Il progressivo spostamento del baricentro dell’oggetto del giudizio amministrativo dall’atto al rapporto e la perdita di centralità dell’azione costitutiva, con l’affiancamento, all’azione di annullamento, di altre azio-ni, caratteristiche del processo civile, ha imposto di ripensare al modello di tutela offerto al cittadino nella dialettica col potere pubblico. Nel raf-fronto tra analoghi istituti, riguardati dal diverso angolo visuale del pro-cesso amministrativo e del processo civile, ci si chiede in che modo i mu-tamenti di fisionomia che il primo ha subito nel corso degli anni abbiano avvicinato le due prospettive con riferimento a temi classici, quali l’oggetto del giudizio, le condizioni dell’azione, il contenuto dell’atto in-troduttivo. Ci si interroga perciò sull’esistenza o meno di un modello teo-rico di processo che inizia con ricorso, sulla differenza tra legittimazione e interesse a ricorrere nel processo civile e in quello amministrativo, e so-prattutto sulle caratteristiche di quei particolari giudizi civili nei quali, come nel processo amministrativo, si chiede al giudice di intervenire con riferimento al potere, nelle sue differenti manifestazioni: il potere dell’assemblea, nei giudizi di impugnativa delle delibere assembleari; il potere del datore di lavoro, nei giudizi di impugnativa del licenziamento. La peculiarità che accomuna questi giudizi a quello amministrativo, diffe-renziandoli dalle impugnative negoziali, è che viene in rilievo un potere «doppio»: quello che, prima delle sentenze delle sezioni unite del 2014, nelle impugnative negoziali da molti era visto come oggetto del processo, ovvero il diritto potestativo a necessario esercizio giudiziale, e quello, so-stanziale, che si traduce invece nell’atto cui l’impugnativa si rivolge.
PROCESSO AMMINISTRATIVO “SULL’ATTO” E PROCESSO CIVILE A CONFRONTO. CONSIDERAZIONI DI UN PROCESSUALCIVILISTA / Pagni, Ilaria. - In: RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE. - ISSN 0035-6182. - STAMPA. - (2020), pp. 1486-1524.
PROCESSO AMMINISTRATIVO “SULL’ATTO” E PROCESSO CIVILE A CONFRONTO. CONSIDERAZIONI DI UN PROCESSUALCIVILISTA
PAGNI, ILARIA
2020
Abstract
Il progressivo spostamento del baricentro dell’oggetto del giudizio amministrativo dall’atto al rapporto e la perdita di centralità dell’azione costitutiva, con l’affiancamento, all’azione di annullamento, di altre azio-ni, caratteristiche del processo civile, ha imposto di ripensare al modello di tutela offerto al cittadino nella dialettica col potere pubblico. Nel raf-fronto tra analoghi istituti, riguardati dal diverso angolo visuale del pro-cesso amministrativo e del processo civile, ci si chiede in che modo i mu-tamenti di fisionomia che il primo ha subito nel corso degli anni abbiano avvicinato le due prospettive con riferimento a temi classici, quali l’oggetto del giudizio, le condizioni dell’azione, il contenuto dell’atto in-troduttivo. Ci si interroga perciò sull’esistenza o meno di un modello teo-rico di processo che inizia con ricorso, sulla differenza tra legittimazione e interesse a ricorrere nel processo civile e in quello amministrativo, e so-prattutto sulle caratteristiche di quei particolari giudizi civili nei quali, come nel processo amministrativo, si chiede al giudice di intervenire con riferimento al potere, nelle sue differenti manifestazioni: il potere dell’assemblea, nei giudizi di impugnativa delle delibere assembleari; il potere del datore di lavoro, nei giudizi di impugnativa del licenziamento. La peculiarità che accomuna questi giudizi a quello amministrativo, diffe-renziandoli dalle impugnative negoziali, è che viene in rilievo un potere «doppio»: quello che, prima delle sentenze delle sezioni unite del 2014, nelle impugnative negoziali da molti era visto come oggetto del processo, ovvero il diritto potestativo a necessario esercizio giudiziale, e quello, so-stanziale, che si traduce invece nell’atto cui l’impugnativa si rivolge.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.