L’introduzione della mindfulness all’interno della psicologia occidentale ha contribuito a far emergere nuove prospettive di intervento. Tra queste, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT; Hayes, Strosahl, & Wilson, 1999) propone un quadro teorico coerente di processi legati alla promozione del benessere psicologico. Nonostante recentemente la ricerca in tale ambito si sia sviluppata, la relazione tra alcuni di questi processi e il funzionamento psicologico necessita di ulteriori approfondimenti. In particolare, per quanto le abilità di mindfulness siano centrali nell’ACT, ancora pochi studi hanno posto la loro attenzione sulle relazioni esistenti tra benessere, distress emotivo e le diverse abilità di mindfulness (Bergin & Pakenham, 2016). Pertanto obiettivo della presente ricerca è ampliare le conoscenze relative al ruolo della mindfulness e dei valori nella promozione del benessere psicologico. Il primo studio si è concentrato sull’analisi di tali relazioni ipotizzando, in base alla letteratura (Jimenez et al., 2010), che diverse abilità di mindfulness (osservare; descrivere; agire con consapevolezza; non giudicare; non reagire) possano influenzare il grado di distress emotivo attraverso il benessere psicologico. La path analysis condotta su un campione di 119 partecipanti ha evidenziato come la capacità di descrivere gli eventi interni e di agire con consapevolezza predicano in modo indiretto, attraverso il benessere psicologico, il distress emotivo, mentre la mancanza di reazione alle esperienze interne lo predica in modo diretto. La capacità di non giudicare gli eventi interni ha mostrato di essere una variabile chiave, in quanto sembra influenzare sia direttamente che indirettamente il distress emotivo. Si tratta di risultati rilevanti non solo da un punto di vista teorico, ma anche per la progettazione di interventi di promozione del benessere. In aggiunta alle abilità di mindfulness, la prospettiva ACT pone al centro del benessere psicologico i valori personali. Per quanto questi rivestano un ruolo fondamentale, le conoscenze dei meccanismi attraverso cui esercitano i loro effetti sul funzionamento psicologico risultano carenti, soprattutto in una popolazione particolare come quella di persone affette da dolore cronico (McCracken & Morley, 2014). Pertanto, il secondo e il terzo studio hanno avuto come obiettivo la validazione italiana di tre strumenti per la valutazione di due processi ancora poco studiati: il successo percepito nel vivere secondo i valori personali e la capacità di agire in linea con essi (azione impegnata). In particolare, il secondo studio ha avuto come scopo la validazione del Chronic Pain Values Inventory (CPVI; McCracken & Yang, 2006) su un campione di pazienti con dolore cronico e della sua versione adattata per popolazioni non cliniche, il Brief Values Inventory (BVI; McCracken & Yang, 2008), su un campione di popolazione generale. Gli adattamenti sono risultati attendibili e validi rendendo disponibili tali strumenti nel panorama italiano. Il terzo studio si è concentrato sull’adattamento del Committed Action Questionnaire-8 (CAQ-8; McCracken, Chilcot, & Norton, 2015) con un campione di popolazione generale. I risultati dell’analisi confermativa hanno confermato una struttura a due fattori coerente con quella della versione originale. Inoltre, alcune analisi di regressione gerarchica hanno sostenuto la validità predittiva dell’adattamento, evidenziando il ruolo che l’azione impegnata riveste nel predire variabili di funzionamento come la flessibilità psicologica, il benessere psicologico, la salute mentale e il distress emotivo. Il quarto studio, infine, ha mirato ad approfondire i meccanismi attraverso cui gli interventi ACT sui valori esercitano i loro effetti in pazienti con dolore cronico, assumendo come prospettiva esplicativa la teoria della self-integrity (Steele, 1988). Questa teoria ritiene che gli individui siano motivati a mantenere un’idea di sé come buoni, degni di valore e adeguati al contesto e che la riflessione sui valori, attivando un processo di autoaffermazione, possa favorire il mantenimento di tale idea. In particolare, è stato ipotizzato che un intervento di autoaffermazione potesse esercitare degli effetti simili a quelli degli interventi ACT su variabili come il benessere psicologico, l’accettazione del dolore, la catastrofizzazione e l’inflessibilità psicologica. Attraverso un disegno monofattoriale tra gruppi, 50 pazienti affetti da dolore cronico sono stati sottoposti ad un intervento di autoaffermazione, mentre 54 pazienti sono stati assegnati al gruppo di controllo. La percezione di successo nei valori, la capacità di azione impegnata e il livello di mindfulness, precedenti alla manipolazione, sono state inserite come covariate nelle analisi della varianza al fine di controllarne gli effetti. I risultati hanno mostrato come l’intervento abbia promosso non solo un aumento del benessere psicologico, ma anche maggior accettazione del dolore e diminuzione della catastrofizzazione; suggerendo che l’autoaffermazione possa essere uno dei meccanismi attraverso cui gli interventi ACT sui valori esercitano i loro effetti. I risultati della ricerca consentono, da un lato, di porre le basi per un’integrazione tra ACT e self-integrity nella progettazione di interventi per la gestione del dolore cronico, dall’altro, di ampliare le conoscenze teoriche relative al ruolo dei valori nella promozione del benessere psicologico.

Promozione del benessere psicologico e gestione del dolore cronico: Valori, azione impegnata e mindfulness / Baroni, Duccio. - (2017).

Promozione del benessere psicologico e gestione del dolore cronico: Valori, azione impegnata e mindfulness

BARONI, DUCCIO
2017

Abstract

L’introduzione della mindfulness all’interno della psicologia occidentale ha contribuito a far emergere nuove prospettive di intervento. Tra queste, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT; Hayes, Strosahl, & Wilson, 1999) propone un quadro teorico coerente di processi legati alla promozione del benessere psicologico. Nonostante recentemente la ricerca in tale ambito si sia sviluppata, la relazione tra alcuni di questi processi e il funzionamento psicologico necessita di ulteriori approfondimenti. In particolare, per quanto le abilità di mindfulness siano centrali nell’ACT, ancora pochi studi hanno posto la loro attenzione sulle relazioni esistenti tra benessere, distress emotivo e le diverse abilità di mindfulness (Bergin & Pakenham, 2016). Pertanto obiettivo della presente ricerca è ampliare le conoscenze relative al ruolo della mindfulness e dei valori nella promozione del benessere psicologico. Il primo studio si è concentrato sull’analisi di tali relazioni ipotizzando, in base alla letteratura (Jimenez et al., 2010), che diverse abilità di mindfulness (osservare; descrivere; agire con consapevolezza; non giudicare; non reagire) possano influenzare il grado di distress emotivo attraverso il benessere psicologico. La path analysis condotta su un campione di 119 partecipanti ha evidenziato come la capacità di descrivere gli eventi interni e di agire con consapevolezza predicano in modo indiretto, attraverso il benessere psicologico, il distress emotivo, mentre la mancanza di reazione alle esperienze interne lo predica in modo diretto. La capacità di non giudicare gli eventi interni ha mostrato di essere una variabile chiave, in quanto sembra influenzare sia direttamente che indirettamente il distress emotivo. Si tratta di risultati rilevanti non solo da un punto di vista teorico, ma anche per la progettazione di interventi di promozione del benessere. In aggiunta alle abilità di mindfulness, la prospettiva ACT pone al centro del benessere psicologico i valori personali. Per quanto questi rivestano un ruolo fondamentale, le conoscenze dei meccanismi attraverso cui esercitano i loro effetti sul funzionamento psicologico risultano carenti, soprattutto in una popolazione particolare come quella di persone affette da dolore cronico (McCracken & Morley, 2014). Pertanto, il secondo e il terzo studio hanno avuto come obiettivo la validazione italiana di tre strumenti per la valutazione di due processi ancora poco studiati: il successo percepito nel vivere secondo i valori personali e la capacità di agire in linea con essi (azione impegnata). In particolare, il secondo studio ha avuto come scopo la validazione del Chronic Pain Values Inventory (CPVI; McCracken & Yang, 2006) su un campione di pazienti con dolore cronico e della sua versione adattata per popolazioni non cliniche, il Brief Values Inventory (BVI; McCracken & Yang, 2008), su un campione di popolazione generale. Gli adattamenti sono risultati attendibili e validi rendendo disponibili tali strumenti nel panorama italiano. Il terzo studio si è concentrato sull’adattamento del Committed Action Questionnaire-8 (CAQ-8; McCracken, Chilcot, & Norton, 2015) con un campione di popolazione generale. I risultati dell’analisi confermativa hanno confermato una struttura a due fattori coerente con quella della versione originale. Inoltre, alcune analisi di regressione gerarchica hanno sostenuto la validità predittiva dell’adattamento, evidenziando il ruolo che l’azione impegnata riveste nel predire variabili di funzionamento come la flessibilità psicologica, il benessere psicologico, la salute mentale e il distress emotivo. Il quarto studio, infine, ha mirato ad approfondire i meccanismi attraverso cui gli interventi ACT sui valori esercitano i loro effetti in pazienti con dolore cronico, assumendo come prospettiva esplicativa la teoria della self-integrity (Steele, 1988). Questa teoria ritiene che gli individui siano motivati a mantenere un’idea di sé come buoni, degni di valore e adeguati al contesto e che la riflessione sui valori, attivando un processo di autoaffermazione, possa favorire il mantenimento di tale idea. In particolare, è stato ipotizzato che un intervento di autoaffermazione potesse esercitare degli effetti simili a quelli degli interventi ACT su variabili come il benessere psicologico, l’accettazione del dolore, la catastrofizzazione e l’inflessibilità psicologica. Attraverso un disegno monofattoriale tra gruppi, 50 pazienti affetti da dolore cronico sono stati sottoposti ad un intervento di autoaffermazione, mentre 54 pazienti sono stati assegnati al gruppo di controllo. La percezione di successo nei valori, la capacità di azione impegnata e il livello di mindfulness, precedenti alla manipolazione, sono state inserite come covariate nelle analisi della varianza al fine di controllarne gli effetti. I risultati hanno mostrato come l’intervento abbia promosso non solo un aumento del benessere psicologico, ma anche maggior accettazione del dolore e diminuzione della catastrofizzazione; suggerendo che l’autoaffermazione possa essere uno dei meccanismi attraverso cui gli interventi ACT sui valori esercitano i loro effetti. I risultati della ricerca consentono, da un lato, di porre le basi per un’integrazione tra ACT e self-integrity nella progettazione di interventi per la gestione del dolore cronico, dall’altro, di ampliare le conoscenze teoriche relative al ruolo dei valori nella promozione del benessere psicologico.
2017
Cristina Stefanile
ITALIA
Baroni, Duccio
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Tipologia: Tesi di dottorato
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