Dapprima, elemento propulsore del mercato interno, quindi principio informatore dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, il mutuo riconoscimento costituisce una tecnica giuridica che determina una sorta di ultraterritorialità dell’applicazione delle legislazioni degli Stati membri. L’estrema funzionalità del principio consiste nell’ovviare alle divergenze normative esistenti fra gli Stati membri, vincolandoli alla presunzione di rispetto del diritto dell’Unione da parte di ogni altro Stato membro. La tesi esamina il principio del mutuo riconoscimento quale strumento di coordinamento degli ordinamenti degli Stati membri, interrogandosi sull’efficacia di tale tecnica giuridica a garantire una tutela effettiva dei diritti fondamentali dell’individuo, risultando funzionale all’integrazione europea. Lo studio del principio nell’ordinamento giuridico dell’Unione è compiuto sotto un duplice profilo, statico e dinamico. Sotto il profilo statico, l’analisi tenta di delineare l’anatomia del mutuo riconoscimento, identificandone la natura giuridica, gli elementi distintivi in ciascuno dei tre settori in cui esso trova attuazione (mercato interno, cooperazione giudiziaria in materia civile e penale), nonché la peculiare geometria variabile che ne caratterizza l’applicazione. Sotto il profilo dinamico, la ricerca esamina il principio del mutuo riconoscimento come tecnica di coordinamento degli ordinamenti giuridici degli Stati membri, ora nella dimensione orizzontale ora nella dimensione verticale. Intesi come limiti del mutuo riconoscimento, ai diritti fondamentali è assegnata la funzione di parametri ai quali informare l’analisi della dimensione orizzontale del coordinamento attuato dal principio, mostrando un orientamento giurisprudenziale tutt’altro che omogeneo tra i diversi ambiti di applicazione. La dimensione verticale del coordinamento operato dal mutuo riconoscimento si articola in due sezioni. Da una parte, si analizza il coordinamento tra gli ordinamenti degli Stati membri e il sistema istituito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Da tale analisi può desumersi il rischio di cortocircuito che potrebbe determinarsi nella tutela dei diritti fondamentali degli individui per effetto della contemporanea operatività della presunzione di tutela dei diritti umani da parte degli Stati membri elaborata dalla Corte di giustizia, e della presunzione di protezione equivalente formulata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Dall’altra parte, la ricerca rivela l’insufficienza del meccanismo contemplato dall’art. 7 TUE ai fini della salvaguardia verticale della tutela dei diritti fondamentali nei settori regolati dal mutuo riconoscimento. Quest’ultima analisi si presenta sintomatica dell’attuale insufficienza del mutuo riconoscimento come strumento di cooperazione preposto al superamento delle diversità normative tra gli Stati membri. Più precisamente, in assenza di un’armonizzazione delle normative nazionali, l’efficacia del mutuo riconoscimento come tecnica di coordinamento degli ordinamenti giuridici degli Stati membri richiederebbe una più ampia cognizione delle autorità giurisdizionali dell’esecuzione in ordine all’accertamento, nel singolo caso, della concreta osservanza dei diritti fondamentali dell’individuo, così da favorirne l’effettiva tutela dei diritti fondamentali e la costruzione di un’autentica e più solida fiducia reciproca tra gli Stati membri.

Il principio del mutuo riconoscimento nel diritto dell'Unione europea / ELOISA GIORGI. - (2019).

Il principio del mutuo riconoscimento nel diritto dell'Unione europea

GIORGI, ELOISA
2019

Abstract

Dapprima, elemento propulsore del mercato interno, quindi principio informatore dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, il mutuo riconoscimento costituisce una tecnica giuridica che determina una sorta di ultraterritorialità dell’applicazione delle legislazioni degli Stati membri. L’estrema funzionalità del principio consiste nell’ovviare alle divergenze normative esistenti fra gli Stati membri, vincolandoli alla presunzione di rispetto del diritto dell’Unione da parte di ogni altro Stato membro. La tesi esamina il principio del mutuo riconoscimento quale strumento di coordinamento degli ordinamenti degli Stati membri, interrogandosi sull’efficacia di tale tecnica giuridica a garantire una tutela effettiva dei diritti fondamentali dell’individuo, risultando funzionale all’integrazione europea. Lo studio del principio nell’ordinamento giuridico dell’Unione è compiuto sotto un duplice profilo, statico e dinamico. Sotto il profilo statico, l’analisi tenta di delineare l’anatomia del mutuo riconoscimento, identificandone la natura giuridica, gli elementi distintivi in ciascuno dei tre settori in cui esso trova attuazione (mercato interno, cooperazione giudiziaria in materia civile e penale), nonché la peculiare geometria variabile che ne caratterizza l’applicazione. Sotto il profilo dinamico, la ricerca esamina il principio del mutuo riconoscimento come tecnica di coordinamento degli ordinamenti giuridici degli Stati membri, ora nella dimensione orizzontale ora nella dimensione verticale. Intesi come limiti del mutuo riconoscimento, ai diritti fondamentali è assegnata la funzione di parametri ai quali informare l’analisi della dimensione orizzontale del coordinamento attuato dal principio, mostrando un orientamento giurisprudenziale tutt’altro che omogeneo tra i diversi ambiti di applicazione. La dimensione verticale del coordinamento operato dal mutuo riconoscimento si articola in due sezioni. Da una parte, si analizza il coordinamento tra gli ordinamenti degli Stati membri e il sistema istituito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Da tale analisi può desumersi il rischio di cortocircuito che potrebbe determinarsi nella tutela dei diritti fondamentali degli individui per effetto della contemporanea operatività della presunzione di tutela dei diritti umani da parte degli Stati membri elaborata dalla Corte di giustizia, e della presunzione di protezione equivalente formulata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Dall’altra parte, la ricerca rivela l’insufficienza del meccanismo contemplato dall’art. 7 TUE ai fini della salvaguardia verticale della tutela dei diritti fondamentali nei settori regolati dal mutuo riconoscimento. Quest’ultima analisi si presenta sintomatica dell’attuale insufficienza del mutuo riconoscimento come strumento di cooperazione preposto al superamento delle diversità normative tra gli Stati membri. Più precisamente, in assenza di un’armonizzazione delle normative nazionali, l’efficacia del mutuo riconoscimento come tecnica di coordinamento degli ordinamenti giuridici degli Stati membri richiederebbe una più ampia cognizione delle autorità giurisdizionali dell’esecuzione in ordine all’accertamento, nel singolo caso, della concreta osservanza dei diritti fondamentali dell’individuo, così da favorirne l’effettiva tutela dei diritti fondamentali e la costruzione di un’autentica e più solida fiducia reciproca tra gli Stati membri.
2019
Chiara Favilli
ITALIA
ELOISA GIORGI
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Descrizione: Versione definitiva della tesi di dottorato
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1155603
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