S’era già anticipato in occasione della Butterfly fiorentina dello scorso 28 febbraio e vale la pena ribadirlo: ben vengano dieci cento mille sbiadite “riprese” sbarca-lunario, se ciò permette al Maggio di aprire il suo ottantaduesimo Festival con un Lear. Quando, poi, la regia è di Calixto Bieito, enfant terrible della scena operistica contemporanea, non si può che gioire come bimbi in un negozio di caramelle. I rischi c’erano. Aribert Reimann non è un compositore di quelli che possano finire sugli scaffali di un autogrill, e tra il pubblico, all’intervallo, serpeggiava qualche timida aspettativa di un secondo tempo più “melodico”. Bieito, dal canto suo, ha spesso irritato (per usare un eufemismo) certe pie anime che popolano le platee di tutto il mondo: alle volte hanno ragione pure loro, ma Dio solo sa quanti peccati e ipocrisie si nascondano, spesso, dietro un “Questo non è Verdi!”. Alla fine la vittoria è totale: lo spettacolo è di rara bellezza e stilla goccia a goccia verità sull’esser uomini, tanto amare che si vorrebbe allontanarne il calice.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano / daniele palma. - In: WWW.DRAMMATURGIA.IT. - ISSN 1724-0336. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 0-0.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
daniele palma
2019
Abstract
S’era già anticipato in occasione della Butterfly fiorentina dello scorso 28 febbraio e vale la pena ribadirlo: ben vengano dieci cento mille sbiadite “riprese” sbarca-lunario, se ciò permette al Maggio di aprire il suo ottantaduesimo Festival con un Lear. Quando, poi, la regia è di Calixto Bieito, enfant terrible della scena operistica contemporanea, non si può che gioire come bimbi in un negozio di caramelle. I rischi c’erano. Aribert Reimann non è un compositore di quelli che possano finire sugli scaffali di un autogrill, e tra il pubblico, all’intervallo, serpeggiava qualche timida aspettativa di un secondo tempo più “melodico”. Bieito, dal canto suo, ha spesso irritato (per usare un eufemismo) certe pie anime che popolano le platee di tutto il mondo: alle volte hanno ragione pure loro, ma Dio solo sa quanti peccati e ipocrisie si nascondano, spesso, dietro un “Questo non è Verdi!”. Alla fine la vittoria è totale: lo spettacolo è di rara bellezza e stilla goccia a goccia verità sull’esser uomini, tanto amare che si vorrebbe allontanarne il calice.File | Dimensione | Formato | |
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