo (scansione degli impegni di formazione lungo un arco temporale definito) e dello spazio (luoghi specifici in cui la formazione avrà luogo). La ricerca propone infine, nei suoi tratti sostanziali, un dispositivo di analisi delle dinamiche di ricontestualizzazione che permette il loro disvelamento e l'intervento su di esse per instradarle attraverso azioni che cerchino di far incontrare le differenti esigenze degli individui e dell'azienda in muta e proficua collaborazione.
Il contesto lavorativo come spazio di formazione. Incontro tra domanda e offerta formativa nel colloquio aziendale / Pallassini, Alessandro. - (2015).
Il contesto lavorativo come spazio di formazione. Incontro tra domanda e offerta formativa nel colloquio aziendale.
PALLASSINI, ALESSANDRO
2015
Abstract
La presente ricerca, nell'ambito della pedagogia del lavoro e della formazione in ambito aziendale, studia i processi di ricontestualizzazione che permettono di tradurre i bisogni materiali di un'organizzazione in pratiche formative indirizzate verso i singoli individui. Abbiamo analizzato come nel “mercato della formazione” domanda e offerta formativa si incontrino e quali siano i dispositivi che rendono possibile questa relazione. La tesi che sosteniamo e che sostanzia l'intero lavoro rimanda alle possibilità che attraverso il linguaggio si possano trovare spazi di coincidenza tra le esigenze delle organizzazioni e le pratiche formative indirizzate verso i singoli. Il linguaggio, in questa ottica, esprime e, in qualche maniera, si riferisce, sebbene in forma sfaccettata e non meccanica, alle dinamiche societarie e ai rapporti di potere (Bernstein & Foucault). Pertanto, questo studio si propone di rintracciare i dispositivi pedagogici che operano nella mediazione tra le esigenze proprie dell'organizzazione e quelle del singolo individuo. La tesi si articola in quattro parti che possono essere divise in due distinte sezioni interrelate tra di loro. I primi due capitoli trattano le questioni eminentemente teoriche che fungono da “motore profondo” delle restanti riflessioni. Nello specifico, il primo capitolo affronta le tematiche relative al ruolo del lavoro nella formazione dell'individuo. Tale approccio si basa principalmente sul paradigma teorico di sfondo delle teorie dell'attività (Leont'ev, Engeström e i successivi sviluppi) e su alcune riflessioni circa l'ambiente lavorativo come spazio cognitivo, capace di generare apprendimento (Billet, Eraut, Rossi e Vicari tra gli altri). Le riflessioni svolte in questa parte servono a definire una serie di punti teorici che vengono utilizzati come riferimenti permanenti nei capitoli successivi e fissano una molteplicità di dimensioni proprie dell'agire all'interno di un'organizzazione. Il secondo capitolo, partendo da questi principi teorici, fornisce elementi di analisi principalmente indirizzati verso i dispositivi di ricontestualizzazione e sul ruolo svolto dal Dispositivo Pedagogico (Bernstein). La seconda parte del capitolo rappresenta una “traduzione” per l'ambito aziendale delle riflessioni proprie della prima parte. In particolar modo, appoggiandoci sul concetto di Dispositivo Formativo Aziendale con il quale Federighi traduce, per il caso specifico dell'azienda, il concetto proprio di Bernstein di Dispositivo Pedagogico, si analizzano quali siano le dimensioni della formazione all'interno delle organizzazioni produttive, declinandole per un settore specifico della popolazione lavorativa, ovvero quello dei talenti. Il terzo capitolo, che apre la seconda parte di questa ricerca, può essere sezionato in due parti distinte. Nella prima viene affrontato il ruolo del linguaggio inteso come attività produttiva direttamente relata in maniera omologica con l'attività di tipo lavorativo (Rossi - Landi). Invece, nella seconda parte si affrontano nello specifico le scelte metodologiche e di analisi utilizzate nella parte finale di questo studio quali, ad esempio, le tecniche proprie dell'analisi del discorso e della conversazione. Si tratta di un capitolo in cui elementi teorici, metodologici e primi riscontri empirici si fondono e danno consistenza ai principi generali esposti nella parte iniziale della tesi. Infine, l'ultimo capitolo presenta il caso di studio empirico. In esso vengono analizzati, secondo le tecniche proprie dell'analisi della conversazione asimmetrica, una serie di colloqui svolti in differenti aziende di distinte tipologie produttive. Tali colloqui, condotti da un gruppo di analisti delle pratiche formative, sono finalizzati all'immissione in formazione degli individui attraverso l'emersione e la ricontestualizzazione dei loro bisogni in attività pedagogiche. L'intero studio propone una metodologia di analisi indirizzata a mostrare come i differenti attori, che sono i protagonisti della formazione, pur nella asimmetricità dei loro rispettivi ruoli, si interrelino tra di loro per arrivare a definire macroaree condivise di intervento formativo. Tali macroaree, che abbiamo denominato in questo studio tag formativi, rappresentano prime comunanze logiche su cui far convergere l'azione formativa che poi dovrà essere specificata secondo contenuti puntuali e declinata attraverso gli assi del tempo (scansione degli impegni di formazione lungo un arco temporale definito) e dello spazio (luoghi specifici in cui la formazione avrà luogo). La ricerca propone infine, nei suoi tratti sostanziali, un dispositivo di analisi delle dinamiche di ricontestualizzazione che permette il loro disvelamento e l'intervento su di esse per instradarle attraverso azioni che cerchino di far incontrare le differenti esigenze degli individui e dell'azienda in muta e proficua collaborazione.File | Dimensione | Formato | |
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