Sin dalle origini della nostra tradizione letteraria, il termine indicante la superficie interna della mano è stato pressoché esclusivamente di genere femminile: la palma. Oggi, tuttavia, risulta ormai predominante il ricorso alla variante maschile palmo, propriamente ‘unità di misura lineare equivalente a circa 25 cm’ o, più semplicemente, ‘misura approssimata, spanna’: tale ricorso, dapprima limitato all’uso popolare (specie in area toscana), a partire dalla seconda metà dell’Ottocento inizia ad affiorare anche ai piani alti della scrittura e ad affermarsi su larga parte del territorio nazionale, perdendo così ogni coloritura diatopica o diastratica. Nel contempo, l’accezione metrologica originaria del maschile perde terreno, e il femminile sopravvive per lo più cristallizzato in formule idiomatiche (come tenere/portare in palma di mano). L’articolo propone dunque una ricostruzione della diffusione delle due varianti attraverso i secoli, dai volgarizzamenti vitruviani alle pagine web, dai dialetti alla lingua nazionale, osservandone in parallelo i riflessi e le reazioni della lessicografia.
Osservazioni sul «palmo» della mano / Barbara Fanini. - In: STUDI DI LESSICOGRAFIA ITALIANA. - ISSN 0392-5218. - STAMPA. - XXXII:(2015), pp. 5-31.
Osservazioni sul «palmo» della mano
Barbara Fanini
2015
Abstract
Sin dalle origini della nostra tradizione letteraria, il termine indicante la superficie interna della mano è stato pressoché esclusivamente di genere femminile: la palma. Oggi, tuttavia, risulta ormai predominante il ricorso alla variante maschile palmo, propriamente ‘unità di misura lineare equivalente a circa 25 cm’ o, più semplicemente, ‘misura approssimata, spanna’: tale ricorso, dapprima limitato all’uso popolare (specie in area toscana), a partire dalla seconda metà dell’Ottocento inizia ad affiorare anche ai piani alti della scrittura e ad affermarsi su larga parte del territorio nazionale, perdendo così ogni coloritura diatopica o diastratica. Nel contempo, l’accezione metrologica originaria del maschile perde terreno, e il femminile sopravvive per lo più cristallizzato in formule idiomatiche (come tenere/portare in palma di mano). L’articolo propone dunque una ricostruzione della diffusione delle due varianti attraverso i secoli, dai volgarizzamenti vitruviani alle pagine web, dai dialetti alla lingua nazionale, osservandone in parallelo i riflessi e le reazioni della lessicografia.File | Dimensione | Formato | |
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