il testo si presenta come un contributo articolato alla formazione di coloro che si preparano ad essere operatori/educatori in differenti contesti sociali ed educativi, e non solo di problematicità o emergenza sociale, perché è ormai comprovato che ogni luogo potrebbe essere un potenziale attivatore di processi di esclusione. Pensiamo a come la scuola, che dovrebbe essere lo spazio dell’inclusione sociale, realizzi quotidianamente forme di esclusione attraverso, ad esempio, le svariate dinamiche selettive o le differenti condizioni di offerta formativa che vengono date a chi sceglie di avvalersi della religione cattolica rispetto a chi sceglie di non avvalersene. In particolare il libro è stato pensato per gli operatori che lavorano nell’ambito della marginalità causata da forme di svantaggio, come le condizioni di povertà o di migrazione, da contesti di conflitto e di difficile sopravvivenza, e vogliono lavorare con approcci intenzionalmente rivolti a migliorare le potenzialità di apprendimento e di conoscenza di ogni soggetto al fine di favorire processi di inclusione sociale consapevoli e partecipativi. Come il lettore avrà modo di appurare, la prima parte presenta diversi approcci di lettura e di analisi delle problematiche della marginalità e di alcuni contesti critici, mentre la seconda risulta più monografica e centrata sul contributo dato alla risoluzione di questi problemi dalla teoria, dal metodo e dagli strumenti elaborati da Reuven Feuerstein. La prima parte vuole quindi introdurre il lettore alla visione e alla riflessione critica su una molteplicità di problemi e contesti che interessano la marginalità perché siamo convinti che nessun approccio o prospettiva di lettura possa essere di per sé esaustivo e completo, e che sia più utile dare ai futuri educatori o professionisti una varietà di strumenti da utilizzare in una molteplicità di situazioni. Nella seconda parte il lettore troverà la proposta di un modello flessibile essenzialmente centrato sulla relazione educativa e per questo capace di integrarsi dinamicamente con gli approcci considerati nella prima parte. Con riferimento al contributo di Feuestein desideriamo far riflettere sulla consapevolezza che ogni intervento educativo, soprattutto se inserito nelle problematiche della marginalità, debba permettere alle persone coinvolte di attivare un cambiamento attivo e positivo della loro situazione e condizione, utilizzando principalmente le proprie potenzialità di apprendimento.

Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato / Silvia, Guetta. - STAMPA. - (2010), pp. 1-9.

Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato.

silvia guetta
2010

Abstract

il testo si presenta come un contributo articolato alla formazione di coloro che si preparano ad essere operatori/educatori in differenti contesti sociali ed educativi, e non solo di problematicità o emergenza sociale, perché è ormai comprovato che ogni luogo potrebbe essere un potenziale attivatore di processi di esclusione. Pensiamo a come la scuola, che dovrebbe essere lo spazio dell’inclusione sociale, realizzi quotidianamente forme di esclusione attraverso, ad esempio, le svariate dinamiche selettive o le differenti condizioni di offerta formativa che vengono date a chi sceglie di avvalersi della religione cattolica rispetto a chi sceglie di non avvalersene. In particolare il libro è stato pensato per gli operatori che lavorano nell’ambito della marginalità causata da forme di svantaggio, come le condizioni di povertà o di migrazione, da contesti di conflitto e di difficile sopravvivenza, e vogliono lavorare con approcci intenzionalmente rivolti a migliorare le potenzialità di apprendimento e di conoscenza di ogni soggetto al fine di favorire processi di inclusione sociale consapevoli e partecipativi. Come il lettore avrà modo di appurare, la prima parte presenta diversi approcci di lettura e di analisi delle problematiche della marginalità e di alcuni contesti critici, mentre la seconda risulta più monografica e centrata sul contributo dato alla risoluzione di questi problemi dalla teoria, dal metodo e dagli strumenti elaborati da Reuven Feuerstein. La prima parte vuole quindi introdurre il lettore alla visione e alla riflessione critica su una molteplicità di problemi e contesti che interessano la marginalità perché siamo convinti che nessun approccio o prospettiva di lettura possa essere di per sé esaustivo e completo, e che sia più utile dare ai futuri educatori o professionisti una varietà di strumenti da utilizzare in una molteplicità di situazioni. Nella seconda parte il lettore troverà la proposta di un modello flessibile essenzialmente centrato sulla relazione educativa e per questo capace di integrarsi dinamicamente con gli approcci considerati nella prima parte. Con riferimento al contributo di Feuestein desideriamo far riflettere sulla consapevolezza che ogni intervento educativo, soprattutto se inserito nelle problematiche della marginalità, debba permettere alle persone coinvolte di attivare un cambiamento attivo e positivo della loro situazione e condizione, utilizzando principalmente le proprie potenzialità di apprendimento.
2010
KOINÈ - Centro Interdisciplinare di Psicologia e Scienze dell’Educazione
Roma
Silvia Guetta
Saper educare in contesti di marginalità. Analisi dei problemi ed esperienze di apprendimento mediato.
Silvia, Guetta
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