Il progressivo spostamento del baricentro dell’oggetto del giudizio amministrativo dall’atto al rapporto e la perdita di centralità dell’azione costitutiva, con l’affiancamento, all’azione di annullamento, di altre azioni, caratteristiche del processo civile, ha imposto di ripensare al modello di tutela offerto al cittadino nella dialettica col potere pubblico. Nel raffronto tra analoghi istituti, riguardati dal diverso angolo visuale del pro-cesso amministrativo e del processo civile, ci si chiede in che modo i mu-tamenti di fisionomia che il primo ha subito nel corso degli anni abbiano avvicinato le due prospettive con riferimento a temi classici, quali l’oggetto del giudizio, le condizioni dell’azione, il contenuto dell’atto introduttivo. Ci si interroga perciò sull’esistenza o meno di un modello teorico di processo che inizia con ricorso, sulla differenza tra legittimazione e interesse a ricorrere nel processo civile e in quello amministrativo, e soprattutto sulle caratteristiche di quei particolari giudizi civili nei quali, come nel processo amministrativo, si chiede al giudice di intervenire con riferimento al potere, nelle sue differenti manifestazioni: il potere dell’assemblea, nei giudizi di impugnativa delle delibere assembleari; il potere del datore di lavoro, nei giudizi di impugnativa del licenziamento. La peculiarità che accomuna questi giudizi a quello amministrativo, differenziandoli dalle impugnative negoziali, è che viene in rilievo un potere «doppio»: quello che, prima delle sentenze delle sezioni unite del 2014, nelle impugnative negoziali da molti era visto come oggetto del processo, ovvero il diritto potestativo a necessario esercizio giudiziale, e quello, sostanziale, che si traduce invece nell’atto cui l’impugnativa si rivolge. The gradual shift in the focus of administrative litigation from the act to the relationship, along with the loss of centrality of the constitutive action, has led to the introduction of other actions alongside the annulment action, characteristic of civil procedure. This has necessitated a reevaluation of the model of protection offered to citizens in their interaction with public authorities. In comparing similar institutions viewed from the differing perspectives of administrative and civil procedure, the question arises as to how the changes in the nature of the former over the years have brought the two perspectives closer together with regard to classic themes such as the subject matter of the case, the conditions for action, and the content of the initiating act. Thus, the inquiry focuses on the existence or non-existence of a theoretical model of litigation that begins with a petition, the distinction between standing and interest to sue in civil and administrative proceedings, and, above all, the characteristics of those particular civil proceedings in which, as in administrative litigation, the judge is asked to intervene in matters of power, in its various forms: the power of the assembly in cases challenging corporate resolutions; the power of the employer in cases challenging dismissals. The peculiarity that unites these cases with administrative litigation, distinguishing them from contractual appeals, is the involvement of a "dual" power: the power that, before the 2014 United Sections' decisions, was seen by many as the object of the litigation in contractual appeals—that is, the potestative right requiring judicial exercise—and the substantive power that is reflected in the act to which the appeal is directed.
PROCESSO AMMINISTRATIVO “SULL’ATTO” E PROCESSO CIVILE A CONFRONTO. CONSIDERAZIONI DI UN PROCESSUALCIVILISTA / Pagni, Ilaria. - In: RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE. - ISSN 0035-6182. - STAMPA. - (2020), pp. 1486-1524.
PROCESSO AMMINISTRATIVO “SULL’ATTO” E PROCESSO CIVILE A CONFRONTO. CONSIDERAZIONI DI UN PROCESSUALCIVILISTA
PAGNI, ILARIA
2020
Abstract
Il progressivo spostamento del baricentro dell’oggetto del giudizio amministrativo dall’atto al rapporto e la perdita di centralità dell’azione costitutiva, con l’affiancamento, all’azione di annullamento, di altre azioni, caratteristiche del processo civile, ha imposto di ripensare al modello di tutela offerto al cittadino nella dialettica col potere pubblico. Nel raffronto tra analoghi istituti, riguardati dal diverso angolo visuale del pro-cesso amministrativo e del processo civile, ci si chiede in che modo i mu-tamenti di fisionomia che il primo ha subito nel corso degli anni abbiano avvicinato le due prospettive con riferimento a temi classici, quali l’oggetto del giudizio, le condizioni dell’azione, il contenuto dell’atto introduttivo. Ci si interroga perciò sull’esistenza o meno di un modello teorico di processo che inizia con ricorso, sulla differenza tra legittimazione e interesse a ricorrere nel processo civile e in quello amministrativo, e soprattutto sulle caratteristiche di quei particolari giudizi civili nei quali, come nel processo amministrativo, si chiede al giudice di intervenire con riferimento al potere, nelle sue differenti manifestazioni: il potere dell’assemblea, nei giudizi di impugnativa delle delibere assembleari; il potere del datore di lavoro, nei giudizi di impugnativa del licenziamento. La peculiarità che accomuna questi giudizi a quello amministrativo, differenziandoli dalle impugnative negoziali, è che viene in rilievo un potere «doppio»: quello che, prima delle sentenze delle sezioni unite del 2014, nelle impugnative negoziali da molti era visto come oggetto del processo, ovvero il diritto potestativo a necessario esercizio giudiziale, e quello, sostanziale, che si traduce invece nell’atto cui l’impugnativa si rivolge. The gradual shift in the focus of administrative litigation from the act to the relationship, along with the loss of centrality of the constitutive action, has led to the introduction of other actions alongside the annulment action, characteristic of civil procedure. This has necessitated a reevaluation of the model of protection offered to citizens in their interaction with public authorities. In comparing similar institutions viewed from the differing perspectives of administrative and civil procedure, the question arises as to how the changes in the nature of the former over the years have brought the two perspectives closer together with regard to classic themes such as the subject matter of the case, the conditions for action, and the content of the initiating act. Thus, the inquiry focuses on the existence or non-existence of a theoretical model of litigation that begins with a petition, the distinction between standing and interest to sue in civil and administrative proceedings, and, above all, the characteristics of those particular civil proceedings in which, as in administrative litigation, the judge is asked to intervene in matters of power, in its various forms: the power of the assembly in cases challenging corporate resolutions; the power of the employer in cases challenging dismissals. The peculiarity that unites these cases with administrative litigation, distinguishing them from contractual appeals, is the involvement of a "dual" power: the power that, before the 2014 United Sections' decisions, was seen by many as the object of the litigation in contractual appeals—that is, the potestative right requiring judicial exercise—and the substantive power that is reflected in the act to which the appeal is directed.File | Dimensione | Formato | |
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