Nel rapporto 2017-2018 sul bio realizzato dal Crea uno spazio importante è dedicato alla biodinamica. Oltre 13mila euro il fatturato medio per ettaro di un’azienda biodinamica (certificata Demeter). Nel Bioreport 2017-2018, lo studio realizzato nell’ambito del programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020 che fotografa la situazione italiana sull’applicazione dell’agricoltura biologica, per la prima volta trova spazio un capitolo interamente dedicato all’agricoltura biodinamica. Leggendo il capitolo 11 del Bioreport è possibile farsi un’idea non solo della diffusione di tale metodo agricolo e delle caratteristiche delle aziende che lo praticano, ma anche approfondire la storia e l’evoluzione dell’agricoltura biodinamica in Italia e nel mondo e le principali caratteristiche che rendono questo metodo agricolo uno dei più performanti dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente e dei risultati economici. Partiamo da questi ultimi: lo studio rileva una differenza significativa tra i risultati dei fatturati medi per ettaro tra tre metodi agricoli, quello convenzionale, quello biologico e quello biodinamico: infatti il fatturato medio per ettaro di un’azienda biodinamica certificata Demeter è pari a 13.309 euro, valore di gran lunga superiore sia a quello di un’azienda biologica, 2.441 euro, che a quello di un’azienda convenzionale, 3.207 euro. Un risultato che non stupisce più di tanto gli addetti del settore ma che gli autori imputano in parte alla maggiore specializzazione delle aziende biodinamiche in comparti agricoli ad alto valore aggiunto, quali viticoltura, frutticoltura e orticoltura. La certificazione Demeter è particolarmente selettiva e per questo motivo in Italia, a fronte di una stima di 4.500 aziende che applicano il metodo biodinamico, sono solo 419 quelle che, nel 2016, hanno acquisito il marchio Demeter. La superficie agricola totale delle aziende certificate considerate nell’indagine è pari a 12.390 ettari, con una superficie media aziendale di 35 ettari, di poco superiore a quella del biologico (28,4 ettari). Per comprendere meglio le peculiarità del metodo biodinamico lo studio spiega che il numero di sostanze ammesse nell’agricoltura biodinamica è inferiore a quello previsto nel disciplinare dell’agricoltura biologica e il biodinamico prevede limitazioni per diverse pratiche tra le quali “la sterilizzazione e solarizzazione dei suoli, i diserbi che non siano meccanici (quindi sono bandite pratiche come il pirodiserbo e la vaporizzazione e l'uso di sostanze erbicide anche naturali). È inoltre vietato l’impiego di rame per quasi tutte le colture, ammesso in deroga solo in viticoltura e frutticoltura, ma in quantità ridotta del 50% rispetto al valore massimo consentito nei disciplinari europei del biologico”. Il disciplinare biodinamico impone inoltre di dedicare almeno il 10% della superficie aziendale totale ad “aree ecologiche per la conservazione della biodiversità” per l’espletamento delle funzioni ambientali riconducibili al ruolo multifunzionale dell’agricoltura. Dallo studio emerge che oltre la metà delle aziende certificate Demeter si trova nell’Italia settentrionale e in particolare in tre regioni italiane: Trentino Alto Adige, Piemonte ed Emilia-Romagna che da sole ospitano il 45% delle aziende biodinamiche italiane. In particolare il vantaggio delle prime due regioni può essere spiegato dalla vicinanza con paesi quali la Svizzera e la Germania, in cui la domanda di prodotti biodinamici è più consolidata. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali il report illustra che il metodo biodinamico si basa su “un sistema di produzione che mira a riprodurre nell’azienda un modello agro-ecologico caratterizzato da ridotto impatto sul ciclo della materia e sul consumo di energia, in grado di raggiungere elevati livelli di efficienza ambientale”. Il metodo infatti prevede un sistema di produzione progettato come un organismo a ciclo chiuso che produce non solo alimenti ma anche beni e servizi per la conservazione dell’ambiente, connotando le aziende dal punto di vista della multifunzionalità. «Nei casi in cui le condizioni aziendali non consentano la chiusura del ciclo, si ricorre a forme di cooperazione tra aziende biodinamiche presenti sul territorio che, integrandosi, riproducono un unico sistema in grado di chiudere il ciclo. Ciò determina un impatto positivo sul tessuto sociale locale ed un recupero del ruolo multifunzionale delle aziende coinvolte». Il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale è controllato anche durante le verifiche di certificazione Demeter durante le quali le aziende devono dimostrare una minore incidenza di patologie sia nelle coltivazioni che negli allevamenti, una maggiore stabilità della struttura dei suoli e un incremento quali-quantitativo dell’humus. I risultati positivi del metodo biodinamico sono evidenziati anche in ambito scientifico, dove alcune ricerche sottolineano un miglior impatto ambientale dell’agricoltura biodinamica, anche rispetto a quella biologica: l’agricoltura biodinamica viene rappresentata come un processo produttivo in grado di massimizzare la qualità dei processi e dei prodotti sotto il profilo ambientale, salutistico e della qualità organolettica. Dalla letteratura scientifica emerge che il metodo biodinamico è in grado di migliorare le condizioni dei suoli per quanto riguarda gli aspetti biochimici e biologici e alcuni articoli dimostrano che il metodo biodinamico garantisce un aumento per numero e biomassa dei lombrichi presenti nel suolo rispetto a quanto rilevato negli altri metodi di coltivazione.

Bioreport 2017-2018 / Ginevra Virginia Lombardi. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 120-130.

Bioreport 2017-2018

Ginevra Virginia Lombardi
Writing – Original Draft Preparation
2019

Abstract

Nel rapporto 2017-2018 sul bio realizzato dal Crea uno spazio importante è dedicato alla biodinamica. Oltre 13mila euro il fatturato medio per ettaro di un’azienda biodinamica (certificata Demeter). Nel Bioreport 2017-2018, lo studio realizzato nell’ambito del programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020 che fotografa la situazione italiana sull’applicazione dell’agricoltura biologica, per la prima volta trova spazio un capitolo interamente dedicato all’agricoltura biodinamica. Leggendo il capitolo 11 del Bioreport è possibile farsi un’idea non solo della diffusione di tale metodo agricolo e delle caratteristiche delle aziende che lo praticano, ma anche approfondire la storia e l’evoluzione dell’agricoltura biodinamica in Italia e nel mondo e le principali caratteristiche che rendono questo metodo agricolo uno dei più performanti dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente e dei risultati economici. Partiamo da questi ultimi: lo studio rileva una differenza significativa tra i risultati dei fatturati medi per ettaro tra tre metodi agricoli, quello convenzionale, quello biologico e quello biodinamico: infatti il fatturato medio per ettaro di un’azienda biodinamica certificata Demeter è pari a 13.309 euro, valore di gran lunga superiore sia a quello di un’azienda biologica, 2.441 euro, che a quello di un’azienda convenzionale, 3.207 euro. Un risultato che non stupisce più di tanto gli addetti del settore ma che gli autori imputano in parte alla maggiore specializzazione delle aziende biodinamiche in comparti agricoli ad alto valore aggiunto, quali viticoltura, frutticoltura e orticoltura. La certificazione Demeter è particolarmente selettiva e per questo motivo in Italia, a fronte di una stima di 4.500 aziende che applicano il metodo biodinamico, sono solo 419 quelle che, nel 2016, hanno acquisito il marchio Demeter. La superficie agricola totale delle aziende certificate considerate nell’indagine è pari a 12.390 ettari, con una superficie media aziendale di 35 ettari, di poco superiore a quella del biologico (28,4 ettari). Per comprendere meglio le peculiarità del metodo biodinamico lo studio spiega che il numero di sostanze ammesse nell’agricoltura biodinamica è inferiore a quello previsto nel disciplinare dell’agricoltura biologica e il biodinamico prevede limitazioni per diverse pratiche tra le quali “la sterilizzazione e solarizzazione dei suoli, i diserbi che non siano meccanici (quindi sono bandite pratiche come il pirodiserbo e la vaporizzazione e l'uso di sostanze erbicide anche naturali). È inoltre vietato l’impiego di rame per quasi tutte le colture, ammesso in deroga solo in viticoltura e frutticoltura, ma in quantità ridotta del 50% rispetto al valore massimo consentito nei disciplinari europei del biologico”. Il disciplinare biodinamico impone inoltre di dedicare almeno il 10% della superficie aziendale totale ad “aree ecologiche per la conservazione della biodiversità” per l’espletamento delle funzioni ambientali riconducibili al ruolo multifunzionale dell’agricoltura. Dallo studio emerge che oltre la metà delle aziende certificate Demeter si trova nell’Italia settentrionale e in particolare in tre regioni italiane: Trentino Alto Adige, Piemonte ed Emilia-Romagna che da sole ospitano il 45% delle aziende biodinamiche italiane. In particolare il vantaggio delle prime due regioni può essere spiegato dalla vicinanza con paesi quali la Svizzera e la Germania, in cui la domanda di prodotti biodinamici è più consolidata. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali il report illustra che il metodo biodinamico si basa su “un sistema di produzione che mira a riprodurre nell’azienda un modello agro-ecologico caratterizzato da ridotto impatto sul ciclo della materia e sul consumo di energia, in grado di raggiungere elevati livelli di efficienza ambientale”. Il metodo infatti prevede un sistema di produzione progettato come un organismo a ciclo chiuso che produce non solo alimenti ma anche beni e servizi per la conservazione dell’ambiente, connotando le aziende dal punto di vista della multifunzionalità. «Nei casi in cui le condizioni aziendali non consentano la chiusura del ciclo, si ricorre a forme di cooperazione tra aziende biodinamiche presenti sul territorio che, integrandosi, riproducono un unico sistema in grado di chiudere il ciclo. Ciò determina un impatto positivo sul tessuto sociale locale ed un recupero del ruolo multifunzionale delle aziende coinvolte». Il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale è controllato anche durante le verifiche di certificazione Demeter durante le quali le aziende devono dimostrare una minore incidenza di patologie sia nelle coltivazioni che negli allevamenti, una maggiore stabilità della struttura dei suoli e un incremento quali-quantitativo dell’humus. I risultati positivi del metodo biodinamico sono evidenziati anche in ambito scientifico, dove alcune ricerche sottolineano un miglior impatto ambientale dell’agricoltura biodinamica, anche rispetto a quella biologica: l’agricoltura biodinamica viene rappresentata come un processo produttivo in grado di massimizzare la qualità dei processi e dei prodotti sotto il profilo ambientale, salutistico e della qualità organolettica. Dalla letteratura scientifica emerge che il metodo biodinamico è in grado di migliorare le condizioni dei suoli per quanto riguarda gli aspetti biochimici e biologici e alcuni articoli dimostrano che il metodo biodinamico garantisce un aumento per numero e biomassa dei lombrichi presenti nel suolo rispetto a quanto rilevato negli altri metodi di coltivazione.
2019
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria
Triarico C, Lombardi G, Aztori R, Carlà Campa V, Serventi M.
Bioreport 2017-2018 L'Agricoltura Biodinamica in Italia , cap.11 L'agricoltura biodinamica
120
130
Ginevra Virginia Lombardi
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Descrizione: capitolo 11 - parte III Organizzazione e caratteristiche del settore biologico,
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