Attualmente il design è diffuso capillarmente nel tessuto sociale: esso, infatti, non produce soltanto "oggetti utili" come è stato nella sua “epoca d’oro”, cioè il secolo della meccanica, l’Ottocento, ma oggi si parla di Design anche riferendosi all’operatore stesso che si interfaccia con il prodotto, all’ambiente in cui vive il fruitore, ai servizi necessari al vivere comune, solo per dirne alcune. In più, gli oggetti stessi, le cose, hanno cambiato letteralmente consistenza: dopo secoli di storia che li ha visti e valutati come una realtà separata e riconoscibile rispetto a quella umana, ora hanno un’esistenza anche in un mondo parallelo, quello virtuale, nel quale hanno raggiunto funzioni impensabili solo dieci anni fa, tanto che «ciascuno di essi vive come link di una rete, come parte di un sistema informatico che attraversa la città e ne rende liquide le antiche separazioni funzionali». Finché il nostro mondo è stato popolato di cose, infatti, per orientarsi al suo interno, era fondamentale che gli uomini sapessero distinguere le cose artificiali da quelle naturali: non che fosse cosa semplice, certo. Il libro intende indagare i modi in cui i termini "natura, artificiale, meccanismo e artefatto" e le loro significazioni si sono evoluti e anche come abbiano condizionato il valore riconosciuto dagli uomini a tutto ciò che creano in maniera artificiale.

Uomini e meccanismi: un connubio alla base della cultura del design / Isabella patti. - STAMPA. - (2012), pp. 1-158.

Uomini e meccanismi: un connubio alla base della cultura del design

Isabella patti
2012

Abstract

Attualmente il design è diffuso capillarmente nel tessuto sociale: esso, infatti, non produce soltanto "oggetti utili" come è stato nella sua “epoca d’oro”, cioè il secolo della meccanica, l’Ottocento, ma oggi si parla di Design anche riferendosi all’operatore stesso che si interfaccia con il prodotto, all’ambiente in cui vive il fruitore, ai servizi necessari al vivere comune, solo per dirne alcune. In più, gli oggetti stessi, le cose, hanno cambiato letteralmente consistenza: dopo secoli di storia che li ha visti e valutati come una realtà separata e riconoscibile rispetto a quella umana, ora hanno un’esistenza anche in un mondo parallelo, quello virtuale, nel quale hanno raggiunto funzioni impensabili solo dieci anni fa, tanto che «ciascuno di essi vive come link di una rete, come parte di un sistema informatico che attraversa la città e ne rende liquide le antiche separazioni funzionali». Finché il nostro mondo è stato popolato di cose, infatti, per orientarsi al suo interno, era fondamentale che gli uomini sapessero distinguere le cose artificiali da quelle naturali: non che fosse cosa semplice, certo. Il libro intende indagare i modi in cui i termini "natura, artificiale, meccanismo e artefatto" e le loro significazioni si sono evoluti e anche come abbiano condizionato il valore riconosciuto dagli uomini a tutto ciò che creano in maniera artificiale.
2012
978-88-7418-821-5
1
158
Isabella patti
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