La tesi intende dimostrare l’importanza del motivo entomologico e aracnologico nella poesia italiana contemporanea, rilevando la grande presenza di figure di insetti, aracnidi e altri invertebrati nel repertorio tematico degli autori e analizzandone tanto le funzioni simbolico-metaforiche che le implicazioni filosofiche e culturali, opportunamente storicizzate. Sono considerati con ampiezza i poeti del Novecento italiano, mentre per la prosa si prendono in esame prevalentemente gli autori o le singole opere che appaiono più rappresentative nel ricorso al tema entomologico. Ad una Introduzione, divisa in due paragrafi, si sono affidate considerazioni generali sulla costituzione del corpus di autori analizzati (comprendente trentasei poeti e sette narratori) e sulle motivazioni che hanno portato ad occuparsi, in senso ampio, di metaforica e rappresentazione entomologica nel periodo in questione. Particolare attenzione si dedica, con focalizzazione sulle opere reboriane, agli assi simbolici estremi costituiti dall’ape e dalla zanzara. Lo studio è poi stato diviso in due capitoli, rivolto il primo a estese analisi occorrenziali e il secondo a questioni interpretative sollevate da figure animali particolarmente rilevanti e a percorsi su autori esemplari. Nel primo macro-capitolo, Campionario entomologico, si dà ragione nello specifico della quantità e del valore dei riferimenti riguardanti gli artropodi più frequentati dalla poesia italiana del Novecento (considerando anche, con incursioni mirate, alcuni romanzi e racconti). L’analisi si concentra allora, nell’arco di tre paragrafi che presentano anche elenchi occorrenziali, innanzitutto sui tarli, connotatori di antichità nella poesia primonovecentesca e poi, in tutto il corso del secolo, indicatori anche del dubbio e del rovello esistenziale. Segue l’analisi della presenza nel corpus di insetti legati ai valori della bellezza, leggerezza e sensualità, quali le farfalle, le libellule, i grilli e le cicale e le lucciole e concludono il campionario le figure del ragno e della tela, che ci sono parse particolarmente implicate con questioni fenomenologiche e appercettive, nonché impiegate (come accade in realtà piuttosto di frequente per varie tipologie di insetto) come simboli e metafore che riguardano direttamente senso e modelli dell’attività letteraria in sé. Il secondo macro-capitolo esplora invece Temi, problemi e percorsi sviluppati nell’arco di quattro paragrafi distinti. Tra le questioni prese in esame si conta innanzitutto il peculiare valore assunto dalla mosca, che nel Novecento pare perdere i più tipologici valori negativi per approdare al rilievo di un’immagine di fragilità minacciata, propria tanto della poesia, come nel caso di Rosselli o Lamarque, che più in generale della condizione dell’individuo. Segue un paragrafo dedicato agli insetti sociali e alla gamma di possibilità metaforiche che il loro ordinamento in colonia offre allo sguardo degli autori, in un percorso dove spiccano le questioni legate al tema luziano della Genia. Si analizzano poi, nei due paragrafi restanti, le personali declinazioni della rappresentazione entomologica in due autori del secondo Novecento, Caproni e Zanzotto. Di entrambi si rileva, a partire dai testi e dalle dichiarazioni e autocommenti, il livello spesso emblematico e metapoetico dell’insetto. Di poche ma significative occorrenze si compone il campionario caproniano, complessivamente segnato dal tema della soglia e dell’attraversamento impossibile. Al contrario, la poesia di Zanzotto è una ricca miniera di occorrenze, che abbiamo organizzato in quattro sottoparagrafi, dedicati, tra gli altri, alla figura del baco da seta, a quella della tenia, e a un complessivo rilievo di luoghi testuali. Chiudono il lavoro le Conclusioni nelle quali si accenna ad ulteriori sviluppi di ricerca, come ad esempio il valore diminutivo e degradante della metafora entomologica nei Trucioli sbarbariani, la curiosità di alcune occorrenze relative ai crostacei, e il possibile interesse di panoramiche su opere ad alto tasso di zoomorfia, quali quelle di Gadda o di Landolfi.

Dall'ape alla zanzara. L'entomologia nella poesia italiana contemporanea / Francesco Vasarri. - (2018).

Dall'ape alla zanzara. L'entomologia nella poesia italiana contemporanea

Francesco Vasarri
2018

Abstract

La tesi intende dimostrare l’importanza del motivo entomologico e aracnologico nella poesia italiana contemporanea, rilevando la grande presenza di figure di insetti, aracnidi e altri invertebrati nel repertorio tematico degli autori e analizzandone tanto le funzioni simbolico-metaforiche che le implicazioni filosofiche e culturali, opportunamente storicizzate. Sono considerati con ampiezza i poeti del Novecento italiano, mentre per la prosa si prendono in esame prevalentemente gli autori o le singole opere che appaiono più rappresentative nel ricorso al tema entomologico. Ad una Introduzione, divisa in due paragrafi, si sono affidate considerazioni generali sulla costituzione del corpus di autori analizzati (comprendente trentasei poeti e sette narratori) e sulle motivazioni che hanno portato ad occuparsi, in senso ampio, di metaforica e rappresentazione entomologica nel periodo in questione. Particolare attenzione si dedica, con focalizzazione sulle opere reboriane, agli assi simbolici estremi costituiti dall’ape e dalla zanzara. Lo studio è poi stato diviso in due capitoli, rivolto il primo a estese analisi occorrenziali e il secondo a questioni interpretative sollevate da figure animali particolarmente rilevanti e a percorsi su autori esemplari. Nel primo macro-capitolo, Campionario entomologico, si dà ragione nello specifico della quantità e del valore dei riferimenti riguardanti gli artropodi più frequentati dalla poesia italiana del Novecento (considerando anche, con incursioni mirate, alcuni romanzi e racconti). L’analisi si concentra allora, nell’arco di tre paragrafi che presentano anche elenchi occorrenziali, innanzitutto sui tarli, connotatori di antichità nella poesia primonovecentesca e poi, in tutto il corso del secolo, indicatori anche del dubbio e del rovello esistenziale. Segue l’analisi della presenza nel corpus di insetti legati ai valori della bellezza, leggerezza e sensualità, quali le farfalle, le libellule, i grilli e le cicale e le lucciole e concludono il campionario le figure del ragno e della tela, che ci sono parse particolarmente implicate con questioni fenomenologiche e appercettive, nonché impiegate (come accade in realtà piuttosto di frequente per varie tipologie di insetto) come simboli e metafore che riguardano direttamente senso e modelli dell’attività letteraria in sé. Il secondo macro-capitolo esplora invece Temi, problemi e percorsi sviluppati nell’arco di quattro paragrafi distinti. Tra le questioni prese in esame si conta innanzitutto il peculiare valore assunto dalla mosca, che nel Novecento pare perdere i più tipologici valori negativi per approdare al rilievo di un’immagine di fragilità minacciata, propria tanto della poesia, come nel caso di Rosselli o Lamarque, che più in generale della condizione dell’individuo. Segue un paragrafo dedicato agli insetti sociali e alla gamma di possibilità metaforiche che il loro ordinamento in colonia offre allo sguardo degli autori, in un percorso dove spiccano le questioni legate al tema luziano della Genia. Si analizzano poi, nei due paragrafi restanti, le personali declinazioni della rappresentazione entomologica in due autori del secondo Novecento, Caproni e Zanzotto. Di entrambi si rileva, a partire dai testi e dalle dichiarazioni e autocommenti, il livello spesso emblematico e metapoetico dell’insetto. Di poche ma significative occorrenze si compone il campionario caproniano, complessivamente segnato dal tema della soglia e dell’attraversamento impossibile. Al contrario, la poesia di Zanzotto è una ricca miniera di occorrenze, che abbiamo organizzato in quattro sottoparagrafi, dedicati, tra gli altri, alla figura del baco da seta, a quella della tenia, e a un complessivo rilievo di luoghi testuali. Chiudono il lavoro le Conclusioni nelle quali si accenna ad ulteriori sviluppi di ricerca, come ad esempio il valore diminutivo e degradante della metafora entomologica nei Trucioli sbarbariani, la curiosità di alcune occorrenze relative ai crostacei, e il possibile interesse di panoramiche su opere ad alto tasso di zoomorfia, quali quelle di Gadda o di Landolfi.
2018
Anna Dolfi
ITALIA
Francesco Vasarri
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