L'architettura del Quattrocento nel Ponente ligure è stata spesso considerata un'arte tarda e arretrata, erede di una gloriosa tradizione romanica ma refrattaria ad accogliere le novità di un linguaggio classicista che nella stessa Genova si va diffondendo tra Quattrocento e Cinquecento, soprattutto in scultura. Ma leggere questa architettura nel suo rapporto vitale con la pittura e soprattutto con la scultura aiuta a mettere in luce le peculiarità di un linguaggio originale, che volontariamente riprende forme e modelli arcaici per costruire una nuova sintassi. Un buon punto di partenza per sviluppare queste riflessioni è la pieve dei Santi Nazario e Celso nella valle del Maro, nell'entroterra imperiese, ricostruita nel 1498 da maestri lombardi e locali, e completamente restaurata negli ultimi anni. La sua spazialità rigorosa e la stilizzazione del portale maggiore e dei capitelli interni ne fanno un paradigma dell'arte del costruire nelle Alpi Marittime al confine tra gotico e rinascimento, e il manifesto di una tendenza che si può considerare anticlassica, ma pienamente immersa nella realtà del suo tempo.

Rinascimento anticlassico nella Liguria occidentale. Una rilettura della pieve dei Santi Nazario e Celso presso Borgomaro / Fulvio Cervini. - In: ARTE CRISTIANA. - ISSN 0004-3400. - STAMPA. - CIX:(2021), pp. 244-261.

Rinascimento anticlassico nella Liguria occidentale. Una rilettura della pieve dei Santi Nazario e Celso presso Borgomaro

Fulvio Cervini
2021

Abstract

L'architettura del Quattrocento nel Ponente ligure è stata spesso considerata un'arte tarda e arretrata, erede di una gloriosa tradizione romanica ma refrattaria ad accogliere le novità di un linguaggio classicista che nella stessa Genova si va diffondendo tra Quattrocento e Cinquecento, soprattutto in scultura. Ma leggere questa architettura nel suo rapporto vitale con la pittura e soprattutto con la scultura aiuta a mettere in luce le peculiarità di un linguaggio originale, che volontariamente riprende forme e modelli arcaici per costruire una nuova sintassi. Un buon punto di partenza per sviluppare queste riflessioni è la pieve dei Santi Nazario e Celso nella valle del Maro, nell'entroterra imperiese, ricostruita nel 1498 da maestri lombardi e locali, e completamente restaurata negli ultimi anni. La sua spazialità rigorosa e la stilizzazione del portale maggiore e dei capitelli interni ne fanno un paradigma dell'arte del costruire nelle Alpi Marittime al confine tra gotico e rinascimento, e il manifesto di una tendenza che si può considerare anticlassica, ma pienamente immersa nella realtà del suo tempo.
2021
CIX
244
261
Fulvio Cervini
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