La tesi dal titolo La fortuna delle Mille e una notte nella letteratura italiana, intende ricostruire la storia delle Notti Arabe all'interno del panorama letterario italiano dal Medioevo alla contemporaneità. Il lavoro è diviso in tre capitoli, il primo dei quali si apre con alcune pagine introduttive dedicate alla ricostruzione del processo di trasmissione dell’opera, nel passaggio dall’oralità alla scrittura, e al contesto storico e culturale all’interno del quale essa trova realizzazione. Segue uno studio rivolto alla genesi e all’evoluzione testuale delle Mille e una notte, basato sull’approfondimento dei caratteri tipici delle tre fasi che hanno portato, con il passare dei secoli, a quell’insieme di materiali che costituiscono le Notti nella forma che conosciamo: quella indo-persiana, quella bagdadita e quella egiziana. Dopo aver presentato i passaggi attraverso cui il testo si compone fino a diventare libro, l’ultima parte del capitolo è dedicata alle edizioni arabe ottocentesche (Calcutta I, Breslavia, Calcutta II, Bulaq) che rappresentano le fonti delle traduzioni europee dell’opera, utilizzate da traduttori inglesi, francesi e italiani, in alternativa alla versione di Antoine Galland, più nota ma meno completa dal punto di vista delle fonti usate. Il secondo capitolo traccia un percorso relativo ai contatti culturali tra il mondo arabo e l’Occidente e si rivolge all’influenza delle Notti arabe nella letteratura italiana, dalle prime testimonianze di epoca medievale fino ad oggi. In particolare si sofferma sulla fortuna dell’opera dalle origini fino al Settecento, secolo in cui Galland dà alle stampe la sua traduzione delle Notti arabe, la quale ha costituito - almeno fino al Novecento - un punto di riferimento nella storia delle traduzioni della raccolta. Il capitolo presenta inoltre le traduzioni delle Mille e una notte dal 1721 fino al 2006, anno in cui esce la seconda traduzione italiana effettuata direttamente su un testo arabo, pubblicata presso l’editore Donzelli di Roma, rivolgendo particolare attenzione alle traduzioni europee diventate poi fonte per le traduzioni italiane, nonché alle due traduzioni italiane realizzate sulla base di testi arabi. È poi analizzata la fortuna dell’opera, dopo la traduzione di Galland fino ai giorni nostri, prendendo in esame non solo l’aspetto suggestivo delle Notti arabe, ma anche la posizione dei critici italiani, soprattutto per quanto riguarda la questione delle fonti orientali nelle raccolte novellistiche in Italia. Il terzo e ultimo capitolo è, infine, occupato dalla bibliografia ragionata e analitica relativa alle Mille e una notte, che comprende i testi reperiti in Italia, sia in italiano sia tradotti dall’inglese, dal francese e dal tedesco. Questo repertorio bibliografico rappresenta la prima bibliografia delle e sulle Notti arabe elaborata in Italia e rivolta ad un pubblico italiano. Nello specifico raccoglie le edizioni delle Notti pubblicate in Italia dal 1721 fino al 2014; le monografie sull’opera; i saggi apparsi in volumi e periodici; le opere tratte dalle Mille e una notte, comprese le opere musicali e i testi per il teatro. La tesi offre nell’insieme un inquadramento generale delle testimonianze relative alla presenza delle Notti arabe nella letteratura italiana.

La fortuna delle Mille e una notte nella letteratura italiana / AL-ITBAUI, QASSIM MOHAMED AZAL. - (2016).

La fortuna delle Mille e una notte nella letteratura italiana

AL-ITBAUI, QASSIM MOHAMED AZAL
2016

Abstract

La tesi dal titolo La fortuna delle Mille e una notte nella letteratura italiana, intende ricostruire la storia delle Notti Arabe all'interno del panorama letterario italiano dal Medioevo alla contemporaneità. Il lavoro è diviso in tre capitoli, il primo dei quali si apre con alcune pagine introduttive dedicate alla ricostruzione del processo di trasmissione dell’opera, nel passaggio dall’oralità alla scrittura, e al contesto storico e culturale all’interno del quale essa trova realizzazione. Segue uno studio rivolto alla genesi e all’evoluzione testuale delle Mille e una notte, basato sull’approfondimento dei caratteri tipici delle tre fasi che hanno portato, con il passare dei secoli, a quell’insieme di materiali che costituiscono le Notti nella forma che conosciamo: quella indo-persiana, quella bagdadita e quella egiziana. Dopo aver presentato i passaggi attraverso cui il testo si compone fino a diventare libro, l’ultima parte del capitolo è dedicata alle edizioni arabe ottocentesche (Calcutta I, Breslavia, Calcutta II, Bulaq) che rappresentano le fonti delle traduzioni europee dell’opera, utilizzate da traduttori inglesi, francesi e italiani, in alternativa alla versione di Antoine Galland, più nota ma meno completa dal punto di vista delle fonti usate. Il secondo capitolo traccia un percorso relativo ai contatti culturali tra il mondo arabo e l’Occidente e si rivolge all’influenza delle Notti arabe nella letteratura italiana, dalle prime testimonianze di epoca medievale fino ad oggi. In particolare si sofferma sulla fortuna dell’opera dalle origini fino al Settecento, secolo in cui Galland dà alle stampe la sua traduzione delle Notti arabe, la quale ha costituito - almeno fino al Novecento - un punto di riferimento nella storia delle traduzioni della raccolta. Il capitolo presenta inoltre le traduzioni delle Mille e una notte dal 1721 fino al 2006, anno in cui esce la seconda traduzione italiana effettuata direttamente su un testo arabo, pubblicata presso l’editore Donzelli di Roma, rivolgendo particolare attenzione alle traduzioni europee diventate poi fonte per le traduzioni italiane, nonché alle due traduzioni italiane realizzate sulla base di testi arabi. È poi analizzata la fortuna dell’opera, dopo la traduzione di Galland fino ai giorni nostri, prendendo in esame non solo l’aspetto suggestivo delle Notti arabe, ma anche la posizione dei critici italiani, soprattutto per quanto riguarda la questione delle fonti orientali nelle raccolte novellistiche in Italia. Il terzo e ultimo capitolo è, infine, occupato dalla bibliografia ragionata e analitica relativa alle Mille e una notte, che comprende i testi reperiti in Italia, sia in italiano sia tradotti dall’inglese, dal francese e dal tedesco. Questo repertorio bibliografico rappresenta la prima bibliografia delle e sulle Notti arabe elaborata in Italia e rivolta ad un pubblico italiano. Nello specifico raccoglie le edizioni delle Notti pubblicate in Italia dal 1721 fino al 2014; le monografie sull’opera; i saggi apparsi in volumi e periodici; le opere tratte dalle Mille e una notte, comprese le opere musicali e i testi per il teatro. La tesi offre nell’insieme un inquadramento generale delle testimonianze relative alla presenza delle Notti arabe nella letteratura italiana.
2016
Roberta Turchi
IRAQ
AL-ITBAUI, QASSIM MOHAMED AZAL
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