La ricerca indaga il contributo delle arti figurative all’opera architettonica di Leonardo Savioli articolandosi in tre momenti di indagine: - La prima fase si occupa della formazione figurativa che vede Savioli dedicarsi fin da subito alla pratica del disegno e della pittura rivelando non solo la conoscenza dei protagonisti dell’arte italiana e toscana ma anche interessanti affinità con l’avanguardia espressionista che trovò terreno fertile già nella Firenze di inizio Novecento. Precoce anche l’interesse per il paesaggio, come rivelano gli scritti giovanili, così come determinanti si rivelano gli “incontri fatali” con alcuni autori del passato, quali il Signorelli, Il Pontormo fino a Rosai e Vedova, l’influenza di alcune città come Ferrara, Orvieto e Venezia più dell’amata Firenze e, infine, l’interpretazione di opere come la Certosa di Ema, la Chiesa di S. Maria del Giglio di Venezia e di Notre Dame de Haut a Ronchamp. Fra i maestri, quelli dichiarati Michelucci e Scarpa, ma soprattutto Le Corbusier. Essenziale l’apporto delle avanguardie e l’interesse verso coloro che considera i due pilastri dello spazio moderno: Cézanne per la rielaborazione dello spazio architettonico e Van Gogh per la definizione dello spazio esistenziale. - La seconda fase è dedicata all’analisi dell’opera artistica e architettonica. L’analisi dell’opera artistica ha permesso di definire nel tempo le caratteristiche inerenti il linguaggio, la struttura compositiva e l’iconografia. Onnipresente la figura umana, tale da suggerire l’approfondimento iconologico. L’analisi dell’opera architettonica nel tempo ha permesso di definire l’evoluzione del linguaggio, dei temi e dei contenuti e di integrare le conoscenze sulla metodologia progettuale, individuando in particolare alcuni strumenti ricorrenti nel processo compositivo: la definizione dell’elemento matrice, la sua iterazione, la variazione di scala, il frammento, l’astrazione. - La terza fase approfondisce le relazioni fra la arti chiarendo il contributo figurativo all’opera architettonica. Se la pratica giovanile dell’astrazione torna nelle ultime opere a confrontarsi con gli aspetti del paesaggio antropico e naturale, appare più significativo il contributo della raffigurazione del corpo umano, sempre presente in quel processo che trasferisce temi, strutture e figure dalle esercitazioni grafiche e pittoriche alle opere di architettura. La relazione fra corpo e architettura avviene in due modalità: alle traduzioni letterali o destrutturate della figura umana che informano rispettivamente gli alzati e le planimetrie di opere più e meno note si sostituisce progressivamente l’interpretazione delle sue strutture interne o dell’articolazione delle sue componenti. Infine, approfondimenti che contestualizzano alcune note opere nel contesto culturale nazionale e internazionale permettono di individuare alcune relazioni sincroniche e diacroniche fra le discipline artistiche e architettoniche nonché quei contributi o suggestioni esterne che Savioli recepisce e assorbe nella propria poetica confermandone la figura, fra le più complesse e stimolanti del secondo Novecento italiano.
Leonardo Savioli: il contributo figurativo all'opera architettonica / Daniele Aurilio. - (2021).
Leonardo Savioli: il contributo figurativo all'opera architettonica.
Daniele Aurilio
2021
Abstract
La ricerca indaga il contributo delle arti figurative all’opera architettonica di Leonardo Savioli articolandosi in tre momenti di indagine: - La prima fase si occupa della formazione figurativa che vede Savioli dedicarsi fin da subito alla pratica del disegno e della pittura rivelando non solo la conoscenza dei protagonisti dell’arte italiana e toscana ma anche interessanti affinità con l’avanguardia espressionista che trovò terreno fertile già nella Firenze di inizio Novecento. Precoce anche l’interesse per il paesaggio, come rivelano gli scritti giovanili, così come determinanti si rivelano gli “incontri fatali” con alcuni autori del passato, quali il Signorelli, Il Pontormo fino a Rosai e Vedova, l’influenza di alcune città come Ferrara, Orvieto e Venezia più dell’amata Firenze e, infine, l’interpretazione di opere come la Certosa di Ema, la Chiesa di S. Maria del Giglio di Venezia e di Notre Dame de Haut a Ronchamp. Fra i maestri, quelli dichiarati Michelucci e Scarpa, ma soprattutto Le Corbusier. Essenziale l’apporto delle avanguardie e l’interesse verso coloro che considera i due pilastri dello spazio moderno: Cézanne per la rielaborazione dello spazio architettonico e Van Gogh per la definizione dello spazio esistenziale. - La seconda fase è dedicata all’analisi dell’opera artistica e architettonica. L’analisi dell’opera artistica ha permesso di definire nel tempo le caratteristiche inerenti il linguaggio, la struttura compositiva e l’iconografia. Onnipresente la figura umana, tale da suggerire l’approfondimento iconologico. L’analisi dell’opera architettonica nel tempo ha permesso di definire l’evoluzione del linguaggio, dei temi e dei contenuti e di integrare le conoscenze sulla metodologia progettuale, individuando in particolare alcuni strumenti ricorrenti nel processo compositivo: la definizione dell’elemento matrice, la sua iterazione, la variazione di scala, il frammento, l’astrazione. - La terza fase approfondisce le relazioni fra la arti chiarendo il contributo figurativo all’opera architettonica. Se la pratica giovanile dell’astrazione torna nelle ultime opere a confrontarsi con gli aspetti del paesaggio antropico e naturale, appare più significativo il contributo della raffigurazione del corpo umano, sempre presente in quel processo che trasferisce temi, strutture e figure dalle esercitazioni grafiche e pittoriche alle opere di architettura. La relazione fra corpo e architettura avviene in due modalità: alle traduzioni letterali o destrutturate della figura umana che informano rispettivamente gli alzati e le planimetrie di opere più e meno note si sostituisce progressivamente l’interpretazione delle sue strutture interne o dell’articolazione delle sue componenti. Infine, approfondimenti che contestualizzano alcune note opere nel contesto culturale nazionale e internazionale permettono di individuare alcune relazioni sincroniche e diacroniche fra le discipline artistiche e architettoniche nonché quei contributi o suggestioni esterne che Savioli recepisce e assorbe nella propria poetica confermandone la figura, fra le più complesse e stimolanti del secondo Novecento italiano.| File | Dimensione | Formato | |
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