La scuola italiana ha scelto la via della integrazione a partire dal 1977, anno in cui vennero abolite le classi differenziali per i disabili (ovvero le classi composte di soli ragazzi con disabilità). Il termine usato per riferirsi all’inserimento di tutti i bambini e ragazzi nelle classi, indipendentemente dalla presenza di qualche disabilità, era integrazione. Con integrazione si indicava quel processo attraverso cui, condividendo un medesimo ambiente di apprendimento e con un adeguato sostegno, i soggetti ritenuti “diversi” – in questo caso i disabili – potevano avvicinarsi allo standard di “normalità” degli altri compagni, venendo dunque assimilati nel gruppo classe. Questo scenario, supportato da importanti interventi normativi, ha creato un modello pedagogico italiano che da tanti punti di vista è stato precursore degli attuali indirizzi a livello europeo. Per attuarlo furono introdotte nelle scuole delle nuove figure professionali, gli insegnanti di sostegno, e fu resa obbligatoria per legge la distribuzione degli studenti disabili nelle varie classi, in modo da evitare che fossero concentrati in una singola classe. Tale approccio, pur con i limiti che nel tempo sono stati rilevati da varie analisi e studi, ha costituito una pietra miliare nel cammino verso una scuola aperta e accogliente per le tante differenze, che non relegasse i “diversi” in spazi speciali separandoli dal resto dei propri compagni, ma che al contrario si impegnasse a creare il terreno per una costruzione della coesione sociale a partire dalle proprie aule. The Italian school has chosen the path of integration starting from 1977, when the differential classes for the disabled were abolished (ie the classes composed of only boys with disabilities). The term used to refer to the inclusion of all children and adolescents in the classes, regardless of the presence of any disability, was integration. With integration we indicated that process through which, sharing the same learning environment and with adequate support, the subjects considered "different" - in this case the disabled - could approach the standard of "normality" of the other comrades, thus being assimilated into the class group. This scenario, supported by important regulatory measures, has created an Italian pedagogical model which, from many points of view, has been a precursor of current European guidelines. To implement it, new teachers were introduced into the schools, support teachers, and the distribution of disabled students in the various classes was made mandatory by law, so as to avoid them being concentrated in a single class. This approach, even with the limits that over time have been detected by various analyzes and studies, has constituted a milestone in the path towards an open and welcoming school for the many differences, which does not relegate the "different" in special spaces separating them from the rest of their companions, but who instead committed themselves to creating the ground for a construction of social cohesion starting from their classrooms.

Diversità linguistiche e culturali nella scuola di tutti. L’inclusione degli allievi con background migratorio in Italia / Tiziana Chiappelli. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 133-141. [10.13140/RG.2.1.4226.8401]

Diversità linguistiche e culturali nella scuola di tutti. L’inclusione degli allievi con background migratorio in Italia

Tiziana Chiappelli
2015

Abstract

La scuola italiana ha scelto la via della integrazione a partire dal 1977, anno in cui vennero abolite le classi differenziali per i disabili (ovvero le classi composte di soli ragazzi con disabilità). Il termine usato per riferirsi all’inserimento di tutti i bambini e ragazzi nelle classi, indipendentemente dalla presenza di qualche disabilità, era integrazione. Con integrazione si indicava quel processo attraverso cui, condividendo un medesimo ambiente di apprendimento e con un adeguato sostegno, i soggetti ritenuti “diversi” – in questo caso i disabili – potevano avvicinarsi allo standard di “normalità” degli altri compagni, venendo dunque assimilati nel gruppo classe. Questo scenario, supportato da importanti interventi normativi, ha creato un modello pedagogico italiano che da tanti punti di vista è stato precursore degli attuali indirizzi a livello europeo. Per attuarlo furono introdotte nelle scuole delle nuove figure professionali, gli insegnanti di sostegno, e fu resa obbligatoria per legge la distribuzione degli studenti disabili nelle varie classi, in modo da evitare che fossero concentrati in una singola classe. Tale approccio, pur con i limiti che nel tempo sono stati rilevati da varie analisi e studi, ha costituito una pietra miliare nel cammino verso una scuola aperta e accogliente per le tante differenze, che non relegasse i “diversi” in spazi speciali separandoli dal resto dei propri compagni, ma che al contrario si impegnasse a creare il terreno per una costruzione della coesione sociale a partire dalle proprie aule. The Italian school has chosen the path of integration starting from 1977, when the differential classes for the disabled were abolished (ie the classes composed of only boys with disabilities). The term used to refer to the inclusion of all children and adolescents in the classes, regardless of the presence of any disability, was integration. With integration we indicated that process through which, sharing the same learning environment and with adequate support, the subjects considered "different" - in this case the disabled - could approach the standard of "normality" of the other comrades, thus being assimilated into the class group. This scenario, supported by important regulatory measures, has created an Italian pedagogical model which, from many points of view, has been a precursor of current European guidelines. To implement it, new teachers were introduced into the schools, support teachers, and the distribution of disabled students in the various classes was made mandatory by law, so as to avoid them being concentrated in a single class. This approach, even with the limits that over time have been detected by various analyzes and studies, has constituted a milestone in the path towards an open and welcoming school for the many differences, which does not relegate the "different" in special spaces separating them from the rest of their companions, but who instead committed themselves to creating the ground for a construction of social cohesion starting from their classrooms.
2015
Regione Toscana; OXFAM
Lorenzo Luatti (a cura di)
Diritto all’educazione Pari Opportunità per costruire Consapevolezza, Conoscenza e Futuro
133
141
Tiziana Chiappelli
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Diversità linguistiche e culturali nella scuola di tutti. L’inclusione degli allievi con background migratorio in Italia_Chiappelli_2015 Dossier diritti umani.pdf

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Descrizione: Il testo affronta il tema della presenza di diversità linguistiche e culturali nella scuola pubblica italiana, concentrandosi sui percorsi di inclusione degli allievi con background migratorio
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