Per lungo tempo il tema delle architetture penitenziarie è stato trascurato dalla cultura architettonica contemporanea, lasciando che la progettazione delle strutture carcerarie fosse il risultato inevitabile della sovrapposizione tra prassi desuete, norme di sicurezza e contenimento dei costi di costruzione, a discapito della qualità dello spazio interno e dell’efficacia del trattamento. Oggi, che il tema della detenzione è giunto all'attenzione dell’opinione pubblica in maniera più insistente ed i problemi ad essa connessi sono diventati ormai insostenibili, sempre di più ci si è resi conto della necessità di un sistema penitenziario più efficiente ed in grado di produrre cambiamenti positivi nei reclusi. Risulta quindi necessario ripensare l’architettura della detenzione in termini di qualità dello spazio e rispetto della dignità degli individui, attraverso nuove modalità di detenzione e soprattutto tramite un’azione progettuale consapevole, espressione di un atteggiamento culturale rinnovato, che rafforza il valore rieducativo della pena senza considerarla mera limitazione temporanea di alcuni diritti. La definizione di strutture penitenziarie a trattamento responsabilizzante sembra essere la soluzione più appropriata e proprio in questo senso, si muove il modello della custodia attenuata che concilia al suo interno trattamento rieducativo, attività di responsabilizzazione e qualità dello spazio. Il testo qui presentato si concentra nell'elaborazione di strumenti organizzativo-funzionali per le strutture a custodia attenuata in regime aperto e nella definizione di soluzioni architettoniche in cui il carattere residenziale e domestico delle strutture prevalga sugli schemi tipologici e distributivi tipici degli edifici penitenziari tradizionali. Lo studio punta ad individuare i principi indispensabili ad una progettazione efficace, quali: la localizzazione, il dimensionamento, l’organizzazione spaziale, la tipologia dello spazio abitativo e, ultima ma non meno importante, la razionalizzazione dei flussi interni. Gli elementi chiave individuati sono stati sintetizzati in una serie di criteri progettuali generali con l’obiettivo di risolvere il rapporto tra modello funzionale e struttura tipologica, ovvero tra schema di funzionamento e configurazione planimetrica dell’edificio, nonché il rapporto tra l’edificio e la struttura urbana su cui insiste.

L'architettura del carcere a custodia attenuata - Criteri di progettazione per un nuovo modello di struttura penitenziaria / Vessella, Luigi. - STAMPA. - (2016).

L'architettura del carcere a custodia attenuata - Criteri di progettazione per un nuovo modello di struttura penitenziaria

VESSELLA, LUIGI
2016

Abstract

Per lungo tempo il tema delle architetture penitenziarie è stato trascurato dalla cultura architettonica contemporanea, lasciando che la progettazione delle strutture carcerarie fosse il risultato inevitabile della sovrapposizione tra prassi desuete, norme di sicurezza e contenimento dei costi di costruzione, a discapito della qualità dello spazio interno e dell’efficacia del trattamento. Oggi, che il tema della detenzione è giunto all'attenzione dell’opinione pubblica in maniera più insistente ed i problemi ad essa connessi sono diventati ormai insostenibili, sempre di più ci si è resi conto della necessità di un sistema penitenziario più efficiente ed in grado di produrre cambiamenti positivi nei reclusi. Risulta quindi necessario ripensare l’architettura della detenzione in termini di qualità dello spazio e rispetto della dignità degli individui, attraverso nuove modalità di detenzione e soprattutto tramite un’azione progettuale consapevole, espressione di un atteggiamento culturale rinnovato, che rafforza il valore rieducativo della pena senza considerarla mera limitazione temporanea di alcuni diritti. La definizione di strutture penitenziarie a trattamento responsabilizzante sembra essere la soluzione più appropriata e proprio in questo senso, si muove il modello della custodia attenuata che concilia al suo interno trattamento rieducativo, attività di responsabilizzazione e qualità dello spazio. Il testo qui presentato si concentra nell'elaborazione di strumenti organizzativo-funzionali per le strutture a custodia attenuata in regime aperto e nella definizione di soluzioni architettoniche in cui il carattere residenziale e domestico delle strutture prevalga sugli schemi tipologici e distributivi tipici degli edifici penitenziari tradizionali. Lo studio punta ad individuare i principi indispensabili ad una progettazione efficace, quali: la localizzazione, il dimensionamento, l’organizzazione spaziale, la tipologia dello spazio abitativo e, ultima ma non meno importante, la razionalizzazione dei flussi interni. Gli elementi chiave individuati sono stati sintetizzati in una serie di criteri progettuali generali con l’obiettivo di risolvere il rapporto tra modello funzionale e struttura tipologica, ovvero tra schema di funzionamento e configurazione planimetrica dell’edificio, nonché il rapporto tra l’edificio e la struttura urbana su cui insiste.
2016
978-88-917-2949-1
Vessella, Luigi
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