Comunicazione internazionale e opinione pubblica: Una Storia della comunicazione internazionale dal XIX secolo al XXI secolo. Il sistema internazionale è caratterizzato da un cambiamento dinamico e costante, dove le unità politiche lavorano per cambiare modi e meccanismi di conoscenza delle trasformazioni in atto. È in questo quadro che l'opinione pubblica gioca un ruolo decisivo e attivo nella politica estera degli Stati, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, influenzando il comportamento degli attori politici in più ambiti: transazionale, interno, governativo e non-governativo. Non a caso, grazie alla crescente importanza dei media, l'opinione pubblica è diventata la cosiddetta quarta potenza, la quale si aggiunge agli elementi tradizionali conosciuti: potere economico, militare e diplomatico. Negli ultimi anni le ricerche dedicate alla storia della comunicazione si sono moltiplicate, al punto che la comunicazione si presenta come la cosiddetta chiave del futuro. Anche, i media si sono evoluti nel corso dei secoli, dall’oralità alla scrittura in Babilonia; dalla pietra al papiro in Egitto; dal papiro alla pergamena nell’Impero romano e dalla pergamena alla carta nel medioevo. E le tecnologie legate all'informazione come il telegrafo, il telefono, la radio e la televisione con canali satellitari, il computer e il web hanno svolto un ruolo importante sulla scena mondiale, sia nel sostenere il dominio e rafforzare la posizione geopolitica da parte di talune potenze, sia a livello di vita social-economica per lo sviluppo culturale. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa divenne diffuso - a partire dalla Prima Guerra Mondiale - con influenza sociale. Inoltre, i media hanno ottenuto l’attenzione dei sistemi politici e delle potenze coloniali: tra i cui i giornali a larga tiratura, il cinema, l’industria discografica, l’editoria, le nuove compagnie radiofoniche. La tecnologia della raccolta e della trasmissione delle informazioni (radio, tecniche fotografiche e cinema) ebbe una rapida crescita in rapporto alla guerra. Si può anche notare che - dopo la seconda guerra mondiale - la crescita della funzione narrativa degli strumenti di comunicazione degli eventi bellici, l’influenza sull’opinione pubblica e l’uso crescente dei media come armi belliche in particolare al livello ideologico. A causa dell’importanza dei mezzi di comunicazione i poteri politici hanno cercato di controllare il flusso informativo applicando la censura in diversi gradi sulle fonti d’informazione specialmente nei momenti caldi degli eventi militari. La comunicazione internazionale rispetto ai suoi albori svolge un ruolo fondamentale all’interno di un’arena planetaria o quasi tale (piuttosto che semplicemente regionale, per esempio); è organizzata, pianificata o coordinata su scala globale; è in grado di reciprocità e interdipendenza, nel senso che attività locali di diverse zone del mondo determinano l’una la forma delle altre. Il ruolo della comunicazione mediata nelle nostre società è oggettivamente cresciuto dall’inizio della rivoluzione industriale a oggi. In altre parole, la comunicazione internazionale ha svolto un ruolo di rilievo di tipo economico, politico e militare e ha anche allargato l’ambito spaziale e temporale rendendola più un fondamento della democrazia. Soprattutto nella sua fase più recente, crescenti fenomeni d’individualizzazione e frammentazione sociale hanno prodotto un declino della partecipazione e del coinvolgimento degli individui a realtà organizzate come la famiglia, le istituzioni religiose, i partiti politici, le associazioni. Si potrebbe dire che da una parte i media hanno dapprima unificato e fatto parlare tra loro delle comunità linguistiche attraverso la stampa, la radio e la televisione di stato. Mentre dall’altra essi estesero questo processo unificativo al mondo intero, creando le basi per quel “villaggio globale” di cui parla McLuhan, che è alla base del processo di globalizzazione. Sartre scrisse: “la classe al potere preferisce sempre un dandy a un rivoluzionario” e questo è il compito di questi mezzi di comunicazione internazionale creare il dandy al potere. Dato che I mezzi di comunicazione hanno giocato un ruolo importante - continuando tuttora a farlo - la domanda resta: come possiamo resistere all’influsso dei mezzi di comunicazione che ci manipolano nelle nostre case e nei luoghi di lavoro?

Comunicazione internazionale e opinione pubblica: Una storia della comunicazione internazionale dal XIX secolo al XXI secolo / Abu Hojailah, Assem. - (2016).

Comunicazione internazionale e opinione pubblica: Una storia della comunicazione internazionale dal XIX secolo al XXI secolo.

ABU HOJAILAH, ASSEM
2016

Abstract

Comunicazione internazionale e opinione pubblica: Una Storia della comunicazione internazionale dal XIX secolo al XXI secolo. Il sistema internazionale è caratterizzato da un cambiamento dinamico e costante, dove le unità politiche lavorano per cambiare modi e meccanismi di conoscenza delle trasformazioni in atto. È in questo quadro che l'opinione pubblica gioca un ruolo decisivo e attivo nella politica estera degli Stati, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, influenzando il comportamento degli attori politici in più ambiti: transazionale, interno, governativo e non-governativo. Non a caso, grazie alla crescente importanza dei media, l'opinione pubblica è diventata la cosiddetta quarta potenza, la quale si aggiunge agli elementi tradizionali conosciuti: potere economico, militare e diplomatico. Negli ultimi anni le ricerche dedicate alla storia della comunicazione si sono moltiplicate, al punto che la comunicazione si presenta come la cosiddetta chiave del futuro. Anche, i media si sono evoluti nel corso dei secoli, dall’oralità alla scrittura in Babilonia; dalla pietra al papiro in Egitto; dal papiro alla pergamena nell’Impero romano e dalla pergamena alla carta nel medioevo. E le tecnologie legate all'informazione come il telegrafo, il telefono, la radio e la televisione con canali satellitari, il computer e il web hanno svolto un ruolo importante sulla scena mondiale, sia nel sostenere il dominio e rafforzare la posizione geopolitica da parte di talune potenze, sia a livello di vita social-economica per lo sviluppo culturale. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa divenne diffuso - a partire dalla Prima Guerra Mondiale - con influenza sociale. Inoltre, i media hanno ottenuto l’attenzione dei sistemi politici e delle potenze coloniali: tra i cui i giornali a larga tiratura, il cinema, l’industria discografica, l’editoria, le nuove compagnie radiofoniche. La tecnologia della raccolta e della trasmissione delle informazioni (radio, tecniche fotografiche e cinema) ebbe una rapida crescita in rapporto alla guerra. Si può anche notare che - dopo la seconda guerra mondiale - la crescita della funzione narrativa degli strumenti di comunicazione degli eventi bellici, l’influenza sull’opinione pubblica e l’uso crescente dei media come armi belliche in particolare al livello ideologico. A causa dell’importanza dei mezzi di comunicazione i poteri politici hanno cercato di controllare il flusso informativo applicando la censura in diversi gradi sulle fonti d’informazione specialmente nei momenti caldi degli eventi militari. La comunicazione internazionale rispetto ai suoi albori svolge un ruolo fondamentale all’interno di un’arena planetaria o quasi tale (piuttosto che semplicemente regionale, per esempio); è organizzata, pianificata o coordinata su scala globale; è in grado di reciprocità e interdipendenza, nel senso che attività locali di diverse zone del mondo determinano l’una la forma delle altre. Il ruolo della comunicazione mediata nelle nostre società è oggettivamente cresciuto dall’inizio della rivoluzione industriale a oggi. In altre parole, la comunicazione internazionale ha svolto un ruolo di rilievo di tipo economico, politico e militare e ha anche allargato l’ambito spaziale e temporale rendendola più un fondamento della democrazia. Soprattutto nella sua fase più recente, crescenti fenomeni d’individualizzazione e frammentazione sociale hanno prodotto un declino della partecipazione e del coinvolgimento degli individui a realtà organizzate come la famiglia, le istituzioni religiose, i partiti politici, le associazioni. Si potrebbe dire che da una parte i media hanno dapprima unificato e fatto parlare tra loro delle comunità linguistiche attraverso la stampa, la radio e la televisione di stato. Mentre dall’altra essi estesero questo processo unificativo al mondo intero, creando le basi per quel “villaggio globale” di cui parla McLuhan, che è alla base del processo di globalizzazione. Sartre scrisse: “la classe al potere preferisce sempre un dandy a un rivoluzionario” e questo è il compito di questi mezzi di comunicazione internazionale creare il dandy al potere. Dato che I mezzi di comunicazione hanno giocato un ruolo importante - continuando tuttora a farlo - la domanda resta: come possiamo resistere all’influsso dei mezzi di comunicazione che ci manipolano nelle nostre case e nei luoghi di lavoro?
2016
Professore Gianluca Bonaiuti
SIRIA
Abu Hojailah, Assem
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Descrizione: tesi di dottorato sulla comunicazione internazionale e opinione pubblica
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1027921
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