Il recente volume di Carlo Titomanlio, in bilico tra manuale e atlante iconografico, «nasce dalla convinzione che la storia della scenografia e dell’architettura teatrale non può essere raccontata e compresa senza fare riferimento ai generi, alle forme, agli eventi della storia del teatro». Così in quarta di copertina, dove viene anche specificato che si tratta di un «ampio profilo generale attraverso la storia del teatro». L’intento dell’autore è dunque quello di rileggere la storia dello spettacolo attraverso il filtro della letteratura teatrale, salvo quegli “eventi”, come i ludi romani, che non contemplano “testi”. Una presa di posizione che si credeva ormai superata, essendo lo spettacolo ben altro, ovvero un vitalissimo sistema di relazioni che nasce, di volta in volta, dalla tensione dialettica tra gli elementi che lo costituiscono: committenza, attori, scena, drammaturgia, pubblico. E che va indagato in rapporto al contesto politico, culturale, sociale e produttivo che lo ha espresso. Come si può comprendere, ad esempio, la rivoluzionaria portata culturale della cinquecentesca scena prospettica di città «reale-simbolica», per usare parole di Ludovico Zorzi, se non la si legge come specchio mitopoietico delle ambizioni, dei progetti e dei sogni di gloria delle corti e delle accademie?

Carlo Titomanlio, Sul palco. Storia della scenografia e dell’architettura teatrale, Firenze, La casa Usher, 2019 / Vallieri Lorena. - In: WWW.DRAMMATURGIA.IT. - ISSN 1724-0336. - ELETTRONICO. - (2020), pp. 0-0.

Carlo Titomanlio, Sul palco. Storia della scenografia e dell’architettura teatrale, Firenze, La casa Usher, 2019.

Vallieri Lorena
2020

Abstract

Il recente volume di Carlo Titomanlio, in bilico tra manuale e atlante iconografico, «nasce dalla convinzione che la storia della scenografia e dell’architettura teatrale non può essere raccontata e compresa senza fare riferimento ai generi, alle forme, agli eventi della storia del teatro». Così in quarta di copertina, dove viene anche specificato che si tratta di un «ampio profilo generale attraverso la storia del teatro». L’intento dell’autore è dunque quello di rileggere la storia dello spettacolo attraverso il filtro della letteratura teatrale, salvo quegli “eventi”, come i ludi romani, che non contemplano “testi”. Una presa di posizione che si credeva ormai superata, essendo lo spettacolo ben altro, ovvero un vitalissimo sistema di relazioni che nasce, di volta in volta, dalla tensione dialettica tra gli elementi che lo costituiscono: committenza, attori, scena, drammaturgia, pubblico. E che va indagato in rapporto al contesto politico, culturale, sociale e produttivo che lo ha espresso. Come si può comprendere, ad esempio, la rivoluzionaria portata culturale della cinquecentesca scena prospettica di città «reale-simbolica», per usare parole di Ludovico Zorzi, se non la si legge come specchio mitopoietico delle ambizioni, dei progetti e dei sogni di gloria delle corti e delle accademie?
2020
Vallieri Lorena
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