Il rapporto di Paladino con la letteratura va comunque ben oltre l’illustrazione e la reinterpretazione visiva, divenendo fonte di ispirazione e di sperimentazione in ogni campo artistico. Non solo le opere su carta, ma anche dipinti e sculture: basta citare per i primi Il giardino dei sentieri che si biforcano (1977), il cui titolo è tratto ovviamente dal racconto di Jorge Luis Borges, e per le seconde Il visconte dimezzato (1998), dall’evidente riferimento calviniano. La grafica, per Paladino, diventa allora un terreno semantico particolarmente fecondo, in cui sperimentare tecniche e provare soluzioni figurative (o, al contrario, reimpiegare formule note, strizzando l’occhio al lettore esperto). Questi due elementi, sperimentare tecniche e provare soluzioni figurative, formano un’endiadi inscindibile, che aprirebbe subito le porte a un tema che sarà affrontato più avanti, ovvero la rivendicazione di un’abilità artigiana che si trasfigura, attraverso la genialità inventiva, nel regno dell’arte maggiore. Un’idea, questa, che trae linfa vitale da Claude Lévi-Strauss, e in particolare da Tristi Tropici, cui Paladino ha dedicato nel 2008 un importante corpus di gouache, dove maschere e paesaggi nascono da tecniche miste composte (anche) da legni e sabbia, divenendo trasposizione filologica e al tempo stesso creativa del testo illustrato. Queste poche righe credo siano già sufficienti a far intravedere le coordinate di un argomento che necessiterebbe di uno spazio ben più ampio di un contributo in catalogo, per il quale si è pensato invece di focalizzare l’attenzione su alcuni (auto)ritratti letterari, rimandando per ulteriori approfondimenti a lavori che sono stati pubblicati recentemente, o che lo saranno a breve.
Leggere per immagini: ritratti letterari di Mimmo Paladino / Bacci G.. - STAMPA. - (2017), pp. 23-31.
Leggere per immagini: ritratti letterari di Mimmo Paladino
Bacci G.
2017
Abstract
Il rapporto di Paladino con la letteratura va comunque ben oltre l’illustrazione e la reinterpretazione visiva, divenendo fonte di ispirazione e di sperimentazione in ogni campo artistico. Non solo le opere su carta, ma anche dipinti e sculture: basta citare per i primi Il giardino dei sentieri che si biforcano (1977), il cui titolo è tratto ovviamente dal racconto di Jorge Luis Borges, e per le seconde Il visconte dimezzato (1998), dall’evidente riferimento calviniano. La grafica, per Paladino, diventa allora un terreno semantico particolarmente fecondo, in cui sperimentare tecniche e provare soluzioni figurative (o, al contrario, reimpiegare formule note, strizzando l’occhio al lettore esperto). Questi due elementi, sperimentare tecniche e provare soluzioni figurative, formano un’endiadi inscindibile, che aprirebbe subito le porte a un tema che sarà affrontato più avanti, ovvero la rivendicazione di un’abilità artigiana che si trasfigura, attraverso la genialità inventiva, nel regno dell’arte maggiore. Un’idea, questa, che trae linfa vitale da Claude Lévi-Strauss, e in particolare da Tristi Tropici, cui Paladino ha dedicato nel 2008 un importante corpus di gouache, dove maschere e paesaggi nascono da tecniche miste composte (anche) da legni e sabbia, divenendo trasposizione filologica e al tempo stesso creativa del testo illustrato. Queste poche righe credo siano già sufficienti a far intravedere le coordinate di un argomento che necessiterebbe di uno spazio ben più ampio di un contributo in catalogo, per il quale si è pensato invece di focalizzare l’attenzione su alcuni (auto)ritratti letterari, rimandando per ulteriori approfondimenti a lavori che sono stati pubblicati recentemente, o che lo saranno a breve.File | Dimensione | Formato | |
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