Il contesto economico, sociale e normativo in cui vengono gestite le crisi bancarie è cambiato più rapidamente della struttura finanziaria delle banche. In vari paesi, molti azionisti e obbligazionisti, compresi gli obbligazionisti subordinati, sono clienti della banca, spesso a causa di vendite imprudenti di titoli rischiosi. Secondo le nuove regole, gli investitori dovrebbero sostenere il costo della crisi di una banca, ma la loro condizione di clienti ha reso il bail-in non solo politicamente inaccettabile, ma di fatto incapace di salvare l’impresa bancaria. Ciò, da un lato, ha generato una spinta a fuggire dall’applicazione delle nuove norme e, dall’altro, una pressione per l’erogazione di aiuti di Stato. Data l'attuale situazione di eccesso di capacità e la necessità di ridurre il numero di sportelli bancari, la continuazione, mediante una vendita dell’azienda, dell'attività di una banca “risolta” o sottoposta a liquidazione coatta è motivata dalla necessità di preservare la stabilità finanziaria, piuttosto che dall'obiettivo di preservarne il valore. Gli investitori vengono compensati ex post attraverso schemi pubblici che salvano gli obbligazionisti subordinati (e, recentemente, persino gli azionisti) dalle conseguenze del “burden sharing”. Si prospetta una transizione lunga e difficile, durante la quale le banche, e le banche italiane in particolare, dovranno modificare la loro struttura di passività, sostituendo le obbligazioni anche subordinate, che una volta venivano vendute a famiglie italiane, con debito più costoso, da finanziare attraverso un'attività bancaria che tuttavia ha oggi margini di profitto molto bassi. L’articolo contribuisce alla discussione accademica nazionale spiegando quanto sia stato drammatico l'impatto delle nuove norme in materia di crisi bancarie, anche alla luce del caso Tercas sugli aiuti di Stato. Si evidenzia che l’obiettivo della salvaguardia della stabilità sistemica, formalmente non messo in discussione, è sempre più difficile da raggiungere, fino a spingere all’adozione di soluzioni che nella sostanza contraddicono, aggirandoli, i presupposti della nuova normativa: quello che il costo delle crisi deve essere pagato dagli azionisti e dai creditori. La ricerca ha origine dall'analisi dei drammatici cambiamenti nel settore bancario e combina i principi bancari e generali del diritto fallimentare. La trattazione è fatta utilizzando dati economici aggiornati, fonti europee e nazionali, e analizzando in controluce, alla luce del sistema come descritto, vicende di crisi bancarie recenti. Una precedente versione del paper è stata esposta con una relazione dal titolo “The transition costs of bank bail-ins: Italy as the eye of a perfect storm for the Eurozone?” a un seminario tenuto il 31 ottobre 2016 presso il Center for Law & Economic Studies della Columbia Law School, dove l’autore era International Visiting Professor.

Tutela dell’impresa bancaria e tutela dei risparmiatori / Lorenzo Stanghellini. - In: BANCA IMPRESA SOCIETÀ. - ISSN 1120-9453. - STAMPA. - (2018), pp. 421-444. [10.1435/92596]

Tutela dell’impresa bancaria e tutela dei risparmiatori

Lorenzo Stanghellini
2018

Abstract

Il contesto economico, sociale e normativo in cui vengono gestite le crisi bancarie è cambiato più rapidamente della struttura finanziaria delle banche. In vari paesi, molti azionisti e obbligazionisti, compresi gli obbligazionisti subordinati, sono clienti della banca, spesso a causa di vendite imprudenti di titoli rischiosi. Secondo le nuove regole, gli investitori dovrebbero sostenere il costo della crisi di una banca, ma la loro condizione di clienti ha reso il bail-in non solo politicamente inaccettabile, ma di fatto incapace di salvare l’impresa bancaria. Ciò, da un lato, ha generato una spinta a fuggire dall’applicazione delle nuove norme e, dall’altro, una pressione per l’erogazione di aiuti di Stato. Data l'attuale situazione di eccesso di capacità e la necessità di ridurre il numero di sportelli bancari, la continuazione, mediante una vendita dell’azienda, dell'attività di una banca “risolta” o sottoposta a liquidazione coatta è motivata dalla necessità di preservare la stabilità finanziaria, piuttosto che dall'obiettivo di preservarne il valore. Gli investitori vengono compensati ex post attraverso schemi pubblici che salvano gli obbligazionisti subordinati (e, recentemente, persino gli azionisti) dalle conseguenze del “burden sharing”. Si prospetta una transizione lunga e difficile, durante la quale le banche, e le banche italiane in particolare, dovranno modificare la loro struttura di passività, sostituendo le obbligazioni anche subordinate, che una volta venivano vendute a famiglie italiane, con debito più costoso, da finanziare attraverso un'attività bancaria che tuttavia ha oggi margini di profitto molto bassi. L’articolo contribuisce alla discussione accademica nazionale spiegando quanto sia stato drammatico l'impatto delle nuove norme in materia di crisi bancarie, anche alla luce del caso Tercas sugli aiuti di Stato. Si evidenzia che l’obiettivo della salvaguardia della stabilità sistemica, formalmente non messo in discussione, è sempre più difficile da raggiungere, fino a spingere all’adozione di soluzioni che nella sostanza contraddicono, aggirandoli, i presupposti della nuova normativa: quello che il costo delle crisi deve essere pagato dagli azionisti e dai creditori. La ricerca ha origine dall'analisi dei drammatici cambiamenti nel settore bancario e combina i principi bancari e generali del diritto fallimentare. La trattazione è fatta utilizzando dati economici aggiornati, fonti europee e nazionali, e analizzando in controluce, alla luce del sistema come descritto, vicende di crisi bancarie recenti. Una precedente versione del paper è stata esposta con una relazione dal titolo “The transition costs of bank bail-ins: Italy as the eye of a perfect storm for the Eurozone?” a un seminario tenuto il 31 ottobre 2016 presso il Center for Law & Economic Studies della Columbia Law School, dove l’autore era International Visiting Professor.
2018
421
444
Goal 8: Decent work and economic growth
Goal 16: Peace, justice and strong institutions
Lorenzo Stanghellini
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