Tra i problemi ambientali di maggior rilievo che accompagnano il tenore di vita delle società moderne vi è la produzione di rifiuti ed il loro smaltimento. Il problema viene spesso “risolto” ponendo questi materiali nelle discariche dove i rifiuti una volta alloggiati rimarranno sotterrati a costituire potenziali bombe ecologiche ad orologeria. Ad oggi, però, non è più tollerabile che le società moderne, proprio perché si dichiarano avanzate e progressiste, pratichino ancora lo smaltimento in discarica dei rifiuti. Le ricerche riportate in questo lavoro di tesi tentano di valorizzare materiali considerati rifiuti, quali gli scarti verdi e i sedimenti dragati, valutandone alcune forme di trasformazione in materia prima e le problematiche e/o i vantaggi che possono derivare dal loro riutilizzo in cicli produttivi. Un esempio di riutilizzo dei rifiuti è l’impiego del biochar prodotto da scarti verdi come potenziale ammendante del suolo che è stato suggerito da diversi studi come pratica che consente il ripristino della funzionalità dei suoli degradati in termini di ritenzione idrica e fertilità chimica e biologica. In ambito agricolo, la gestione agronomica dei vigneti, finalizzata alla massimizzazione delle rese di uva, è intensiva e comprende ripetute lavorazioni come la rimozione dei residui colturali e severi trattamenti contro le infestanti e i parassiti. In viticoltura, suoli sani e a clima adatto sono i fattori chiave che influenzano la qualità del vino prodotto. Anche sotto pratiche agronomiche intensive, tipiche della viticoltura convenzionale, la scelta di appropriate strategie di gestione del suolo può preservarne la qualità a lungo termine. Nella prima parte di questo lavoro di tesi ho riportato le indagini analitiche effettuate sul terreno di un vigneto sul quale è stata effettuata una sperimentazione in cui il biochar è stato utilizzato come ammendante del suolo al fine di valutare l'impatto ambientale, in termini di apporto di contaminanti, la funzionalità del suolo, l'emissione di VOC e la fertilità in generale. I risultati hanno mostrato che il biochar non ha apportato contaminanti nel terreno ammendato e che le funzioni del suolo e la sua fertilità sono migliorate e si sono mantenute a lungo termine. Nel secondo lavoro di ricerca mi sono occupato del potenziale recupero dei sedimenti dragati contaminati, che nella legislazione italiana sono classificati come rifiuti e non possono essere riutilizzati nell'ingegneria civile e ambientale né in agricoltura, ponendo seri problemi logistici, economici e ambientali per la loro gestione. Per valutare la possibilità di riutilizzare i sedimenti in agricoltura, sottraendoli dalla disciplina dei rifiuti, ho testato il co-compostaggio di sedimenti (S) contaminati da IPA, Idrocarburi e Policlorobifenili, con rifiuti verdi urbani (GW), come sostenibile tecnica sia per degradare gli inquinanti organici sia per conferire ai sedimenti proprietà idonee ad essere riutilizzate come technosol. Nella sperimentazione ho utilizzato sedimenti e scarti verdi miscelati tra loro secondo tre diversi rapporti: 3:1, 1:1 e 1:3 w:w. Al termine del processo di co-compostaggio ho potuto verificare che tutti i contaminanti, ad eccezione di parte degli idrocarburi, sono stati efficacemente degradati e che le caratteristiche del compost prodotto sono tali da renderlo idoneo come substrato di coltivazione in ambito florovivaistico per la coltivazione di piante ornamentali. I risultati ottenuti hanno permesso di concludere che il co-compostaggio dei sedimenti con rifiuti verdi può essere un approccio adatto per il recupero dei sedimenti dragati aprendo opportunità per il loro utilizzo come technosol o come substrato per la coltivazione di piante. Un potenziale bacino di utenza è costituito dal settore florovivaistico che necessita di substrati di coltivazione, oggi importati dall’estero con pesanti emissioni di gas climalteranti.

Sedimenti dragati co-compostati con rifiuti verdi per l'uso florovivaistico e utilizzo del biochar in agricoltura: un approccio analitico / ROBERTO SCODELLINi. - (2021).

Sedimenti dragati co-compostati con rifiuti verdi per l'uso florovivaistico e utilizzo del biochar in agricoltura: un approccio analitico

ROBERTO SCODELLINi
2021

Abstract

Tra i problemi ambientali di maggior rilievo che accompagnano il tenore di vita delle società moderne vi è la produzione di rifiuti ed il loro smaltimento. Il problema viene spesso “risolto” ponendo questi materiali nelle discariche dove i rifiuti una volta alloggiati rimarranno sotterrati a costituire potenziali bombe ecologiche ad orologeria. Ad oggi, però, non è più tollerabile che le società moderne, proprio perché si dichiarano avanzate e progressiste, pratichino ancora lo smaltimento in discarica dei rifiuti. Le ricerche riportate in questo lavoro di tesi tentano di valorizzare materiali considerati rifiuti, quali gli scarti verdi e i sedimenti dragati, valutandone alcune forme di trasformazione in materia prima e le problematiche e/o i vantaggi che possono derivare dal loro riutilizzo in cicli produttivi. Un esempio di riutilizzo dei rifiuti è l’impiego del biochar prodotto da scarti verdi come potenziale ammendante del suolo che è stato suggerito da diversi studi come pratica che consente il ripristino della funzionalità dei suoli degradati in termini di ritenzione idrica e fertilità chimica e biologica. In ambito agricolo, la gestione agronomica dei vigneti, finalizzata alla massimizzazione delle rese di uva, è intensiva e comprende ripetute lavorazioni come la rimozione dei residui colturali e severi trattamenti contro le infestanti e i parassiti. In viticoltura, suoli sani e a clima adatto sono i fattori chiave che influenzano la qualità del vino prodotto. Anche sotto pratiche agronomiche intensive, tipiche della viticoltura convenzionale, la scelta di appropriate strategie di gestione del suolo può preservarne la qualità a lungo termine. Nella prima parte di questo lavoro di tesi ho riportato le indagini analitiche effettuate sul terreno di un vigneto sul quale è stata effettuata una sperimentazione in cui il biochar è stato utilizzato come ammendante del suolo al fine di valutare l'impatto ambientale, in termini di apporto di contaminanti, la funzionalità del suolo, l'emissione di VOC e la fertilità in generale. I risultati hanno mostrato che il biochar non ha apportato contaminanti nel terreno ammendato e che le funzioni del suolo e la sua fertilità sono migliorate e si sono mantenute a lungo termine. Nel secondo lavoro di ricerca mi sono occupato del potenziale recupero dei sedimenti dragati contaminati, che nella legislazione italiana sono classificati come rifiuti e non possono essere riutilizzati nell'ingegneria civile e ambientale né in agricoltura, ponendo seri problemi logistici, economici e ambientali per la loro gestione. Per valutare la possibilità di riutilizzare i sedimenti in agricoltura, sottraendoli dalla disciplina dei rifiuti, ho testato il co-compostaggio di sedimenti (S) contaminati da IPA, Idrocarburi e Policlorobifenili, con rifiuti verdi urbani (GW), come sostenibile tecnica sia per degradare gli inquinanti organici sia per conferire ai sedimenti proprietà idonee ad essere riutilizzate come technosol. Nella sperimentazione ho utilizzato sedimenti e scarti verdi miscelati tra loro secondo tre diversi rapporti: 3:1, 1:1 e 1:3 w:w. Al termine del processo di co-compostaggio ho potuto verificare che tutti i contaminanti, ad eccezione di parte degli idrocarburi, sono stati efficacemente degradati e che le caratteristiche del compost prodotto sono tali da renderlo idoneo come substrato di coltivazione in ambito florovivaistico per la coltivazione di piante ornamentali. I risultati ottenuti hanno permesso di concludere che il co-compostaggio dei sedimenti con rifiuti verdi può essere un approccio adatto per il recupero dei sedimenti dragati aprendo opportunità per il loro utilizzo come technosol o come substrato per la coltivazione di piante. Un potenziale bacino di utenza è costituito dal settore florovivaistico che necessita di substrati di coltivazione, oggi importati dall’estero con pesanti emissioni di gas climalteranti.
2021
Alessandra Cincinelli, Giancarlo Renella, Nuno Miguel Ratola Neto
ITALIA
Goal 12: Responsible consumption and production
Goal 13: Climate action
Goal 15: Life on land
ROBERTO SCODELLINi
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