L’ambiente è il quadro di vita, la casa comune, il patrimonio di base delle società umane – scriveva un indimenticabile maestro della geografia italiana: Giuseppe Barbieri. Due gli avvenimenti che nel 2015 hanno segnato il passo dell’umanità sulla strada di una più matura coscienza ambientale, fino a comprendere che è necessario e urgente prendersi cura della Terra: primo, la pubblicazione della lettera enciclica di papa Francesco, Laudato si’ sulla cura della casa comune, straordinario saggio di ecologia “integrale”, nel senso assegnato ad una nuova visione del mondo comprensiva delle sue dimensioni naturali, culturali, umane, economiche e sociali; secondo, l’accordo internazionale sul clima firmato a Parigi sotto l’egida della Nazioni Unite, al fine di contenere il riscaldamento globale, nella speranza di arginare, finché si è in tempo, disastrose conseguenze. A metà di questo secolo Cina e India conteranno insieme tre miliardi di abitanti e gli africani saranno il doppio degli attuali, ossia due miliardi e mezzo. Come li nutriremo nove miliardi e settecento milioni di terrestri previsti per il 2050, se già adesso inquinamenti, desertificazione crescente, gigantesche alluvioni stanno seminando morte e distruzione? Gli scienziati hanno stabilito che l’impatto delle attività umane sui sistemi naturali è ormai vicino a raggiungere quei punti critici, oltrepassati i quali gli effetti a catena che ne derivano possono risultare ingovernabili e devastanti. Perciò la sfida del XXI secolo non potrà che essere quella di riuscire ad assicurare prosperità e benessere all’umanità, rispettando i limiti del pianeta. Imboccare la via del cambiamento prima che sia troppo tardi è possibile, ma per elaborare una strategia mondiale all’altezza dei problemi e delle sfide che ci attendono è necessaria una profonda presa di coscienza da parte di tutti sul fatto che la crisi ambientale che stiamo vivendo è il risultato di un malinteso senso dello sviluppo e del progresso. Occorre operare per diffondere la cultura della sostenibilità, ovvero un modello di sviluppo durevole di cui possano beneficiare anche le generazioni future, nella consapevolezza che la lotta alla povertà, la protezione dei diritti umani e della salute si integrano con la conservazione delle risorse e con la tutela dell’ambiente. Molti gli ostacoli da superare per salvare il pianeta, contro il prevalere degli interessi economici sul bene comune: dalla negazione dei problemi all’indifferenza, dalla rassegnazione comoda alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche, dal rifiuto dei potenti al disinteresse dei comuni cittadini. Nel primo capitolo del libro si vuole offrire una guida per orientarsi, sia nel campo della ricerca che a livello didattico, tra le complesse tematiche che ruotano intorno al concetto di ambiente, nel tentativo di puntualizzarne i contenuti e le diverse visuali. Il secondo capitolo ripercorre la storia delle idee ecologiche e lo sviluppo della cultura ambientalista, dagli ideali arcadici ai pionieri della scienza ecologica, dall’etica della Terra alla teoria di Gaia, fino alle riflessioni sulla sostenibilità dello sviluppo. Il terzo capitolo affronta il tema centrale (come salvare il pianeta), conducendo il lettore nel cuore della più grave tra le emergenze ambientali: il cambiamento climatico e la sfida della transizione energetica. Il quarto capitolo, scritto da L. Bonardi e E. Tolusso (Università di Milano), ha per oggetto la geografia italiana di fronte al cambiamento climatico e più in generale mette in discussione certe posizioni scettiche o negazioniste nei riguardi dei rapporti scientifici dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. In appendice si colloca uno scritto inedito del geografo fiorentino Gabriele Ciampi su un’occasione mancata (l’invenzione a Firenze di un ottocentesco motore a scoppio alimentato a idrogeno, sic!), che avrebbe potuto cambiare il corso della storia, lasciando i combustibili fossili là dove sono, sotto terra. Il libro si rivolge principalmente agli studenti dei corsi di geografia e discipline ambientali, ma anche a tutti coloro che si interrogano sul nostro modello di sviluppo ormai divenuto insostenibile e sulle sorti della Terra e dell’umanità presente e futura, sono affascinati dalla natura e vogliono proteggerla.
Ambiente il nostro futuro / Canigiani, Franca. - STAMPA. - (2016), pp. 1-228.
Ambiente il nostro futuro
CANIGIANI, FRANCA
2016
Abstract
L’ambiente è il quadro di vita, la casa comune, il patrimonio di base delle società umane – scriveva un indimenticabile maestro della geografia italiana: Giuseppe Barbieri. Due gli avvenimenti che nel 2015 hanno segnato il passo dell’umanità sulla strada di una più matura coscienza ambientale, fino a comprendere che è necessario e urgente prendersi cura della Terra: primo, la pubblicazione della lettera enciclica di papa Francesco, Laudato si’ sulla cura della casa comune, straordinario saggio di ecologia “integrale”, nel senso assegnato ad una nuova visione del mondo comprensiva delle sue dimensioni naturali, culturali, umane, economiche e sociali; secondo, l’accordo internazionale sul clima firmato a Parigi sotto l’egida della Nazioni Unite, al fine di contenere il riscaldamento globale, nella speranza di arginare, finché si è in tempo, disastrose conseguenze. A metà di questo secolo Cina e India conteranno insieme tre miliardi di abitanti e gli africani saranno il doppio degli attuali, ossia due miliardi e mezzo. Come li nutriremo nove miliardi e settecento milioni di terrestri previsti per il 2050, se già adesso inquinamenti, desertificazione crescente, gigantesche alluvioni stanno seminando morte e distruzione? Gli scienziati hanno stabilito che l’impatto delle attività umane sui sistemi naturali è ormai vicino a raggiungere quei punti critici, oltrepassati i quali gli effetti a catena che ne derivano possono risultare ingovernabili e devastanti. Perciò la sfida del XXI secolo non potrà che essere quella di riuscire ad assicurare prosperità e benessere all’umanità, rispettando i limiti del pianeta. Imboccare la via del cambiamento prima che sia troppo tardi è possibile, ma per elaborare una strategia mondiale all’altezza dei problemi e delle sfide che ci attendono è necessaria una profonda presa di coscienza da parte di tutti sul fatto che la crisi ambientale che stiamo vivendo è il risultato di un malinteso senso dello sviluppo e del progresso. Occorre operare per diffondere la cultura della sostenibilità, ovvero un modello di sviluppo durevole di cui possano beneficiare anche le generazioni future, nella consapevolezza che la lotta alla povertà, la protezione dei diritti umani e della salute si integrano con la conservazione delle risorse e con la tutela dell’ambiente. Molti gli ostacoli da superare per salvare il pianeta, contro il prevalere degli interessi economici sul bene comune: dalla negazione dei problemi all’indifferenza, dalla rassegnazione comoda alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche, dal rifiuto dei potenti al disinteresse dei comuni cittadini. Nel primo capitolo del libro si vuole offrire una guida per orientarsi, sia nel campo della ricerca che a livello didattico, tra le complesse tematiche che ruotano intorno al concetto di ambiente, nel tentativo di puntualizzarne i contenuti e le diverse visuali. Il secondo capitolo ripercorre la storia delle idee ecologiche e lo sviluppo della cultura ambientalista, dagli ideali arcadici ai pionieri della scienza ecologica, dall’etica della Terra alla teoria di Gaia, fino alle riflessioni sulla sostenibilità dello sviluppo. Il terzo capitolo affronta il tema centrale (come salvare il pianeta), conducendo il lettore nel cuore della più grave tra le emergenze ambientali: il cambiamento climatico e la sfida della transizione energetica. Il quarto capitolo, scritto da L. Bonardi e E. Tolusso (Università di Milano), ha per oggetto la geografia italiana di fronte al cambiamento climatico e più in generale mette in discussione certe posizioni scettiche o negazioniste nei riguardi dei rapporti scientifici dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. In appendice si colloca uno scritto inedito del geografo fiorentino Gabriele Ciampi su un’occasione mancata (l’invenzione a Firenze di un ottocentesco motore a scoppio alimentato a idrogeno, sic!), che avrebbe potuto cambiare il corso della storia, lasciando i combustibili fossili là dove sono, sotto terra. Il libro si rivolge principalmente agli studenti dei corsi di geografia e discipline ambientali, ma anche a tutti coloro che si interrogano sul nostro modello di sviluppo ormai divenuto insostenibile e sulle sorti della Terra e dell’umanità presente e futura, sono affascinati dalla natura e vogliono proteggerla.File | Dimensione | Formato | |
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