Effettività della tutela giurisdizionale

Il saggio esamina il tema dell’effettività della tutela nelle sue diverse declinazioni: quella dell’accesso alla giustizia, quella del diritto al giusto processo, quella del raggiungimento di un «prodotto giustiziale atipico ed elastico nell’ottica rimediale». Partendo dalla ricostruzione compiuta, a livello europeo, dalla Corte di Strasburgo e dalla Corte di Giustizia (che non si sono limitate a tracciare il quadro delle garanzie processuali operanti nel giudizio, ma hanno soprattutto fatto emergere i contenuti del diritto al processo), l’A. sottolinea come, grazie all’ulteriore passaggio di accenti dal diritto al processo al diritto ad un rimedio adeguato, il diritto contemplato dall’art. 24 Cost. abbia assunto una connotazione più ampia, rendendo la correlazione tra diritto sostanziale e processo un punto ormai fermo nelle tradizioni di civil e di common law. Così facendo, l’effettività della tutela si declina e si specifica ulteriormente nella necessità che il processo garantisca la soddisfazione dell’interesse sostanziale senza limiti o esclusioni che non siano imposti dal prevalere di valori ritenuti superiori dall’ordinamento, o da una condizione di impossibilità materiale; essa presuppone, poi, tanto la rapidità della risposta giudiziale, in un bilanciamento tra necessità di limitare l’accesso alla giustizia e aspirazione del singolo ad una tutela il più possibile incondizionata, quanto il riconoscimento del rimedio più adeguato al contenuto della situazione sostanziale. Ribadita la necessità di particolare cautela nel valutare la giurisdizione in termini di efficienza, come se si trattasse di una qualsiasi altra funzione amministrativa, l’A. cala il principio di effettività della tutela, come valore funzionale del processo, all’interno dei diversi settori dell’ordinamento, leggendolo anche in correlazione col principio di chiarezza e sinteticità degli atti processuali, collegato a quello di ragionevole durata del processo.