Clement Greenberg (New York 1909-1994), unanimemente considerato uno dei massimi critici d'arte del Novecento, ha sempre mostrato una forte consapevolezza delle proprie origini ebraiche1. Figlio primogenito di ebrei lituani migrati in America agli inizi del nuovo secolo2, Greenberg, sebbene non abbia ricevuto un'educazione religiosa, è stato cresciuto secondo le tradizioni giudaiche. Egli parlava fluentemente Yiddish, sua prima lingua assieme all'inglese, e aveva familiarità con la cultura dei propri avi: conosceva gli usi e i costumi del suo popolo nonché i capisaldi del Talmud. Nonostante il coinvolgimento personale e l'interesse per la letteratura est europea, il numero di scritti da Greenberg dedicati all'ebraismo è limitato. Questo aspetto della sua carriera da intellettuale non deve essere assunto come segno di una eventuale autocensura o di un'autoindotta repressione: al contrario, Greenberg ha permesso alla sua ascendenza ebraica di condizionare le linee guida del suo pensiero. Come il seguente contributo intende argomentare, la personale visione di Greenberg dell'evoluzione dell'arte occidentale mostra i segni dell'interiorizzazione della concezione più tradizionalmente ebraica dello svolgersi del tempo sia religioso che naturale.
Tra ebraismo e modernismo: il tempo dell'arte secondo Clement Greenberg / Camilla Froio. - STAMPA. - (2019), pp. 51-63. (Intervento presentato al convegno Tempo: tra esattezza e infinito tenutosi a Università di Tor Vergata, Roma nel 14-16 giugno 2017).
Tra ebraismo e modernismo: il tempo dell'arte secondo Clement Greenberg
Camilla Froio
2019
Abstract
Clement Greenberg (New York 1909-1994), unanimemente considerato uno dei massimi critici d'arte del Novecento, ha sempre mostrato una forte consapevolezza delle proprie origini ebraiche1. Figlio primogenito di ebrei lituani migrati in America agli inizi del nuovo secolo2, Greenberg, sebbene non abbia ricevuto un'educazione religiosa, è stato cresciuto secondo le tradizioni giudaiche. Egli parlava fluentemente Yiddish, sua prima lingua assieme all'inglese, e aveva familiarità con la cultura dei propri avi: conosceva gli usi e i costumi del suo popolo nonché i capisaldi del Talmud. Nonostante il coinvolgimento personale e l'interesse per la letteratura est europea, il numero di scritti da Greenberg dedicati all'ebraismo è limitato. Questo aspetto della sua carriera da intellettuale non deve essere assunto come segno di una eventuale autocensura o di un'autoindotta repressione: al contrario, Greenberg ha permesso alla sua ascendenza ebraica di condizionare le linee guida del suo pensiero. Come il seguente contributo intende argomentare, la personale visione di Greenberg dell'evoluzione dell'arte occidentale mostra i segni dell'interiorizzazione della concezione più tradizionalmente ebraica dello svolgersi del tempo sia religioso che naturale.File | Dimensione | Formato | |
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