La monografia, edita nella prestigiosa e rinnovata serie degli Scavi di Ostia, viene a completare l'edizione dei ritratti romani dalla città portuale, lasciata incompiuta dall'opera pionieristica di Raissa Calza. Vi si prendono in considerazione i 32 ritratti ostiensi databili tra la metà del III e il VI secolo d.C. Le conoscenze sulla ritrattistica tardoantica negli ultimi anni si sono fatte sempre più estese e approfondite, grazie al crescente interesse per quel periodo storico. Tali nuovi dati hanno consentito di affrontare il tema dell'ultima ritrattistica ostiense da una nuova e stimolante molteplicità di prospettive: oltre all'analisi storico artistica ci si è avvalsi delle nuove conoscenze sull'urbanistica, la società e l'economia di Ostia e di Roma stessa tra il 250 e il 500 d.C. Obiettivo del lavoro, oltre all'inquadramento storico-artistico dei materiali, è quindi anche quello di illuminare fenomeni della vita sociale di questa comunità, che viene oggi ad essere assai meglio conosciuta attraverso una meticolosa e paziente opera di recupero delle informazioni sulle sue ultime fasi. Dopo una introduzione storica, nel volume si dibattono dapprima le nuove metodologie e prospettive di ricerca sul ritratto tardo antico; segue la catalogazione la discussione dei rinvenimenti per fasi stilistiche e la disamina dell'attività delle officine della loro tecnica e del loro stile. Si approfondisce in seguito il tema dei soggetti e dei dedicanti dei ritratti onorari considerati nel volume e i loro contesti di esposizione, tra cui le Terme del Foro, la Domus della Fortuna Annonaria, le Terme del Filosofo, le piazze pubbliche e il Decumano. L'analisi epigrafica qui approfondita ha dimostrato come siano soprattutto i prefetti dell'annona i protagonisti degli onori statuari in Ostia tardo antica, specie per quanto riguarda le dediche agli imperatori. In misura minore essi stessi erano destinatari di onori statuari, decretati dal consiglio cittadino, e si occupavano della manutenzione e della traslazione di dediche statuarie da luoghi in abbandono ad altri che, come lo stesso Foro, conservarono a lungo un ruolo di rilievo nel diversificato e mutevole panorama urbano. In appendice il catalogo ragionato dei singoli ritratti.
Scavi di Ostia, XVII. I ritratti dal 250 al VI secolo d.C / Romeo. - STAMPA. - (2019), pp. 1-160.
Scavi di Ostia, XVII. I ritratti dal 250 al VI secolo d.C.
Romeo
2019
Abstract
La monografia, edita nella prestigiosa e rinnovata serie degli Scavi di Ostia, viene a completare l'edizione dei ritratti romani dalla città portuale, lasciata incompiuta dall'opera pionieristica di Raissa Calza. Vi si prendono in considerazione i 32 ritratti ostiensi databili tra la metà del III e il VI secolo d.C. Le conoscenze sulla ritrattistica tardoantica negli ultimi anni si sono fatte sempre più estese e approfondite, grazie al crescente interesse per quel periodo storico. Tali nuovi dati hanno consentito di affrontare il tema dell'ultima ritrattistica ostiense da una nuova e stimolante molteplicità di prospettive: oltre all'analisi storico artistica ci si è avvalsi delle nuove conoscenze sull'urbanistica, la società e l'economia di Ostia e di Roma stessa tra il 250 e il 500 d.C. Obiettivo del lavoro, oltre all'inquadramento storico-artistico dei materiali, è quindi anche quello di illuminare fenomeni della vita sociale di questa comunità, che viene oggi ad essere assai meglio conosciuta attraverso una meticolosa e paziente opera di recupero delle informazioni sulle sue ultime fasi. Dopo una introduzione storica, nel volume si dibattono dapprima le nuove metodologie e prospettive di ricerca sul ritratto tardo antico; segue la catalogazione la discussione dei rinvenimenti per fasi stilistiche e la disamina dell'attività delle officine della loro tecnica e del loro stile. Si approfondisce in seguito il tema dei soggetti e dei dedicanti dei ritratti onorari considerati nel volume e i loro contesti di esposizione, tra cui le Terme del Foro, la Domus della Fortuna Annonaria, le Terme del Filosofo, le piazze pubbliche e il Decumano. L'analisi epigrafica qui approfondita ha dimostrato come siano soprattutto i prefetti dell'annona i protagonisti degli onori statuari in Ostia tardo antica, specie per quanto riguarda le dediche agli imperatori. In misura minore essi stessi erano destinatari di onori statuari, decretati dal consiglio cittadino, e si occupavano della manutenzione e della traslazione di dediche statuarie da luoghi in abbandono ad altri che, come lo stesso Foro, conservarono a lungo un ruolo di rilievo nel diversificato e mutevole panorama urbano. In appendice il catalogo ragionato dei singoli ritratti.File | Dimensione | Formato | |
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