La lettura è un diritto universale di ogni soggetto, un diritto oramai sancito da diversi documenti nazionali ed internazionali. Come tutti i diritti è necessario che ne sia garantito l’esercizio e la biblioteca rappresenta sicuramente uno strumento potente soprattutto in ambienti complessi come il carcere. È tuttavia forte il rischio che attività culturali ed educative all’interno di questi ambienti rimangano, al di là delle intenzioni, strumento di perpetuazione di modalità di esclusione. Il volume, a partire da un’esperienza realizzata dalle Autrici presso la Casa Circondariale di Prato, affronta l’esigenza di individuare all’interno dell’ambiente penitenziario modalità innovative di progettazione e gestione del servizio bibliotecario, tali da riuscire a esprimere anche una forte valenza educativa. Migliorare e garantire l’accesso alla biblioteca è stata la finalità del percorso di ricerca azione partecipativa realizzata attraverso l’attivazione di un circolo di studio: l’esperienza ha rappresentato la risposta educativa a un bisogno espresso dal basso ed è stata realizzata grazie al coinvolgimento diretto di un gruppo di persone detenute, delle educatrici e degli agenti di polizia penitenziaria. L’attività sviluppata presso l’Istituto Penitenziario di Prato ha consentito di sperimentare un modello di educazione non formale degli adulti, che ha alla base principi di democrazia attiva e inclusiva, in un contesto che per propria natura organizzativa, rinforza la dipendenza dalla struttura, con il rischio di determinare una sorta di ‘atrofizzazione’ fisica e mentale e, nel contempo, un senso di ‘infantilizzazione’ e deresponsabilizzazione.

Lib(e)ri di formarsi. Educazione non formale degli adulti e biblioteche in carcere / C. Benelli; G. Del Gobbo. - STAMPA. - (2016), pp. 1-192.

Lib(e)ri di formarsi. Educazione non formale degli adulti e biblioteche in carcere.

DEL GOBBO, GIOVANNA
2016

Abstract

La lettura è un diritto universale di ogni soggetto, un diritto oramai sancito da diversi documenti nazionali ed internazionali. Come tutti i diritti è necessario che ne sia garantito l’esercizio e la biblioteca rappresenta sicuramente uno strumento potente soprattutto in ambienti complessi come il carcere. È tuttavia forte il rischio che attività culturali ed educative all’interno di questi ambienti rimangano, al di là delle intenzioni, strumento di perpetuazione di modalità di esclusione. Il volume, a partire da un’esperienza realizzata dalle Autrici presso la Casa Circondariale di Prato, affronta l’esigenza di individuare all’interno dell’ambiente penitenziario modalità innovative di progettazione e gestione del servizio bibliotecario, tali da riuscire a esprimere anche una forte valenza educativa. Migliorare e garantire l’accesso alla biblioteca è stata la finalità del percorso di ricerca azione partecipativa realizzata attraverso l’attivazione di un circolo di studio: l’esperienza ha rappresentato la risposta educativa a un bisogno espresso dal basso ed è stata realizzata grazie al coinvolgimento diretto di un gruppo di persone detenute, delle educatrici e degli agenti di polizia penitenziaria. L’attività sviluppata presso l’Istituto Penitenziario di Prato ha consentito di sperimentare un modello di educazione non formale degli adulti, che ha alla base principi di democrazia attiva e inclusiva, in un contesto che per propria natura organizzativa, rinforza la dipendenza dalla struttura, con il rischio di determinare una sorta di ‘atrofizzazione’ fisica e mentale e, nel contempo, un senso di ‘infantilizzazione’ e deresponsabilizzazione.
2016
978-88-6315-997-4
1
192
C. Benelli; G. Del Gobbo
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