“Su un muro della Basilica di Pompei qualcuno aveva scritto: “Lucilla (o Lucilia?) ex corporis lucrum faciebat”. [...] L’anonimo pompeiano che voleva insultare Lucilla, usava infatti “lucrum”. Sembra essere infatti “ex corpore lucrum facere” un modo peculiare per indicare il meretricio. Agli autori l’espressione è apparsa quanto mai adatta come titolo del libro. E questo forse dovrebbe essere dedicato a Lucilla”. Così Guzzo e Scarano Ussani nell’introduzione di questo prezioso studio che, unendo al rigore archeologico del primo -già Soprintendente per lungo tempo di Pompei, Ercolano e Napoli, la profonda conoscenza della Storia del Diritto Romano e delle connesse fonti letterarie del secondo, ci restituisce un’immagine dell’architettura del demi-monde pompeiano in ultima analisi profondamente umana; ben lontana da quella stereotipa che conosciamo dai film o dalle serie televisive che ne descrivono gli orgiastici eccessi. Tanto che viene voglia di estendere la dedica anche all’esperta Fortunata, le cui eccellenti prestazioni costavano 23 assi (a fronte di una media per prestazione di 2 assi, pari a due fette di pane o a mezzo litro di vino scadente) e persino a quel Felix fellator che offriva le sue arti orali per un solo misero asse fra le tombe della Via Sacra. Il volume, oltre a presentare l’intero corpus dei graffiti e delle iscrizioni oscene tracciate sui muri delle strade cittadine e nelle sue peccaminose stanze -una su tutte: Phallus durus Cr(escentis) vastus- riunisce e sistematizza i contributi e le tesi dei vari studiosi che nel corso degli anni si sono occupati della città eternata dall’eruzione in tragica fotografia istantanea di rovine, usi, costumi e malcostumi facendo emergere di questi ultimi la fondamentale importanza economica e politica, specialmente in termini di controllo sociale in una vivace città di provincia -pur con tutte le sue specificità- da sempre posta in analogia con Roma. Al di là della pruderie del tema, il libro regala un esaustivo atlante planimetrico delle varie insulae di Pompei dove è evidenziata la presenza dell’unica architettura del mondo romano chiaramente riconosciuta come lupanare (non essendo dimostrabile l’attribuzione ad ospitare tale funzione in una simile struttura rinvenuta a Pozzuoli, ascrivibile anche al tipo del carcere), e l’impressionante frequenza di tabernae, cauponae e popinae che oltre al vino, se dotate di una Veneris figurae come segno di riconoscimento, avevano in menù anche le grazie delle varie inservienti da scoprire, ovviamente, nel retrobottega. Review of one of the most complete study dedicated to Pompeii’s erotic graffiti, to its brothels (sometimes disguised as taverns) and to its prostitution-based economy. Pietro Giovanni Guzzo (former Soprintendente of Pompeii, Herculaneum and Naples) and Vincenzo Scarano Ussani (Professor of History of Roman Law) offer a complete overview on such theme letting aside the most titillating aspects and focusing on the contrary on the socio-economical and architectonical features. After all it’s Pompeii the home of the one and only existing building identified by archaeologists as a Lupanare. Oriented to a warm consideration about sensual matters, Pompeii hosted many sex workers of both gender. Each one eternized by the various inscriptions spread all over the city walls. A moving palimpsest of memories and personal stories which emerges from “Ex Corpore lucrum facere” in all its deep humanity. The readers of the book will meet the very skilled -and for this reason famed- Fortunata whose services were paid 23 As (in Pompeii the medium price for the company of a woman was 2 As, same cost of a loaf of bread or a half a liter of cheap wine) or the very convenient Felix fellator whose “oral arts” were sold just for 1 miserable As in between the tombs along the Via Sacra. Last but not least Guzzo and Scarano Ussani’s book present an exhaustive atlas of Pompeii’s Regiones with all the erotic inscriptions accurately mapped. Beside that a complete bibliography allows the reader to compare profitably all the various interpretations given by scholars and experts about such blessed-by-Venus topic.

Prostituzione nell’antica pompei ex corpore lucrum facere, studi della soprintendenza archeologica di pompei «l’erma» di bretschneider, roma 2009 / Andrea Innocenzo Volpe. - In: FIRENZE ARCHITETTURA. - ISSN 1826-0772. - STAMPA. - 1:(2019), pp. 175-175. [DOI 10.13128/FiA-10663]

Prostituzione nell’antica pompei ex corpore lucrum facere, studi della soprintendenza archeologica di pompei «l’erma» di bretschneider, roma 2009

Andrea Innocenzo Volpe
2019

Abstract

“Su un muro della Basilica di Pompei qualcuno aveva scritto: “Lucilla (o Lucilia?) ex corporis lucrum faciebat”. [...] L’anonimo pompeiano che voleva insultare Lucilla, usava infatti “lucrum”. Sembra essere infatti “ex corpore lucrum facere” un modo peculiare per indicare il meretricio. Agli autori l’espressione è apparsa quanto mai adatta come titolo del libro. E questo forse dovrebbe essere dedicato a Lucilla”. Così Guzzo e Scarano Ussani nell’introduzione di questo prezioso studio che, unendo al rigore archeologico del primo -già Soprintendente per lungo tempo di Pompei, Ercolano e Napoli, la profonda conoscenza della Storia del Diritto Romano e delle connesse fonti letterarie del secondo, ci restituisce un’immagine dell’architettura del demi-monde pompeiano in ultima analisi profondamente umana; ben lontana da quella stereotipa che conosciamo dai film o dalle serie televisive che ne descrivono gli orgiastici eccessi. Tanto che viene voglia di estendere la dedica anche all’esperta Fortunata, le cui eccellenti prestazioni costavano 23 assi (a fronte di una media per prestazione di 2 assi, pari a due fette di pane o a mezzo litro di vino scadente) e persino a quel Felix fellator che offriva le sue arti orali per un solo misero asse fra le tombe della Via Sacra. Il volume, oltre a presentare l’intero corpus dei graffiti e delle iscrizioni oscene tracciate sui muri delle strade cittadine e nelle sue peccaminose stanze -una su tutte: Phallus durus Cr(escentis) vastus- riunisce e sistematizza i contributi e le tesi dei vari studiosi che nel corso degli anni si sono occupati della città eternata dall’eruzione in tragica fotografia istantanea di rovine, usi, costumi e malcostumi facendo emergere di questi ultimi la fondamentale importanza economica e politica, specialmente in termini di controllo sociale in una vivace città di provincia -pur con tutte le sue specificità- da sempre posta in analogia con Roma. Al di là della pruderie del tema, il libro regala un esaustivo atlante planimetrico delle varie insulae di Pompei dove è evidenziata la presenza dell’unica architettura del mondo romano chiaramente riconosciuta come lupanare (non essendo dimostrabile l’attribuzione ad ospitare tale funzione in una simile struttura rinvenuta a Pozzuoli, ascrivibile anche al tipo del carcere), e l’impressionante frequenza di tabernae, cauponae e popinae che oltre al vino, se dotate di una Veneris figurae come segno di riconoscimento, avevano in menù anche le grazie delle varie inservienti da scoprire, ovviamente, nel retrobottega. Review of one of the most complete study dedicated to Pompeii’s erotic graffiti, to its brothels (sometimes disguised as taverns) and to its prostitution-based economy. Pietro Giovanni Guzzo (former Soprintendente of Pompeii, Herculaneum and Naples) and Vincenzo Scarano Ussani (Professor of History of Roman Law) offer a complete overview on such theme letting aside the most titillating aspects and focusing on the contrary on the socio-economical and architectonical features. After all it’s Pompeii the home of the one and only existing building identified by archaeologists as a Lupanare. Oriented to a warm consideration about sensual matters, Pompeii hosted many sex workers of both gender. Each one eternized by the various inscriptions spread all over the city walls. A moving palimpsest of memories and personal stories which emerges from “Ex Corpore lucrum facere” in all its deep humanity. The readers of the book will meet the very skilled -and for this reason famed- Fortunata whose services were paid 23 As (in Pompeii the medium price for the company of a woman was 2 As, same cost of a loaf of bread or a half a liter of cheap wine) or the very convenient Felix fellator whose “oral arts” were sold just for 1 miserable As in between the tombs along the Via Sacra. Last but not least Guzzo and Scarano Ussani’s book present an exhaustive atlas of Pompeii’s Regiones with all the erotic inscriptions accurately mapped. Beside that a complete bibliography allows the reader to compare profitably all the various interpretations given by scholars and experts about such blessed-by-Venus topic.
2019
Andrea Innocenzo Volpe
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