Le tecnologie di riconoscimento facciale consentono di identificare una persona a partire dall’immagine del volto. Grazie alla combinazione di tecniche biometriche e procedimenti algoritmici, queste tecnologie offrono potenzialità uniche a beneficio di autorità pubbliche e soggetti privati. Tramite esse – basti pensare – è possibile risalire alle generalità e alle caratteristiche di una persona che si trova a grande distanza o in movimento, a prescindere da qualsiasi volontà cooperativa. L’impiego di questi strumenti è sempre più diffuso e pervasivo, per finalità quali la repressione di illeciti, la garanzia della sicurezza, l’erogazione di servizi, o per motivi economici e commerciali. Queste tecnologie, allo stesso tempo, aprono a nuove forme di sorveglianza di massa; conferiscono un potere inedito di tracciamento, di profilazione e di controllo sulle persone; possono originare insidiosi fenomeni di discriminazione. Non è un caso che numerosi Stati, istituzioni come l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa, o le stesse imprese private stiano discutendo su una possibile moratoria all’impiego di questi strumenti per determinati scopi. Nel quadro di queste sfide, il presente Volume intende aprire una nuova riflessione sulle tecnologie di riconoscimento facciale nella prospettiva del diritto costituzionale. L’analisi, in particolare, si pone l’obiettivo di esplorare la capacità di questi sistemi tecnologici di incidere trasversalmente su una pluralità di libertà e di diritti fondamentali, a scapito dei singoli o di interi gruppi sociali. L’indagine vuole offrire un contributo per comprendere le potenzialità, i limiti e i possibili sviluppi della normativa giuridica attualmente vigente, allo scopo di verificare in che termini il diritto possa porre un argine efficace contro questa capacità invasiva e consentire così di beneficiare a pieno di questi strumenti. Con ciò, i legislatori nazionali ed europei sono chiamati ad uno sforzo di ripensamento tanto delle tecniche quanto dei contenuti della regolazione, soprattutto per riconfigurare le modalità di tutela stessa di alcuni diritti fondamentali e la disciplina di tecnologie innovative come quelle in discussione.
Tecnologie di riconoscimento facciale. Rischi per i diritti fondamentali e sfide regolative / Giuseppe Mobilio. - STAMPA. - (2021), pp. 1-413.
Tecnologie di riconoscimento facciale. Rischi per i diritti fondamentali e sfide regolative
Giuseppe Mobilio
2021
Abstract
Le tecnologie di riconoscimento facciale consentono di identificare una persona a partire dall’immagine del volto. Grazie alla combinazione di tecniche biometriche e procedimenti algoritmici, queste tecnologie offrono potenzialità uniche a beneficio di autorità pubbliche e soggetti privati. Tramite esse – basti pensare – è possibile risalire alle generalità e alle caratteristiche di una persona che si trova a grande distanza o in movimento, a prescindere da qualsiasi volontà cooperativa. L’impiego di questi strumenti è sempre più diffuso e pervasivo, per finalità quali la repressione di illeciti, la garanzia della sicurezza, l’erogazione di servizi, o per motivi economici e commerciali. Queste tecnologie, allo stesso tempo, aprono a nuove forme di sorveglianza di massa; conferiscono un potere inedito di tracciamento, di profilazione e di controllo sulle persone; possono originare insidiosi fenomeni di discriminazione. Non è un caso che numerosi Stati, istituzioni come l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa, o le stesse imprese private stiano discutendo su una possibile moratoria all’impiego di questi strumenti per determinati scopi. Nel quadro di queste sfide, il presente Volume intende aprire una nuova riflessione sulle tecnologie di riconoscimento facciale nella prospettiva del diritto costituzionale. L’analisi, in particolare, si pone l’obiettivo di esplorare la capacità di questi sistemi tecnologici di incidere trasversalmente su una pluralità di libertà e di diritti fondamentali, a scapito dei singoli o di interi gruppi sociali. L’indagine vuole offrire un contributo per comprendere le potenzialità, i limiti e i possibili sviluppi della normativa giuridica attualmente vigente, allo scopo di verificare in che termini il diritto possa porre un argine efficace contro questa capacità invasiva e consentire così di beneficiare a pieno di questi strumenti. Con ciò, i legislatori nazionali ed europei sono chiamati ad uno sforzo di ripensamento tanto delle tecniche quanto dei contenuti della regolazione, soprattutto per riconfigurare le modalità di tutela stessa di alcuni diritti fondamentali e la disciplina di tecnologie innovative come quelle in discussione.File | Dimensione | Formato | |
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