Dieci anni or sono, o giù di lì, un ferace Giulio Tremonti alias Corrado Guzzanti, interrogato da Serena Dandini a Parla con me, così si esprimeva circa il teatro d’opera: «posso dire una cosa sulla lirica? Questa roba del teatro lirico in Italia deve finire. Perché se voi andate c’è sempre o la storia di questo – come si chiama – Triboletto, quel portatore di handicap, tutti gli anni portatore di handicap. Oppure la storia di quella baldracca che poi mi va a morire di tifo [sic]». «Ma che, La traviata??!». «Eh, La traviata. E allora, tutti gli anni fanno questa cosa, e io vado – e sono milioni che costa questa roba! – e sempre la stessa baldracca che muore di tifo… Dai!». Da allora, stando al noto portale Operabase la povera Violetta verdiana ci ha rimesso la pelle ben settemilaquattrocentoventidue volte. È l’eroina d’opera più moritura al mondo, seguita a ruota da Carmen, Mimì, Floria Tosca e Cio-Cio-San, che si attesta settima con quattromilasettecentosessantaquattro harakiri, di cui quattrocentoquindici in Italia. È dunque vero: la dama delle camelie continua a morire di tisi. Non per questo, con buona pace di Tremonti-Guzzanti, al pubblico è venuta a noia. L’opera vive, e lo dimostrerebbe paradossalmente l’aumento dei decessi nel quinquennio 2013-2018 rispetto a quelli del 2004-2009. Tuttavia, liquidare con sufficienza i profeti de “l’opera è morta” sarebbe sbrigativo, perché i dati clinici sulla lirica riescono a dirci poco circa la sua qualità di vita.

Cronaca semiseria di una ripresa / Daniele Palma. - In: WWW.DRAMMATURGIA.IT. - ISSN 1724-0336. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 0-0.

Cronaca semiseria di una ripresa

Daniele Palma
2019

Abstract

Dieci anni or sono, o giù di lì, un ferace Giulio Tremonti alias Corrado Guzzanti, interrogato da Serena Dandini a Parla con me, così si esprimeva circa il teatro d’opera: «posso dire una cosa sulla lirica? Questa roba del teatro lirico in Italia deve finire. Perché se voi andate c’è sempre o la storia di questo – come si chiama – Triboletto, quel portatore di handicap, tutti gli anni portatore di handicap. Oppure la storia di quella baldracca che poi mi va a morire di tifo [sic]». «Ma che, La traviata??!». «Eh, La traviata. E allora, tutti gli anni fanno questa cosa, e io vado – e sono milioni che costa questa roba! – e sempre la stessa baldracca che muore di tifo… Dai!». Da allora, stando al noto portale Operabase la povera Violetta verdiana ci ha rimesso la pelle ben settemilaquattrocentoventidue volte. È l’eroina d’opera più moritura al mondo, seguita a ruota da Carmen, Mimì, Floria Tosca e Cio-Cio-San, che si attesta settima con quattromilasettecentosessantaquattro harakiri, di cui quattrocentoquindici in Italia. È dunque vero: la dama delle camelie continua a morire di tisi. Non per questo, con buona pace di Tremonti-Guzzanti, al pubblico è venuta a noia. L’opera vive, e lo dimostrerebbe paradossalmente l’aumento dei decessi nel quinquennio 2013-2018 rispetto a quelli del 2004-2009. Tuttavia, liquidare con sufficienza i profeti de “l’opera è morta” sarebbe sbrigativo, perché i dati clinici sulla lirica riescono a dirci poco circa la sua qualità di vita.
2019
Daniele Palma
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