Due descrizioni di poco postume di Machiavelli come prodigioso improvvisatore di ottave sulla lira – una finora ignota (perché censurata) e l’altra poco meno che tale – gettano una luce nuova sul suo profilo di uomo e di letterato. Una rinnovata esplorazione dell’epistolario, dei legami sociali e culturali, dei ritratti coevi e delle opere letterarie (soprattutto in versi) di Machiavelli offre una messe di conferme tanto disperse quanto sistematiche (con qualche messa a punto anche sulla seconda Mandragola veneziana e sulla Serenata). Ne emergono dati, connotati e analogie che sottolineano gli stretti rapporti di messer Niccolò con la tradizione fiorentina della poesia improvvisata e dell’intrattenimento brillante. L’improvvisazione poetica era coltivata anche in ambienti d’élite, ma era specialmente e organicamente legata alla secolare scuola dei canterini popolari e degli araldi di palazzo, senza soluzione di continuità tra cultura alta e bassa. Machiavelli sembra posizionarsi proprio in mezzo a quel continuum, e trarre da quella tradizione e dalle proprie doti ‘canterine’ saperi e tecniche di non poca importanza non solo per la sua produzione letteraria, ma anche per la sua attività diplomatica e di trattatista politico. Two slightly posthumous descriptions of Machiavelli as a prodigious improviser of octaves on the lira – one hitherto unknown (because it had been censored), the other barely known – shed new light on his profile as a man and an intellectual. A reconsideration of the letters, of the social and cultural ties, of the contemporary portraits and of the literary works (especially in verse) by Machiavelli offers a host of confirmations, as dispersed as they are systematic (with some finetuning concerning the second Venetian Mandragola and the Serenata too). The pieces of information, connotations and analogies that come to light underscore messer Niccolò’s close ties with the Florentine tradition of improvised poetry and brilliant entertainment. Poetic improvisation was also pursued in elite environments, but it was particularly and organically linked to the centuries-old school of street singers and palace heralds, without any discontinuity between high and low culture. Machiavelli seemed to position himself precisely at the center of that continuum, and obtained from that tradition and from his own canterino-like talents a body of knowledge and techniques of no small import, not only for his literary production but also for his diplomatic activity and as a political essayist.

Machiavelli canterino? / DEGL'INNOCENTI L. - In: NUOVA RIVISTA DI LETTERATURA ITALIANA. - ISSN 1590-7929. - STAMPA. - 18:(2015), pp. 11-67. [10.4454/nrli.v18i1.232]

Machiavelli canterino?

DEGL'INNOCENTI L
2015

Abstract

Due descrizioni di poco postume di Machiavelli come prodigioso improvvisatore di ottave sulla lira – una finora ignota (perché censurata) e l’altra poco meno che tale – gettano una luce nuova sul suo profilo di uomo e di letterato. Una rinnovata esplorazione dell’epistolario, dei legami sociali e culturali, dei ritratti coevi e delle opere letterarie (soprattutto in versi) di Machiavelli offre una messe di conferme tanto disperse quanto sistematiche (con qualche messa a punto anche sulla seconda Mandragola veneziana e sulla Serenata). Ne emergono dati, connotati e analogie che sottolineano gli stretti rapporti di messer Niccolò con la tradizione fiorentina della poesia improvvisata e dell’intrattenimento brillante. L’improvvisazione poetica era coltivata anche in ambienti d’élite, ma era specialmente e organicamente legata alla secolare scuola dei canterini popolari e degli araldi di palazzo, senza soluzione di continuità tra cultura alta e bassa. Machiavelli sembra posizionarsi proprio in mezzo a quel continuum, e trarre da quella tradizione e dalle proprie doti ‘canterine’ saperi e tecniche di non poca importanza non solo per la sua produzione letteraria, ma anche per la sua attività diplomatica e di trattatista politico. Two slightly posthumous descriptions of Machiavelli as a prodigious improviser of octaves on the lira – one hitherto unknown (because it had been censored), the other barely known – shed new light on his profile as a man and an intellectual. A reconsideration of the letters, of the social and cultural ties, of the contemporary portraits and of the literary works (especially in verse) by Machiavelli offers a host of confirmations, as dispersed as they are systematic (with some finetuning concerning the second Venetian Mandragola and the Serenata too). The pieces of information, connotations and analogies that come to light underscore messer Niccolò’s close ties with the Florentine tradition of improvised poetry and brilliant entertainment. Poetic improvisation was also pursued in elite environments, but it was particularly and organically linked to the centuries-old school of street singers and palace heralds, without any discontinuity between high and low culture. Machiavelli seemed to position himself precisely at the center of that continuum, and obtained from that tradition and from his own canterino-like talents a body of knowledge and techniques of no small import, not only for his literary production but also for his diplomatic activity and as a political essayist.
2015
18
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DEGL'INNOCENTI L
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