Il volume propone gli esiti di una ricerca che intraprende una rilettura dell’opera di Jane Austen, “la più perfetta artista tra le donne”, dal punto di vista del progetto paesaggistico. Il fine difatti è quello di comprendere, attraverso i sei romanzi austeniani, come erano vissuti dalle persone i giardini delle grandi dimore inglesi, tra il XVIII e il XIX secolo, nel passaggio tra lo stile formale, di derivazione italiana e francese, e quello informale, tipico del giardino inglese. Se la storia dell’architettura dei giardini si concentra difatti su quei momenti cruciali nel quale si indagano le specifiche regole compositive con i quali sono stati concepiti o trasformati, poco però racconta di quale sia l'esperienza che si fa qui durante la sua esistenza. Questa ricerca quindi, concependo il giardino come opera complessa, realtà fisica palpabile e contemporaneamente intellettuale, virtuale e visionaria, un mondo fatto di tempo e spazio, soggetto ai cambiamenti culturali e ai cambiamenti climatici, intende contribuire alla storia del progetto del giardino e alla storia del suo uso (J.D. Hunt, 2012), quali strumenti progettuali. Il volume, che ha usufruito di un finanziamento di Ateneo, è stato sopposto a procedura di accettazione e valutazione qualitativa sul giudizio tra pari, gestita dal Comitato Scientifico del Dipartimento di Architettura. (Il volume inoltre, che ha suscitato interesse in ambito scientifico, nel 2020 è stato pubblicato in lingua inglese).
Il giardino inglese attraverso gli occhi di Jane Austen. Tra wilderness e shrubbery / Emanuela, Morelli. - STAMPA. - (2018).
Il giardino inglese attraverso gli occhi di Jane Austen. Tra wilderness e shrubbery
Emanuela Morelli
2018
Abstract
Il volume propone gli esiti di una ricerca che intraprende una rilettura dell’opera di Jane Austen, “la più perfetta artista tra le donne”, dal punto di vista del progetto paesaggistico. Il fine difatti è quello di comprendere, attraverso i sei romanzi austeniani, come erano vissuti dalle persone i giardini delle grandi dimore inglesi, tra il XVIII e il XIX secolo, nel passaggio tra lo stile formale, di derivazione italiana e francese, e quello informale, tipico del giardino inglese. Se la storia dell’architettura dei giardini si concentra difatti su quei momenti cruciali nel quale si indagano le specifiche regole compositive con i quali sono stati concepiti o trasformati, poco però racconta di quale sia l'esperienza che si fa qui durante la sua esistenza. Questa ricerca quindi, concependo il giardino come opera complessa, realtà fisica palpabile e contemporaneamente intellettuale, virtuale e visionaria, un mondo fatto di tempo e spazio, soggetto ai cambiamenti culturali e ai cambiamenti climatici, intende contribuire alla storia del progetto del giardino e alla storia del suo uso (J.D. Hunt, 2012), quali strumenti progettuali. Il volume, che ha usufruito di un finanziamento di Ateneo, è stato sopposto a procedura di accettazione e valutazione qualitativa sul giudizio tra pari, gestita dal Comitato Scientifico del Dipartimento di Architettura. (Il volume inoltre, che ha suscitato interesse in ambito scientifico, nel 2020 è stato pubblicato in lingua inglese).File | Dimensione | Formato | |
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