Nel 2009 un osso frontale umano emerso dai sedimenti fluviali è stato ritrovato lungo una spiaggia del fiume Po in corrispondenza della confluenza con il fiume Adda. Il reperto, denominato “Paus”, è stato affidato ai curatori del vicino Museo Paleoantropologico del Po. Nonostante la frammentarietà del reperto è apparso subito chiaro che il frontale presentava caratteristiche di arcaicità non attribuibili all’uomo moderno. Nel corso degli anni, nella stessa zona, sono stati ritrovati numerosi resti di fauna tipicamente glaciale che hanno permesso di ipotizzare la presenza di una giacitura primaria di fossili glaciali localizzata molto probabilmente nella anse del fiume Adda. Tuttavia fino alla scoperta di questo osso frontale non c’erano indicazioni di una frequentazione umana della aree padane da parte di ominidi arcaici quali nello specifico i Neandertaliani. Data l’unicità del reperto e la mancanza di contestualizzazione si è reso pertanto necessario avviare un progetto di studio multidisciplinare basato su metodologie all’avanguardia per arrivare a una descrizione approfondita del reperto e a una sua corretta classificazione. In questa tesi verranno descritte le analisi genetiche effettuate su una piccola porzione di materiale osseo al fine di caratterizzare il DNA mitocondriale del reperto. Tale marcatore si è rivelato infatti uno strumento molto utile per classificare le diverse forme umane lungo la linea evolutiva degli ominidi. Per effettuare le analisi paleogenetiche è stato utilizzato un approccio di nuova generazione basato su: i. la preparazione di librerie genomiche; ii. l cattura dell’intero genoma mitocondriale tramite ibridazione con sonde biotinilate; iii. il sequenziamento NGS (Next Generation Sequencing); iv. l’analisi delle sequenze ottenute tramite pipeline bioinformatiche specifiche per valutare e massimizzare il livello di autenticità dei dati ottenuti. I dati molecolari ottenuti hanno permesso di dimostrare che, nonostante le pessime condizione di preservazione e l’elevata contaminazione con DNA esogeno moderno, l’osso di Paus contiene ancora tracce di DNA endogeno e che questo DNA presenta caratteristiche neandertaliane. Questo risultato, oltre a contribuire inmaniera sostanziale alla descrizione e classificazione del reperto di Paus, rappresenta la prima prova diretta che questi ominidi frequentassero nelle epoche glaciali anche le aree della pianura padana.
Caratterizzazione genetica di un osso frontale arcaico rinvenuto nei sedimenti del fiume Po nei pressi di Cremona / Gigli, Elena. - (2016).
Caratterizzazione genetica di un osso frontale arcaico rinvenuto nei sedimenti del fiume Po nei pressi di Cremona
GIGLI, ELENA
2016
Abstract
Nel 2009 un osso frontale umano emerso dai sedimenti fluviali è stato ritrovato lungo una spiaggia del fiume Po in corrispondenza della confluenza con il fiume Adda. Il reperto, denominato “Paus”, è stato affidato ai curatori del vicino Museo Paleoantropologico del Po. Nonostante la frammentarietà del reperto è apparso subito chiaro che il frontale presentava caratteristiche di arcaicità non attribuibili all’uomo moderno. Nel corso degli anni, nella stessa zona, sono stati ritrovati numerosi resti di fauna tipicamente glaciale che hanno permesso di ipotizzare la presenza di una giacitura primaria di fossili glaciali localizzata molto probabilmente nella anse del fiume Adda. Tuttavia fino alla scoperta di questo osso frontale non c’erano indicazioni di una frequentazione umana della aree padane da parte di ominidi arcaici quali nello specifico i Neandertaliani. Data l’unicità del reperto e la mancanza di contestualizzazione si è reso pertanto necessario avviare un progetto di studio multidisciplinare basato su metodologie all’avanguardia per arrivare a una descrizione approfondita del reperto e a una sua corretta classificazione. In questa tesi verranno descritte le analisi genetiche effettuate su una piccola porzione di materiale osseo al fine di caratterizzare il DNA mitocondriale del reperto. Tale marcatore si è rivelato infatti uno strumento molto utile per classificare le diverse forme umane lungo la linea evolutiva degli ominidi. Per effettuare le analisi paleogenetiche è stato utilizzato un approccio di nuova generazione basato su: i. la preparazione di librerie genomiche; ii. l cattura dell’intero genoma mitocondriale tramite ibridazione con sonde biotinilate; iii. il sequenziamento NGS (Next Generation Sequencing); iv. l’analisi delle sequenze ottenute tramite pipeline bioinformatiche specifiche per valutare e massimizzare il livello di autenticità dei dati ottenuti. I dati molecolari ottenuti hanno permesso di dimostrare che, nonostante le pessime condizione di preservazione e l’elevata contaminazione con DNA esogeno moderno, l’osso di Paus contiene ancora tracce di DNA endogeno e che questo DNA presenta caratteristiche neandertaliane. Questo risultato, oltre a contribuire inmaniera sostanziale alla descrizione e classificazione del reperto di Paus, rappresenta la prima prova diretta che questi ominidi frequentassero nelle epoche glaciali anche le aree della pianura padana.File | Dimensione | Formato | |
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