Il “Codice della crisi e dell’insolvenza”, emanato con il D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, si compone idealmente di due parti. La prima, già entrata in vigore, modifica il codice civile intervenendo sugli assetti organizzativi societari e particolarmente sulla S.r.l., il cui governo esce significativamente mutato rispetto a quello disegnato dalla riforma del 2003. La parte più rilevante, tuttavia, riguarda le procedure e gli strumenti di gestione della crisi ed entrerà in vigore il 14 agosto 2020. Il nuovo impianto sarà incentrato su un sistema di “allerta”, che mira a spingere i debitori ad affrontare tempestivamente le difficoltà, accedendo alla composizione assistita della crisi oppure a uno degli strumenti o delle procedure previste dal Codice. Tali procedure e strumenti sono sostanzialmente quelli dell’attuale legge fallimentare, con alcune significative restrizioni. La principale “cifra” del Codice è il ripristino di un pieno controllo del giudice sulla soluzione della crisi d’impresa, che era stato ridotto con la riforma del 2005-2006, e l’ampliamento delle ipotesi di intervento del pubblico ministero. La riforma sembra scontare una particolare ristrettezza di vedute che probabilmente ne imporrà una revisione, quantomeno allorché si tratterà di attuare la direttiva europea in materia di ristrutturazioni la cui emanazione appare prossima.

Il codice della crisi di impresa: una primissima lettura (con qualche critica) / Lorenzo Stanghellini. - In: IL CORRIERE GIURIDICO. - ISSN 1591-4232. - STAMPA. - 2019:(2019), pp. 449-456.

Il codice della crisi di impresa: una primissima lettura (con qualche critica)

Lorenzo Stanghellini
2019

Abstract

Il “Codice della crisi e dell’insolvenza”, emanato con il D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, si compone idealmente di due parti. La prima, già entrata in vigore, modifica il codice civile intervenendo sugli assetti organizzativi societari e particolarmente sulla S.r.l., il cui governo esce significativamente mutato rispetto a quello disegnato dalla riforma del 2003. La parte più rilevante, tuttavia, riguarda le procedure e gli strumenti di gestione della crisi ed entrerà in vigore il 14 agosto 2020. Il nuovo impianto sarà incentrato su un sistema di “allerta”, che mira a spingere i debitori ad affrontare tempestivamente le difficoltà, accedendo alla composizione assistita della crisi oppure a uno degli strumenti o delle procedure previste dal Codice. Tali procedure e strumenti sono sostanzialmente quelli dell’attuale legge fallimentare, con alcune significative restrizioni. La principale “cifra” del Codice è il ripristino di un pieno controllo del giudice sulla soluzione della crisi d’impresa, che era stato ridotto con la riforma del 2005-2006, e l’ampliamento delle ipotesi di intervento del pubblico ministero. La riforma sembra scontare una particolare ristrettezza di vedute che probabilmente ne imporrà una revisione, quantomeno allorché si tratterà di attuare la direttiva europea in materia di ristrutturazioni la cui emanazione appare prossima.
2019
2019
449
456
Lorenzo Stanghellini
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