Il progetto paesaggistico lavora dentro e fuori la realtà alla quale si riferisce, cerca legami e continuità più che separazioni e frammentazioni, tende a sondare la consistenza dei limiti che nei paesaggi appaiono per stabilire relazioni con cui radicare le visioni e le azioni nelle loro strutture. Il paesaggio indica cosa è avvenuto e cosa sta avvenendo. Le sue dinamiche forniscono elementi per pensare cosa potrà avvenire. Esse invitano a nutrire la prudenza con l’investigazione assai più che con l’immobilizzazione e ad adattare i modi di concepire le idee e di agire all’intrinseca incertezza dei contesti in cui i pensieri e le azioni possono esprimersi. Pensare cosa potrà avvenire non ha a che fare con alcuna forma di predizione, quanto con il significato del progetto come anticipazione. Le ambivalenze del paesaggio sono chiavi di interpretazione potenti. L’ideazione progettuale beneficia infatti dall’assumere un soggetto focale che è allo stesso tempo realtà e rappresentazione della realtà, fine del processo e suo mezzo, interno ed esterno di se stesso. Secondo l’ottica processuale ed evolutiva, che conviene privilegiare rispetto a quella episodica e costruttiva, è possibile che ciò a cui si tende richieda inneschi o, ancor prima, preparazioni delle condizioni, per essere attivato e divenire efficace. Fra gli intrighi del problema che il progetto tende a risolvere, si può trovare che le piste più dritte, dall’apparenza sicura ed agevole, risultano semplificazioni eccessive della realtà. Essa può essere apparentemente adattata a strutture formali che dovrebbero al contrario mostrare utili capacità di adattamento, in quanto strumenti per la sua interpretazione. Il volume è il primo di una serie di quattro frutto di un lavoro di ricerca e didattica applicate coordinate.

Pistoia Ongoing Masterplan. Notebook 1 / Paolinelli, G.. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 1-159.

Pistoia Ongoing Masterplan. Notebook 1

PAOLINELLI, GABRIELE
2015

Abstract

Il progetto paesaggistico lavora dentro e fuori la realtà alla quale si riferisce, cerca legami e continuità più che separazioni e frammentazioni, tende a sondare la consistenza dei limiti che nei paesaggi appaiono per stabilire relazioni con cui radicare le visioni e le azioni nelle loro strutture. Il paesaggio indica cosa è avvenuto e cosa sta avvenendo. Le sue dinamiche forniscono elementi per pensare cosa potrà avvenire. Esse invitano a nutrire la prudenza con l’investigazione assai più che con l’immobilizzazione e ad adattare i modi di concepire le idee e di agire all’intrinseca incertezza dei contesti in cui i pensieri e le azioni possono esprimersi. Pensare cosa potrà avvenire non ha a che fare con alcuna forma di predizione, quanto con il significato del progetto come anticipazione. Le ambivalenze del paesaggio sono chiavi di interpretazione potenti. L’ideazione progettuale beneficia infatti dall’assumere un soggetto focale che è allo stesso tempo realtà e rappresentazione della realtà, fine del processo e suo mezzo, interno ed esterno di se stesso. Secondo l’ottica processuale ed evolutiva, che conviene privilegiare rispetto a quella episodica e costruttiva, è possibile che ciò a cui si tende richieda inneschi o, ancor prima, preparazioni delle condizioni, per essere attivato e divenire efficace. Fra gli intrighi del problema che il progetto tende a risolvere, si può trovare che le piste più dritte, dall’apparenza sicura ed agevole, risultano semplificazioni eccessive della realtà. Essa può essere apparentemente adattata a strutture formali che dovrebbero al contrario mostrare utili capacità di adattamento, in quanto strumenti per la sua interpretazione. Il volume è il primo di una serie di quattro frutto di un lavoro di ricerca e didattica applicate coordinate.
2015
9788896080337
1
159
Paolinelli, G.
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