Lo studio trae origine da un’esperienza dell’Amministrazione Comunale di Firenze relativa al valutare l’opportunità di adesione o meno ad un protocollo di intesa redatto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per la realizzazione di interventi di rigenerazione e nuova costruzione di edifici scolastici, attraverso la costituzione e la successiva partecipazione ad un fondo immobiliare specifico. Dopo aver approfondito la struttura, la regolamentazione, il mercato e gli aspetti fiscali dei fondi immobiliari, si è voluto inquadrare il contesto nazionale entro cui si sviluppa l’edilizia scolastica. In particolare, vengono considerate le forme di finanziamento, le nuove linee-guida delle norme tecniche emanate dal MIUR nel 2013 e la necessità dei singoli Enti Locali di valorizzare, riqualificare e in molti casi ricostruire il patrimonio edilizio pubblico a destinazione scolastica. La fase analitica viene anticipata dalla descrizione di quegli immobili indicati dal Comune di Firenze quali beni conferibili al fondo costituendo. Successivamente, si profila una dinamica logico-metodologica correlabile alla creazione di un fondo immobiliare scolastico da parte di uno o più Enti Locali. Allo scopo si evidenziano gli aspetti positivi e negativi riscontrabili nella costituzione di uno strumento finanziario idoneo a risolvere un problema di natura patrimoniale. L’approfondimento analitico si incentra sull’applicazione di un Discounted Cash Flow rapportato a quattro distinti scenari decisionali e sulla misurazione del Public Sector Comparator. In primis si chiarisce che il PSC è un criterio che valuta la convenienza del ricorso al partenariato pubblico-privato da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Le risultanze del quadro analitico impostato mettono in luce che l’avvalersi di strumenti finanziari atti a spogliare l’Ente del suo patrimonio edilizio, rivela una connotazione principalmente elusiva, tanto del disposto dal Patto di Stabilità Interno, quanto delle normative che regolano gli appalti pubblici in tema di progettazione e costruzione di opere edilizie. Va inoltre specificato come l’operazione di costituzione del fondo sia di fatto confrontabile alla c.d. “realizzazione in-house”, la cui differenza afferisce sostanzialmente nella monetizzazione del rischio trasferito al privato. L’esperienza trattata dallo studio offre l’allargamento ad ulteriori prospettive, quali la creazione di un fondo esteso al patrimonio edilizio comunale nel suo complesso, così da facilitare sia l’operazione di riqualificazione che non di dismissione degli assets immobiliari.

Edifici scolastici, fondi immobiliari e Patto di stabilità / Carrer, Stefano; Di Carlo, Aureliano. - STAMPA. - (2017).

Edifici scolastici, fondi immobiliari e Patto di stabilità

CARRER, STEFANO;DI CARLO, AURELIANO
2017

Abstract

Lo studio trae origine da un’esperienza dell’Amministrazione Comunale di Firenze relativa al valutare l’opportunità di adesione o meno ad un protocollo di intesa redatto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per la realizzazione di interventi di rigenerazione e nuova costruzione di edifici scolastici, attraverso la costituzione e la successiva partecipazione ad un fondo immobiliare specifico. Dopo aver approfondito la struttura, la regolamentazione, il mercato e gli aspetti fiscali dei fondi immobiliari, si è voluto inquadrare il contesto nazionale entro cui si sviluppa l’edilizia scolastica. In particolare, vengono considerate le forme di finanziamento, le nuove linee-guida delle norme tecniche emanate dal MIUR nel 2013 e la necessità dei singoli Enti Locali di valorizzare, riqualificare e in molti casi ricostruire il patrimonio edilizio pubblico a destinazione scolastica. La fase analitica viene anticipata dalla descrizione di quegli immobili indicati dal Comune di Firenze quali beni conferibili al fondo costituendo. Successivamente, si profila una dinamica logico-metodologica correlabile alla creazione di un fondo immobiliare scolastico da parte di uno o più Enti Locali. Allo scopo si evidenziano gli aspetti positivi e negativi riscontrabili nella costituzione di uno strumento finanziario idoneo a risolvere un problema di natura patrimoniale. L’approfondimento analitico si incentra sull’applicazione di un Discounted Cash Flow rapportato a quattro distinti scenari decisionali e sulla misurazione del Public Sector Comparator. In primis si chiarisce che il PSC è un criterio che valuta la convenienza del ricorso al partenariato pubblico-privato da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Le risultanze del quadro analitico impostato mettono in luce che l’avvalersi di strumenti finanziari atti a spogliare l’Ente del suo patrimonio edilizio, rivela una connotazione principalmente elusiva, tanto del disposto dal Patto di Stabilità Interno, quanto delle normative che regolano gli appalti pubblici in tema di progettazione e costruzione di opere edilizie. Va inoltre specificato come l’operazione di costituzione del fondo sia di fatto confrontabile alla c.d. “realizzazione in-house”, la cui differenza afferisce sostanzialmente nella monetizzazione del rischio trasferito al privato. L’esperienza trattata dallo studio offre l’allargamento ad ulteriori prospettive, quali la creazione di un fondo esteso al patrimonio edilizio comunale nel suo complesso, così da facilitare sia l’operazione di riqualificazione che non di dismissione degli assets immobiliari.
2017
9788896080771
Carrer, Stefano; Di Carlo, Aureliano
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