L’organizzazione dello spazio sonoro delle composizioni di Monteverdi è stata variamente interpretata negli ultimi cinquant’anni, sia ‘dall’interno’ che ‘dall’esterno’ delle categorie modali della tradizione teorica rinascimentale. La sua posizione cruciale, a cavallo tra due secoli che videro uno dei cambiamenti più significativi in materia di tutta la storia musicale dell’Occidente lascia ancora spazio a ulteriori riflessioni. Sulla base degli studi svolti negli anni dai suoi autori, il saggio prende le mosse dall’idea che, anche nel caso di Monteverdi, la prospettiva – almeno iniziale – di uno studio dell’organizzazione sonora della sua opera non possa che essere il concetto di modo (che è qualcosa di diverso dall’idea di ‘sistema modale’). Su queste basi, il saggio esamina quindi alcuni aspetti delle condotte modali dei "Vesperae pluribus decantandae" del 1610 per far luce sui seguenti aspetti: (1) se salmi e mottetti si comportino diversamente in relazione all’organizzazione tonale; (2) se e come l’uso dei toni salmodici da un lato ed elementi dell’organizzazione formale come ostinati, bassi passeggiati ecc. influenzino tale organizzazione; (3) se esista una qualche corrispondenza tra le scelte formali e testurali (contrappunto, monodia accompagnata, stile concertante) e l’organizzazione sonora di ciascun brano; (4) se (e, in caso, dove) la dimensione verticale acquisisca una predominanza ‘armonica’ sopra lo svolgimento delle singole linee orizzantali in contrappunto, e infine (5) se e in che misura le scelte monteverdiane di organizzazione sonoriale provochino un rilassamento dei principi modali e lascino intendere altri sistemi organizzativi dello spazio sonoro. --- The tonal organisation of Monteverdi’s music has been variously interpreted in the last forty years, from insie’ as well from outside the modal categories of the theoretical Renaissance tradition. However, the author’s crucial position at the turn of two centuries that saw one of the most dramatic changes on the matter in the entire history of western music still leaves considerable room for further considerations. On the basis of the studies in the field of tonal organisation previosly done by the authors, the essays argues that, also in the case of Monteverdi, at least the starting point of such considerations cannot be anything but the concept of mode (something different fromthe concept of ‘modal system’). Starting from this, the essay examines some aspects of the tonal behaviours of Monteverdi’s 1610 "Vesperae pluribus decantandae" in order to understand: (1) if psalms and motets behave differently as far as tonal organization is concerned; (2) if and how the use of psalm tones on the one hand and formal structuring elements such as ostinati, walking-bass, etc. on the other hand impacts on the same organisation; (3) which relationships (if any) exist between Monteverdi’s formal and textural choices (counterpoint, accompanied monody, concertante style, etc.) and the tonal organisation; (4) if there are – and in case, in which points – the vertical dimension assumes an ‘harmonic’ weight predominating over the layout of the single horizontal/contrapuntal lines; (5) if and to what extent Monteverdi’s tonal choices resolve into a general weakening of the modal principles and point towards a different set of tonal criteria.

Condotte modali di Monteverdi: il "Vespro della Beata Vergine" (1610) / Daniele Sabaino; Marco Mangani. - In: PHILOMUSICA ON-LINE. - ISSN 1826-9001. - ELETTRONICO. - 17:(2018), pp. 161-213.

Condotte modali di Monteverdi: il "Vespro della Beata Vergine" (1610)

Marco Mangani
2018

Abstract

L’organizzazione dello spazio sonoro delle composizioni di Monteverdi è stata variamente interpretata negli ultimi cinquant’anni, sia ‘dall’interno’ che ‘dall’esterno’ delle categorie modali della tradizione teorica rinascimentale. La sua posizione cruciale, a cavallo tra due secoli che videro uno dei cambiamenti più significativi in materia di tutta la storia musicale dell’Occidente lascia ancora spazio a ulteriori riflessioni. Sulla base degli studi svolti negli anni dai suoi autori, il saggio prende le mosse dall’idea che, anche nel caso di Monteverdi, la prospettiva – almeno iniziale – di uno studio dell’organizzazione sonora della sua opera non possa che essere il concetto di modo (che è qualcosa di diverso dall’idea di ‘sistema modale’). Su queste basi, il saggio esamina quindi alcuni aspetti delle condotte modali dei "Vesperae pluribus decantandae" del 1610 per far luce sui seguenti aspetti: (1) se salmi e mottetti si comportino diversamente in relazione all’organizzazione tonale; (2) se e come l’uso dei toni salmodici da un lato ed elementi dell’organizzazione formale come ostinati, bassi passeggiati ecc. influenzino tale organizzazione; (3) se esista una qualche corrispondenza tra le scelte formali e testurali (contrappunto, monodia accompagnata, stile concertante) e l’organizzazione sonora di ciascun brano; (4) se (e, in caso, dove) la dimensione verticale acquisisca una predominanza ‘armonica’ sopra lo svolgimento delle singole linee orizzantali in contrappunto, e infine (5) se e in che misura le scelte monteverdiane di organizzazione sonoriale provochino un rilassamento dei principi modali e lascino intendere altri sistemi organizzativi dello spazio sonoro. --- The tonal organisation of Monteverdi’s music has been variously interpreted in the last forty years, from insie’ as well from outside the modal categories of the theoretical Renaissance tradition. However, the author’s crucial position at the turn of two centuries that saw one of the most dramatic changes on the matter in the entire history of western music still leaves considerable room for further considerations. On the basis of the studies in the field of tonal organisation previosly done by the authors, the essays argues that, also in the case of Monteverdi, at least the starting point of such considerations cannot be anything but the concept of mode (something different fromthe concept of ‘modal system’). Starting from this, the essay examines some aspects of the tonal behaviours of Monteverdi’s 1610 "Vesperae pluribus decantandae" in order to understand: (1) if psalms and motets behave differently as far as tonal organization is concerned; (2) if and how the use of psalm tones on the one hand and formal structuring elements such as ostinati, walking-bass, etc. on the other hand impacts on the same organisation; (3) which relationships (if any) exist between Monteverdi’s formal and textural choices (counterpoint, accompanied monody, concertante style, etc.) and the tonal organisation; (4) if there are – and in case, in which points – the vertical dimension assumes an ‘harmonic’ weight predominating over the layout of the single horizontal/contrapuntal lines; (5) if and to what extent Monteverdi’s tonal choices resolve into a general weakening of the modal principles and point towards a different set of tonal criteria.
2018
17
161
213
Daniele Sabaino; Marco Mangani
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