Il periodo post-moderno o, per dirlo secondo l’immagine di Bauman (2003), la “modernità liquida” si contraddistingue per una condizione in cui viene a mancare qualsiasi punto di riferimento sociale e tutto si dissolve in uno stato di incertezza permanente: ciò è causa ed effetto di instabilità relazionale e valoriale nonché di precarietà emozionale. Le uniche soluzioni che forniscono qualche ancoraggio all’individuo sembrano legate per lo più ad aspetti estrinseci e collettivistici (l’apparire come valore e il consumismo). Anche la fluidificazione del contesto socio-economico in cui i giovani adulti si trovano a dover scegliere e costruire i propri percorsi di vita ha comportato un procrastinamento della formazione dell’identità (Aleni Sestito & Sica, 2016; Cotè, 2015). In questo contesto di destandardizzazione delle traiettorie di sviluppo, da un lato, e di omologazione planetaria, dall’altro, nuovi percorsi di formazione dell’identità personale si collegano a nuovi fenomeni sociali; riflettere sul senso dell’identità in adolescenti e giovani adulti continua pertanto ad essere un tema di grande e attuale interesse. Ciò potrà consentirci di individuare risorse individuali e/o di gruppo che costituiscono aree di possibile intervento per supportare i processi di formazione e consolidamento identitario, nonché l’assunzione di modelli identitari individualizzati, nella direzione della promozione della “positive identity”. Il presente simposio ha l’obiettivo di descrivere e analizzare la poliedricità dei costrutti che possono contribuire allo sviluppo identitario, proponendo quattro studi che affrontano da punti di vista differenti la formazione dell’identità in tarda adolescenza e nella prima età adulta. Il contributo di Sica e colleghi invita a riflettere su quali risorse possano essere utili per sostenere i giovani adulti nel percorso di definizione e consolidamento dell’identità e nell’adattamento positivo ai contesti di riferimento. Tra le risorse indagate che risultano più significative vi sono l’agentività, la creatività, e la flessibilità. Gli altri tre contributi affrontano aspetti che definiscono l’identità secondo il senso di appartenenza ad una comunità. Il contributo di Baiocco e colleghi esamina il rapporto tra benessere e positive identity in adolescenti LGB, indagando tra i predittori del benessere dimensioni quali il senso di autenticità, di appartenenza alla comunità e l’impegno per la giustizia sociale. Il contributo di Rabaglietti e colleghi si focalizza sul complesso rapporto dell’adolescente con la propria identità corporea alla luce delle funzioni dell’attività sportiva, da intendersi come microcontesto di sviluppo. Infine, il contributo di Baroncelli e colleghi mette a confronto due modelli identitari, veicolati da due bambole: da un lato la classica Barbie, erede di un sentimento di benessere e stabilità; dall’altro la gotica Monster High, che sembra strettamente connessa al sentimento di crisi del Sé postmoderno.
Sviluppo dell’identità in adolescenti e giovani adulti: la poliedricità come chiave di lettura / Ciucci, E., Sica, L.S.. - STAMPA. - (2017), pp. 70-70. (Intervento presentato al convegno XXX Congresso Nazionale AIP Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione tenutosi a Messina nel 14-16 Settembre 2017).
Sviluppo dell’identità in adolescenti e giovani adulti: la poliedricità come chiave di lettura
Ciucci E.;
2017
Abstract
Il periodo post-moderno o, per dirlo secondo l’immagine di Bauman (2003), la “modernità liquida” si contraddistingue per una condizione in cui viene a mancare qualsiasi punto di riferimento sociale e tutto si dissolve in uno stato di incertezza permanente: ciò è causa ed effetto di instabilità relazionale e valoriale nonché di precarietà emozionale. Le uniche soluzioni che forniscono qualche ancoraggio all’individuo sembrano legate per lo più ad aspetti estrinseci e collettivistici (l’apparire come valore e il consumismo). Anche la fluidificazione del contesto socio-economico in cui i giovani adulti si trovano a dover scegliere e costruire i propri percorsi di vita ha comportato un procrastinamento della formazione dell’identità (Aleni Sestito & Sica, 2016; Cotè, 2015). In questo contesto di destandardizzazione delle traiettorie di sviluppo, da un lato, e di omologazione planetaria, dall’altro, nuovi percorsi di formazione dell’identità personale si collegano a nuovi fenomeni sociali; riflettere sul senso dell’identità in adolescenti e giovani adulti continua pertanto ad essere un tema di grande e attuale interesse. Ciò potrà consentirci di individuare risorse individuali e/o di gruppo che costituiscono aree di possibile intervento per supportare i processi di formazione e consolidamento identitario, nonché l’assunzione di modelli identitari individualizzati, nella direzione della promozione della “positive identity”. Il presente simposio ha l’obiettivo di descrivere e analizzare la poliedricità dei costrutti che possono contribuire allo sviluppo identitario, proponendo quattro studi che affrontano da punti di vista differenti la formazione dell’identità in tarda adolescenza e nella prima età adulta. Il contributo di Sica e colleghi invita a riflettere su quali risorse possano essere utili per sostenere i giovani adulti nel percorso di definizione e consolidamento dell’identità e nell’adattamento positivo ai contesti di riferimento. Tra le risorse indagate che risultano più significative vi sono l’agentività, la creatività, e la flessibilità. Gli altri tre contributi affrontano aspetti che definiscono l’identità secondo il senso di appartenenza ad una comunità. Il contributo di Baiocco e colleghi esamina il rapporto tra benessere e positive identity in adolescenti LGB, indagando tra i predittori del benessere dimensioni quali il senso di autenticità, di appartenenza alla comunità e l’impegno per la giustizia sociale. Il contributo di Rabaglietti e colleghi si focalizza sul complesso rapporto dell’adolescente con la propria identità corporea alla luce delle funzioni dell’attività sportiva, da intendersi come microcontesto di sviluppo. Infine, il contributo di Baroncelli e colleghi mette a confronto due modelli identitari, veicolati da due bambole: da un lato la classica Barbie, erede di un sentimento di benessere e stabilità; dall’altro la gotica Monster High, che sembra strettamente connessa al sentimento di crisi del Sé postmoderno.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



