Nel 1623 Giovan Battista Andreini, nella premessa al poema agiografico "Tecla vergine e martire", parla di «incessabil agitazione» in riferimento agli spostamenti da una piazza teatrale all'altra, uno dei topoi del mondo dei comici dell’arte che, lungi dal rappresentare un’affascinante autonomia liberatoria come nell'immaginario, incarna per Andreini, e così per altri attori professionisti del tempo, un vincolo estenuante verso la legittimazione del comico e l’equiparazione del suo mestiere alla rispettabilità delle altre professioni all’interno della società del tempo.
L’«incessabil agitazione». Giovan Battista Andreini tra professione teatrale, cultura letteraria e religione / Caterina, Pagnini. - In: WWW.DRAMMATURGIA.IT. - ISSN 1724-0336. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 0-0.
L’«incessabil agitazione». Giovan Battista Andreini tra professione teatrale, cultura letteraria e religione
caterina pagnini
2008
Abstract
Nel 1623 Giovan Battista Andreini, nella premessa al poema agiografico "Tecla vergine e martire", parla di «incessabil agitazione» in riferimento agli spostamenti da una piazza teatrale all'altra, uno dei topoi del mondo dei comici dell’arte che, lungi dal rappresentare un’affascinante autonomia liberatoria come nell'immaginario, incarna per Andreini, e così per altri attori professionisti del tempo, un vincolo estenuante verso la legittimazione del comico e l’equiparazione del suo mestiere alla rispettabilità delle altre professioni all’interno della società del tempo.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.