Nell’ultimo decennio il tema della pirateria marittima è stato oggetto di una lunga serie di studi. In particolare, riflettendo sulla evoluzione del concetto di inimicizia, si è cercato di comprendere quale sia stata la natura del fenomeno. L'articolo, nel prendere spunto da alcuni recenti contributi dedicati alle vicende della c.d. "Golden age of piracy", evidenzia la esistenza di canoni interpretativi consolidati: accanto ad un paradigma di tipo economico, per cui i pirati sarebbero stati essenzialmente il prodotto della lotta di classe innescatasi a seguito del primo colonialismo e della affermazione delle compagnie commerciali, si è affermata una interpretazione secondo cui il fenomeno deve invece essere ricondotto a fattori di ordine sociale e culturale. Secondo quest’ultimo indirizzo di pensiero, infatti, la pirateria sei-settecentesca avrebbe accolto coloro che erano rimasti ai margini di una società in rapido mutamento e si sarebbe connotata come una vera e propria controcultura. L’articolo, prendendo spunto dalle riflessioni di Carl Schmitt, intende evidenziare come nella prospettiva del filosofo del diritto internazionale la radicale inimicizia che contraddistingue la figura del pirata, prima di tutto deve essere messa in relazione con la dimensione marittima e con il suo carattere anomico e anarchico. Il saggio è frutto di una ricerca che, svolta nell'ambito del PRIN 2015 "Soggetto di diritto e vulnerabilità: modelli istituzionali e concetti giuridici in trasformazione" e del Progetto "El logos de la guerra. Normas y problemas de los conflictos armados actuales" (DER2017-82106-R) finanziato dal Ministerio de Economía, Industria y Competitividad de España, si è avviata a partire dal Workshop Internazionale "La pirateria fra storia e diritto: percorsi di ricerca interdisciplinare", tenutosi presso l’Università degli Studi di Firenze nel dicembre 2015.
Spazi anomici e nemici assoluti. Un itinerario di filosofia del diritto internazionale / Filippo Ruschi. - In: QUADERNI FIORENTINI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO. - ISSN 0392-1867. - STAMPA. - 47:(2018), pp. 745-773.
Spazi anomici e nemici assoluti. Un itinerario di filosofia del diritto internazionale
Filippo Ruschi
2018
Abstract
Nell’ultimo decennio il tema della pirateria marittima è stato oggetto di una lunga serie di studi. In particolare, riflettendo sulla evoluzione del concetto di inimicizia, si è cercato di comprendere quale sia stata la natura del fenomeno. L'articolo, nel prendere spunto da alcuni recenti contributi dedicati alle vicende della c.d. "Golden age of piracy", evidenzia la esistenza di canoni interpretativi consolidati: accanto ad un paradigma di tipo economico, per cui i pirati sarebbero stati essenzialmente il prodotto della lotta di classe innescatasi a seguito del primo colonialismo e della affermazione delle compagnie commerciali, si è affermata una interpretazione secondo cui il fenomeno deve invece essere ricondotto a fattori di ordine sociale e culturale. Secondo quest’ultimo indirizzo di pensiero, infatti, la pirateria sei-settecentesca avrebbe accolto coloro che erano rimasti ai margini di una società in rapido mutamento e si sarebbe connotata come una vera e propria controcultura. L’articolo, prendendo spunto dalle riflessioni di Carl Schmitt, intende evidenziare come nella prospettiva del filosofo del diritto internazionale la radicale inimicizia che contraddistingue la figura del pirata, prima di tutto deve essere messa in relazione con la dimensione marittima e con il suo carattere anomico e anarchico. Il saggio è frutto di una ricerca che, svolta nell'ambito del PRIN 2015 "Soggetto di diritto e vulnerabilità: modelli istituzionali e concetti giuridici in trasformazione" e del Progetto "El logos de la guerra. Normas y problemas de los conflictos armados actuales" (DER2017-82106-R) finanziato dal Ministerio de Economía, Industria y Competitividad de España, si è avviata a partire dal Workshop Internazionale "La pirateria fra storia e diritto: percorsi di ricerca interdisciplinare", tenutosi presso l’Università degli Studi di Firenze nel dicembre 2015.File | Dimensione | Formato | |
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