Nella Roma di III secolo a.C., durante gli anni della seconda guerra punica, che mette a dura prova la città, i Romani decidono di consultare i Libri sibillini: per salvare Roma c’è bisogno della protezione di un’antica divinità anatolica: la Magna Mater Cibele. E così, dall’Oriente Cibele giunge a Roma per offrire sostegno a una città stremata. Significativo è il risalto dato nelle fonti antiche al ruolo giocato dalle matrone romane in occasione dell’arrivo della Grande Madre. Roma, fondata sulla figura preminente del paterfamilias, riconosce un certo prestigio alle matrone. E proprio la maternità è al centro della storia romana. Una serie di madri minori e surrogate, umane e divine, appartenenti al mondo animale o vegetale, si staglia con forza: da Rea Silvia, madre di Romolo e Remo, alla lupa che allatta i due gemelli; dalla dea Rumina alla casta Lucrezia. Nonostante l’indiscussa autorità del padre, alla madre è affidato l’importante compito di educare i figli. Donna colta e di stirpe illustre, Cornelia, madre dei Gracchi, diventa la madre per eccellenza. Accanto a lei, spiccano madri non meno famose: Aurelia, madre di Giulio Cesare; Servilia, madre di Marco Giunio Bruto; Azia, madre di Augusto; Elvia, madre di Seneca. A Roma le madri hanno un nome e un volto: non tanto il mito, quanto la storia con madri ‘in carne e ossa’. Una storia minore, forse, ma non meno appassionante, fatta di sentimenti, intrighi e lotte per il potere. Con l’avvento di Augusto, la maternità, la castità e la nobiltà trovano un modello concreto in Livia e Ottavia. Astute, scaltre e simulatrici, a partire da Livia molte madri dei futuri imperatori manipolano la vita dei figli. Il potere della maternità viene alla ribalta: la maternità è giunta al potere.

Dalla Grande Madre alla Madre. La maternità nel mondo classico e cristiano: miti e modelli. Vol. 2: Roma / Roberta Franchi. - ELETTRONICO. - (2019).

Dalla Grande Madre alla Madre. La maternità nel mondo classico e cristiano: miti e modelli. Vol. 2: Roma

Roberta Franchi
2019

Abstract

Nella Roma di III secolo a.C., durante gli anni della seconda guerra punica, che mette a dura prova la città, i Romani decidono di consultare i Libri sibillini: per salvare Roma c’è bisogno della protezione di un’antica divinità anatolica: la Magna Mater Cibele. E così, dall’Oriente Cibele giunge a Roma per offrire sostegno a una città stremata. Significativo è il risalto dato nelle fonti antiche al ruolo giocato dalle matrone romane in occasione dell’arrivo della Grande Madre. Roma, fondata sulla figura preminente del paterfamilias, riconosce un certo prestigio alle matrone. E proprio la maternità è al centro della storia romana. Una serie di madri minori e surrogate, umane e divine, appartenenti al mondo animale o vegetale, si staglia con forza: da Rea Silvia, madre di Romolo e Remo, alla lupa che allatta i due gemelli; dalla dea Rumina alla casta Lucrezia. Nonostante l’indiscussa autorità del padre, alla madre è affidato l’importante compito di educare i figli. Donna colta e di stirpe illustre, Cornelia, madre dei Gracchi, diventa la madre per eccellenza. Accanto a lei, spiccano madri non meno famose: Aurelia, madre di Giulio Cesare; Servilia, madre di Marco Giunio Bruto; Azia, madre di Augusto; Elvia, madre di Seneca. A Roma le madri hanno un nome e un volto: non tanto il mito, quanto la storia con madri ‘in carne e ossa’. Una storia minore, forse, ma non meno appassionante, fatta di sentimenti, intrighi e lotte per il potere. Con l’avvento di Augusto, la maternità, la castità e la nobiltà trovano un modello concreto in Livia e Ottavia. Astute, scaltre e simulatrici, a partire da Livia molte madri dei futuri imperatori manipolano la vita dei figli. Il potere della maternità viene alla ribalta: la maternità è giunta al potere.
2019
978-88-6274-889-6
Roberta Franchi
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